Prezzo del gas, i costi in bolletta a maggio 2024

Tariffe in salita del 3,1% per i consumatori più vulnerabili rispetto ad aprile a causa dell’incremento della materia prima sul mercato internazionale

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Gianni Balduzzi

Data journalist

Di formazione economica, da più di 10 anni utilizza numeri e statistiche per interpretare e cercare di raccontare la realtà come data journalist.

Dopo il calo di aprile i costi per riscaldarsi e cucinare tornano a crescere per un segmento importante di italiani, quelli più fragili. Secondo i dati di Arera a maggio il prezzo del gas in bolletta è infatti salito del 3,1% per quanti beneficiano del servizio di tutela della vulnerabilità che sono una parte di coloro che hanno dovuto rinunciare alle agevolazioni del mercato tutelato, dopo i cambiamenti introdotti dal Governo all’inizio dell’anno, ma che continuano a versare in condizioni di disagio. È per questo che, per loro, è stato prevista una forma più mirata di tutela, che riguarda quanti:

  • hanno più di 75 anni
  • hanno una disabilità riconosciuta
  • abitano in territori colpiti dalle emergenze (come alluvioni o terremoti)
  • fruiscono del Bonus energia avendo un Isee non superiore 9.530 euro

Per queste persone le quotazioni della materia prima gas sul mercato all’ingrosso italiano sono salite a 32,99 euro al megawattora. Si tratta di una cifra di 2,50 euro maggiore ai 30,49 euro/Mwh di aprile ed è stato superato anche il valore di inizio anno, subito dopo l’entrata in vigore del servizio di tutela della vulnerabilità, quando la tariffa era di 31,19 euro/Mwh. Questo ha naturalmente conseguenze sulla bolletta, infatti il prezzo di riferimento per la famiglia cliente tipo (che, viene calcolato, ha consumi di gas di 1.100 metri cubi annui) è cresciuto da 100,54 a 103,66 centesimi al metro cubo, +3,1%. A determinare questa cifra, però, oltre alla materia prima ci sono varie voci.

Prezzo del gas, cresce il peso della materia prima

C’è innanzitutto la spesa per la materia gas naturale alla quale si aggiungono i costi di approvvigionamento e di tutte le attività connesse come le coperture assicurative. Nel complesso tali costi a maggio sono ammontati a 38,86 centesimi per metro cubo, ovvero 2,67 in più rispetto ai 36,19 di aprile. Il peso sul totale di questa voce, che da sempre è quella più importante, sale anch’esso e passa dal 36% al 37,5% della bolletta totale del gas. A questa spesa, poi, vanno aggiunti i costi della vendita al dettaglio, che però sono rimasti stabili,  a 6,15 euro al metro cubo. Di conseguenza  la quota di questi ultimi sugli esborsi complessivi di una famiglia vulnerabile è in diminuzione e scende dal 6,1% al 5,9% sul totale del costo della bolletta di quella che per Arera è la famiglia tipo.

Stabili sono anche le spese relative al trasporto e alla gestione del contatore, che includono servizi di distribuzione, misura del prodotto, perequazione della distribuzione stessa, garanzia della qualità: sono rimasti a 24,53 euro al metro cubo. Così pure non ci sono stati cambiamenti per gli oneri generali di sistema, 2,95 euro al metro cubo perciò il peso di queste due voci è in discesa, sempre rispetto al totale delle bolletta: i trasporti hanno contato per il 23,7% contro il 24,4% del mese di aprile, mentre gli oneri generali sono passati dal 2,9% al 2,8%.

Salgono le imposte, ma di poco

Ad essere aumentati, essendo del resto applicate sul prezzo totale, sono state le imposte, che sono cresciute da 30,72 a 31,17 centesimi al metro cubo. Tuttavia in termini relativi l’impatto delle tasse è in diminuzione, perché a maggio hanno rappresentato il 30,1% dei costi complessivi di una famiglia beneficiaria del servizio di tutela della vulnerabilità, contro il 30,6% di aprile.

Cosa succederà nel prossimo futuro? Gli analisti non prevedono impennate del prezzo del gas, perché la domanda globale appare debole e i Paesi europei, tra i quali l’Italia, stanno riempiendo gli stoccaggi e non sono in vista carenze che possano provocare un incremento della richiesta e, di conseguenza, dei prezzi. Ricordiamoci, però, come mostra uno studio del Centro Studi di Confindustria, che il gas naturale rimane una delle materie prime che ha visto l’impennata del prezzo maggiore dopo il Covid, +186% rispetto al gennaio 2020.