Cos’è la polvere gialla che sta invadendo Milano

Il fenomeno che sta suscitando la curiosità di tanti cittadini di Milano è provocato dalla fioritura del Cedro del Libano, molto diffuso in parchi e giardini

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Da giorni una sottile polvere gialla si sta posando sui balconi e sta ricoprendo i tettucci della auto a Milano e nell’hinterland. Un fenomeno che riguarda anche la Brianza, così come tante altre zone d’Italia, e sta attirando l’attenzione di tanti residenti suscitando la curiosità di molti, ma che ha una spiegazione semplicissima: si tratta del polline del Cedro del Libano.

La fioritura

Nessun allarmismo dunque per questo strato di pulviscolo caduto per le strade soprattutto in prossimità di parchi e giardini: altro non è che granuli pollinici prodotti questo albero molto diffuso nelle aree verdi delle città del Nord Italia, trasportati dal forte vento che sta soffiando su Milano e tutta la provincia (qui abbiamo parlato della chiusura alle auto del centro di Milano).

Il Cedro del Libano ha, infatti, una fioritura tardiva rispetto a tante altre piante, che si verifica proprio in questo periodo dell’anno, tra settembre e novembre. Nel nostro clima i semi di questo albero appartenente alla famiglia delle Pinaceae non germinano spontaneamente, ma già dal Settecento i cedri sono stati coltivati nei vivai per essere piantati nei parchi e nei giardini delle città di tutta Europa, dove sono presenti in quantità.

Per molto tempo i pollini delle Pinaceae sono stati considerati anallergici per le grandi dimensioni del granulo pollinico, che ne impedirebbero l’ingresso nelle vie aeree inferiori, e i suoi bassi livelli di proteine. Ma negli ultimi anni gli studiosi stanno rivalutando il potenziale allergenico di queste piante, come l’abete, anche nel periodo invernale (qui i rimedi per combattere i pollini e prevenire le allergie).

Cos’è il Cedro del Libano

Il cedro del Libano è originario del Paese da cui prende il nome, nel quale sin dall’antichità riveste un’importanza vitale per la popolazione, non a caso è raffigurato nella bandiera della nazione mediorientale. Come ricorda la pagina di ‘Legambiente’ dedicata al ‘Cedrus libani’, quest’albero costituiva la principale ricchezza dei fenici, veniva utilizzato da questo popolo di navigatori per costruire le loro imbarcazione ed era esportato in tutto l’Oriente, particolarmente in Egitto e Mesopotamia, i cui territori pianeggianti e aridi erano praticamente privi di boschi.

Il cedro del Libano viene spesso citato nella bibbia per la sua longevità, che si spinge fino a 2mila anni, e come simbolo di forza. Il suo legno fu utilizzato da re Salomone per costruire il tempio di Gerusalemme.

Gli esemplari considerati universalmente più maestosi si trovano nella ‘Foresta dei cedri di Dio’, situata 2050 m circa di altezza sul livello del mare, che è Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. A causa dello sfruttamento intensivo questa specie è considerata vulnerabile e in Libano è presente ormai in boschi di alcune centinaia di alberi, tanto da portare lo Stato libanese a istituire tre aree protette: la riserva dei cedri dello Shuf, la riserva di Horsh Eden e la riserva delle foreste di Tannourine.

La regione di provenienza del cedro del Libano si estende però anche in Siria, l’Iraq, l’Iran e la Turchia. In particolare l’albero è molto diffuso nell’Anatolia meridionale, sulla catena montuosa del Tauro.

Nel suo ambiente naturale vive tra 1000 e 2000 metri d’altitudine, ma può crescere anche in pianura purché il suolo non sia troppo umido. Gli esemplari adulti, alti fino a 40-60 m, hanno rami lunghi e robusti, ascendenti alla base, che poi si espandono in orizzontale conferendo alla pianta il caratteristico portamento tabulare a larghi palchi orizzontali con aghi verde scuro.