Il Covid-19 è ufficialmente ritornato nelle conversazioni quotidiane degli italiani. Gli aggiornamenti in merito sono costanti, così come è in regolare aumento il sentimento di preoccupazione per i dati registrati.
Nessuna Regione intende rivivere i drammi degli ultimi anni e così c’è chi gioca d’anticipo, ottenendo anche in risposta una certa impopolarità, com’è facile prevedere. Il tutto al fine di tenere lontano il potenziale collasso del sistema sanitario. Nessuna emergenza oggi, ma non è possibile intervenire in maniera adeguata con il semaforo rosso già acceso. Se c’è qualcosa che la pandemia ci ha insegnato è la necessità di prevenire, oltre che di rifinanziare l’intero sistema sanitario italiano ridotto in ginocchio.
Cosa vuol dire tutto ciò per i cittadini? Nel quotidiano torneranno alcune regole da rispettare, che potrebbero cambiare da Regione a Regione, anche se prevedibilmente si troverà un terreno comune nel giro di poche settimane. Nel frattempo le regole d’oro sono due: tutela dei soggetti fragili e delle strutture ospedaliere.
Covid: preoccupazioni e vaccini
Le strutture sanitarie rappresentano ovviamente il fulcro dell’attenzione del governo, in merito allo scongiuramento dell’emergenza sanitaria. Tutti gli sforzi saranno rivolti a evitare il contagio dei soggetti fragili, nella speranza di riuscire a tutelare anche gli operatori sanitari. Ciò tanto per la loro incolumità, ovviamente, quanto per evitare di dover fare a meno di un supporto cruciale nel corso dei prossimi mesi.
Preoccupazione viene inoltre sollevata anche dal ritorno a scuola, con sindacati e personale che sollecitano il ministero della Salute a prendere delle decisioni in merito alla gestione dei possibili contagi tra insegnanti e alunni.
C’è inevitabilmente bisogno di nuove regole da imporre, che piaccia o meno all’elettorato. Il ministro Orazio Schillaci si è espresso in merito da New York, dov’è impegnato all’Assemblea generale dell’Onu. In cima alla lista delle preoccupazioni c’è la tutela dei soggetti fragili, che passa attraverso una forte campagna vaccinale, che sarà molto stringente, dice Schillaci.
“Dovremo fare in modo che in maniera volontaria, ma con grande responsabilità, alcune categorie vengano vaccinate. Parliamo di anziani, persone fragili, operatori sanitari, donne in gravidanza. Importante anche la campagna vaccinale influenzale”.
Sul tale fronte, è importante sottolineare come i primi rifornimenti di vaccini anti Covid arriveranno nelle varie Regioni a partire dal 25 settembre. La campagna vaccinale è stata di fatto anticipata di una settimana e nelle prossime tre verrà completata la ridistribuzione.
Covid: nuove regole
Ottima la risposta in termini organizzativi della macchina di ridistribuzione, nella speranza che si riesca a creare un sistema regolare da ripetere, quasi identico, di anno in anno. Ciò è di grande importanza, considerando come il prossimo futuro potrebbe vederci alle prese con virus che richiederanno, nuovamente, uno sforzo comunitario globale per essere debellati. L’Onu tiene infatti alta l’allerta, sottolineando come la priorità ora sia preparare una risposta a possibili nuove pandemie.
Nel frattempo negli ospedali italiani è in atto una stretta. A spiegarlo è il presidente della Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, Giovanni Migliore. Ecco il suo pensiero: “L’orientamento è di non tenere a contatto i pazienti, soprattutto i più fragili, con coloro che sono positivi e devono far trascorrere il periodo nel quale il virus può essere trasmesso. Occorrono aree preposte, considerate non a rischio, anche per i sanitari, che in caso di positività devono essere adibiti ad altre mansioni, non all’interno dei reparti”.
All’atto pratico, tutto ciò è applicabile soprattutto per il personale amministrativo, per il quale è prevista l’operatività in smart working. Se si parla di regole Covid, però, è impossibile non citare le mascherine. È stata già emanata una circolare che specifica come sia richiesta la questa forma di tutela all’interno degli ospedali, nel caso in cui vi siano soggetti fragili.
Come detto, però, si assiste a delle decisioni “personali” di alcune Regioni, che non riguardano dunque l’intero territorio nazionale, almeno per il momento. Basti pensare alla Campania, che ha reintrodotto l’obbligo della mascherina in ospedale per tutti i reparti. Una regola che vale per pazienti, personale e visitatori.
Il gran freddo non è ancora arrivato e con esso i sintomi influenzali e il maggior rischio contagi. Occorre agire per tempo, tutelando anche le scuole. I sindacati Flc, Cgil e Cisl si sono già espressi in merito. Sollecitano infatti una nuova circolare ministeriale, che possa fare chiarezza una volta per tutte.
È fondamentale agire per il contenimento e la gestione dei contagi all’interno degli istituti. Il rischio è quello di assistere a una sorta di sistema ufficioso, basato sul fai da te. Per quanto sia illegittimo, è comprensibile come i vari dirigenti scolastici d’Italia vogliano tutelare insegnanti, soggetti dell’amministrazione, personale ATA e, ovviamente, gli studenti. Nessuno vuole far ritorno alla DAD, ma è fondamentale una linea da seguire netta e univoca.
Il ministero della Salute è al lavoro in tal senso ma, ad oggi, tutto quello che circola sono bozze non confermate. L’uso delle mascherine potrebbe essere una soluzione ma, si spera, secondaria. Il primo approccio potrebbe essere differente, andando a garantire regole più stringenti sul comportamento da tenere in caso di positività. Allo stato attuale, infatti, non è obbligatorio restare in casa dopo aver ottenuto esito positivo dal tampone, anche nel caso in cui si abbiano dei sintomi.
È difficile pensare che tale situazione possa perdurare nel corso dei prossimi mesi, anzi. Fin da ora rappresenta la regola con maggiori probabilità di decadenza. Tra le ipotesi al vaglio per la scuola, infatti, ci sarebbe proprio il ritorno all’isolamento per gli studenti positivi asintomatici.