Influencer e finti guru del trading, come funzionano le truffe social

Dai social network alle piattaforme di investimento online, cresce il fenomeno dei finti guru del trading. Come riconoscere le frodi finanziarie

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

Pubblicato: 10 Ottobre 2025 18:21

Negli ultimi anni i social network sono diventati il canale principale attraverso cui si diffondono le truffe legate al trading online. Tra video accattivanti, messaggi motivazionali e testimonianze apparentemente autentiche, gli utenti vengono spinti a credere che basti seguire i consigli di un presunto “guru finanziario” per ottenere guadagni immediati. Instagram, TikTok e YouTube ospitano migliaia di profili che mostrano stili di vita lussuosi, auto di alta gamma e vacanze esotiche, presentati come il risultato di strategie di investimento infallibili. In realtà, dietro molte di queste immagini si nascondono operazioni di marketing ingannevole o vere e proprie frodi finanziarie. Gunde Bauhofer, direttrice del Centro Tutela Consumatori e Utenti (CTCU), ha spiegato che si può stare certi di non essere gli unici ad essere caduti vittima in queste infernali trappole di abili organizzazioni criminali “Il fenomeno è sicuramente di portata mondiale ed in forte crescita. Non parlare in questi casi è davvero sbagliato”.

Social network e truffe digitali: un connubio pericoloso

I social media sono l’ambiente ideale per i truffatori. La possibilità di creare identità false, pagare per sponsorizzazioni e raggiungere milioni di utenti rende semplice diffondere messaggi ingannevoli. I contenuti vengono studiati per sembrare professionali e affidabili: linguaggio tecnico, grafici in tempo reale e nomi di aziende o broker realmente esistenti vengono usati per dare credibilità alle offerte. Molti finti influencer collaborano con piattaforme di trading non autorizzate, che promettono rendimenti elevati e strategie “a rischio zero”. Gli utenti vengono invitati a versare piccole somme iniziali, ma presto ricevono continue pressioni per investire di più. Quando i profitti promessi non arrivano, le piattaforme scompaiono o rendono impossibile il prelievo dei fondi.

Come operano i finti guru del trading

Le truffe legate al trading online si basano su meccanismi psicologici ben precisi. L’obiettivo è costruire fiducia e spingere la vittima a compiere azioni rapide, prima che abbia tempo di riflettere o verificare le informazioni. I metodi più usati includono:

  • contatti diretti non richiesti, l’utente viene inserito in gruppi WhatsApp o Telegram dove si discute di investimenti “sicuri”: i messaggi arrivano da numeri sconosciuti, spesso stranieri, e mirano a creare un senso di urgenza;
  • falsi consulenti o broker, dopo la registrazione su un sito di trading, la vittima riceve una telefonata da un presunto esperto che fornisce istruzioni personalizzate e promette supporto costante;
  • piattaforme fasulle, siti curati nei dettagli che imitano le interfacce dei broker reali, completi di grafici e dati fittizi. Le transazioni, però, non avvengono realmente sul mercato;
  • testimonianze manipolate, video o commenti di “clienti soddisfatti” che raccontano guadagni straordinari, in realtà creati con l’uso di immagini rubate o profili inventati.

Le pratiche commerciali scorrette e il ruolo dell’AGCM

Le autorità italiane, come l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), vigilano sulle pratiche commerciali scorrette, ossia quei comportamenti che ingannano o agiscono in modo aggressivo nei confronti dei consumatori. La pubblicità è considerata ingannevole quando fornisce informazioni false o omette elementi essenziali, inducendo l’utente a prendere decisioni economiche errate. Segnalare queste pratiche è un diritto dei cittadini. L’AGCM invita i consumatori a denunciare campagne pubblicitarie o offerte di investimento sospette. Le sanzioni possono essere molto severe per le aziende o i soggetti che promuovono servizi finanziari senza trasparenza.

Come riconoscere una piattaforma di trading poco seria

Il Centro Tutela Consumatori e Utenti (CTCU) fornisce alcune regole di base per evitare truffe legate al trading online:

  • verificare l’autorizzazione Consob, controllare se la piattaforma è autorizzata a operare in Italia;
  • controllare le informazioni legali in quanto ogni sito deve indicare il nome della società, il rappresentante legale, l’indirizzo e-mail e il numero di iscrizione al registro delle imprese. Se queste informazioni mancano o sono poco chiare, è meglio non procedere;
  • diffidare delle chiamate dall’estero, spesso i truffatori usano numeri stranieri non rintracciabili e dopo la registrazione contattano le vittime con proposte insistenti e pressioni psicologiche;
  • mettere in dubbio promesse irrealistiche perché essun investimento può garantire rendimenti elevati senza rischi;
  • attenzione ai contatti non richiesti se si viene aggiunti a gruppi di trading o criptovalute senza consenso.

L’aspetto psicologico della truffa

Le truffe sui social sfruttano le emozioni e la fiducia delle persone. I truffatori costruiscono un rapporto personale con le vittime, mostrando interesse e supporto per le loro esigenze economiche. Questo approccio è tipico delle cosiddette “truffe romantiche-finanziarie”, dove il contatto umano serve come leva per ottenere denaro o informazioni sensibili. Molti investitori raggirati faticano a parlare dell’accaduto per vergogna o senso di colpa. Ma, come sottolinea la direttrice del CTCU, “non parlare è davvero sbagliato”. Condividere la propria esperienza è fondamentale per aiutare altre persone a riconoscere gli stessi schemi ingannevoli.

La responsabilità delle banche e la tutela legale

In alcuni casi anche le banche possono essere chiamate in causa se non bloccano operazioni sospette. La normativa europea PSD2 prevede infatti che gli istituti di credito adottino sistemi di sicurezza adeguati per prevenire frodi e transazioni non autorizzate. Se un correntista dimostra di aver segnalato tempestivamente un’operazione anomala, la banca può essere ritenuta parzialmente responsabile. La prevenzione resta la forma più efficace di difesa contro le truffe online. Conoscere i meccanismi psicologici e tecnici che alimentano queste frodi è il primo passo per evitarle.

Gli enti di tutela dei consumatori, le associazioni di categoria e le autorità di vigilanza lavorano per diffondere informazioni affidabili e aggiornate. Con la diffusione dei social media, la linea tra promozione e inganno si è fatta sempre più sottile. Riconoscere un influencer affidabile da un falso esperto richiede attenzione, consapevolezza e una buona dose di scetticismo. L’informazione, unita alla vigilanza delle autorità, resta lo strumento più solido per proteggere i risparmiatori e ridurre l’impatto delle truffe digitali.