Autovelox non omologati, multe Ztl da non pagare: “Oltre il 90% di vittorie”

Non basta l'omologazione richiesta dalla Cassazione: ecco perché tutte le telecamere d'Italia sono irregolari, Ztl comprese

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il tema degli autovelox e, in generale, delle multe frutto di controllo automatizzato via telecamera, è di colpo tornato attuale. L’argomento non è mai svanito, certo, ma ora sorgono dubbi non di poco conto sulla validità delle sanzioni comminate. Abbiamo già affrontato il tema ma un aggiornamento è necessario, dal momento che nel mirino non ci sono unicamente le telecamere del controllo velocità.

Multe non valide

È rapidamente e comprensibilmente divenuta virale l’intervista rilasciata da Giorgio Marcon a Quotidiano Nazionale. Questi è un consulente di Centro Tutela legale, che garantisce assistenza agli automobilisti in fase di ricorso.

Marcon è impegnato nel settore della sicurezza stradale da molti anni ed è certo del fatto che nessun autovelox in Italia sia a norma. Mancherebbero i requisiti necessari, non avendo ottenuto la certificazione legale e metrologica.

Si chiama allora in causa il Mimit (ministero delle Imprese e del Made in Italy): “La certificazione legale e metrologica deve verificare, ad esempio, se lo strumento in questione abbia i requisiti tecnici per garantire misure precise. Se la macchina non supera quell’esame, non può ottenere l’omologazione”.

Il nuovo Codice della strada può sanare l’omologazione, che fa capo al ministero dei Trasporti. L’intero sistema di telecamere sul territorio nazionale, però, dovrebbe passare sotto l’occhio del Mimit per ottenere la certificazione metrologica legale, ribadisce Marcon: “Lo stabilisce l’articolo 117 della Carta costituzionale”.

Sentenza della Cassazione e multe Ztl

Come detto, il tema delle multe degli autovelox è tornato attuale di recente. Ciò grazie a una sentenza della Cassazione, che ha sottolineato come approvazione e omologazione siano due concetti differenti. Una crepa nel sistema che ha aperto le porte a migliaia di ricorsi potenziali.

Quanto Marcon sottolinea, però, è ben più grave e potenzialmente potrebbe bloccare l’intero sistema. A suo dire la Cassazione sarebbe in errore, o quantomeno avrebbe omesso di specificare l’esistenza di un passaggio precedente all’omologazione e determinante.

Si tratta della già citata certificazione legale e metrologica. Un ostacolo da non poter ovviare. Per eliminarlo occorrerebbe intervenire fisicamente sull’intera rete ma, ad oggi, non giungono segnalazioni di questo tipo da parte del ministero.

Se tutto dovesse restare così, come sembra, le sanzioni sarebbero impugnabili ma a quale costo? Marcon spiega come nessun autovelox in Italia sia a norma, il che comprende anche Photored e telecamere che sorvegliano l’ingresso nelle Ztl.

Tecnicamente parlando non potrebbero fare multe ma fare ricorso ha un costo e non sempre il gioco vale la candela. Ad oggi l’Italia vanta più di 11mila autovelox, che sono divenuti molto rilevanti per le casse di numerosi Comuni sparsi per il territorio. Secondo l’esperto potrebbero essere adoperati per uso statistico, non di certo per sanzionare.

“Se c’è chi fa i 180 su una strada che prevede invece i 90 all’ora, con la multa pensiamo di aver risolto il problema? Se c’è chi corre a quella velocità, io sindaco devo piazzare le pattuglie e beccare i delinquenti. Se invece mi limito a fare verbali e basta, alla fine divento complice”.