L’aveva annunciato e l’ha fatto: l’esercito di Israele è penetrato nel sud del Libano. Lo ribadiamo: l’intento non è invadere e occupare il Paese confinante, come invece è avvenuto per la Striscia di Gaza. L’obiettivo primario di Tel Aviv è spezzare il contenimento della Mezzaluna sciita, cioè della rete di milizie sciite supportate dall’Iran.
Per riuscirci, le Idf israeliane hanno avviato l’ormai celebre operazione terrestre “limitata, localizzata e mirata” contro Hezbollah nella parte occidentale del Libano meridionale. Rinnovando i timori per un’escalation del conflitto, che però nessuno degli schieramenti ancora vuole perseguire.
Le Forze israeliane allargano il fronte del Libano
Dopo aver predisposto una “zona morta” di circa cinque chilometri al di là della frontiera, per disinnescare i primi sistemi di lancio di missili di Hezbollah, lo Stato ebraico è passata all’incursione. L’inizio delle operazioni di terra è però da retrodatare al 30 settembre. Dov’è dunque la novità? Finora le azioni delle Idf si erano concentrate nella parte est e nel settore centrale del Libano meridionale, mentre ora si sono ampliate anche al versante ovest. Dando così l’impressione di voler chiudere la tenaglia sulle postazioni nemiche nell’area. È la prima volta che una divisione di riserva dell’Idf viene utilizzata in operazioni di combattimento nel sud del Libano, unendosi alle altre tre divisioni coinvolte nell’offensiva terrestre.
Lo Stato ebraico ha così aggiunto migliaia di truppe alla missione già in corso, portando il numero totale di soldati dispiegati in Libano oltre quota 15mila. Il portavoce israeliano in lingua araba, Avichay Adraee, ha diffuso un nuovo avviso ai libanesi residenti nel sud del Paese, invitandoli a spostarsi verso nord. Le Idf “continuano ad attaccare i siti di Hezbollah nel vostro villaggio e nelle vicinanze, e per la vostra sicurezza vi è proibito tornare a casa fino a nuovo avviso. Dovreste astenervi dal dirigervi a sud, chiunque si diriga a sud sta mettendo in pericolo la propria vita”.
La resistenza di Hezbollah e la rassegnazione degli Usa
Il partito-milizia libanese non è però rimasto a guardare. Il vice capo di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che le capacità del gruppo sostenuto dall’Iran sono rimaste “intatte” e che i suoi combattenti stanno “respingendo l’operazione terrestre israeliana”. Il tutto nonostante i “dolorosi colpi” inflitti da Israele nelle ultime settimane nell’ondata di uccisioni di vertici politico-militari, tra cui il leader Hassan Nasrallah. “I nostri successi quotidiani sono grandiosi. Un gran numero di insediamenti e città israeliane sono stati colpiti da razzi”, ha sottolineato Qassem. I fondamentalisti sciiti hanno risposto con oltre 100 razzi in meno di mezz’ora verso la città israeliana di Haifa, mai così tanti dall’inizio della guerra.
Le ostilità fra Israele e Hezbollah sono destinate a proseguire, con tutto il potenziale disastro per il Medio Oriente che ne consegue. Due settimane dopo che Israele ha annullato una proposta di cessate il fuoco mediata dagli Stati Uniti con Hezbollah, gli americani si sono rassegnati. Non stanno cioè cercando attivamente di rilanciare l’accordo, tentando invece di modellare e limitare le operazioni israeliane in Libano e contro l’Iran piuttosto che porre fine alle ostilità. Lo hanno riferito funzionari statunitensi alla Cnn, spiegando che all’interno dell’amministrazione Biden sono alte le preoccupazioni sul fatto che ciò che lo Stato ebraico ha promesso, cioè che sarebbe stata un’operazione limitata, si trasformerà presto in un conflitto su larga scala e prolungato.