Viaggiare in treno dovrebbe essere la scelta naturale per chi vuole ridurre l’impatto ambientale dei propri spostamenti. In Europa, però, scegliere il trasporto su rotaia rispetto a volare continua a essere un lusso. Lo conferma l’ultima analisi di Greenpeace, pubblicata ad agosto 2025, che fotografa un paradosso: prendere l’aereo, nonostante sia una delle forme di trasporto più inquinanti, costa quasi sempre meno che prendere il treno. Il portafoglio ringrazia, con buona pace dell’ambiente.
Secondo lo studio, che ha analizzato 142 rotte in 31 Paesi europei:
- solo il 39% dei collegamenti internazionali è più economico in treno;
- nel 61% dei casi conviene prendere l’aereo.
Il divario si riduce sulle tratte nazionali, dove nel 70% dei casi il treno risulta più conveniente. Il nodo cruciale sono dunque i viaggi transfrontalieri, quelli su cui l’Europa dovrebbe puntare per rafforzare una mobilità sostenibile e integrata.
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Perché l’aereo costa meno del treno
Le ragioni di questo squilibrio non stanno nell’efficienza dei due mezzi, ma nelle regole che governano il mercato.
Le compagnie aeree non pagano tasse sul carburante, né l’Iva sui biglietti internazionali. Le ferrovie, al contrario, devono sostenere accise sull’energia, Iva e tariffe elevate per l’uso delle infrastrutture.
Il risultato è che un volo low cost può scendere a 12,99 euro, mentre lo stesso viaggio in treno può superare le centinaia di euro. L’esempio più eclatante è la tratta Barcellona-Londra: un biglietto aereo costa meno di 15 euro, contro i quasi 400 richiesti dal treno.
A rendere le cose più complicate è anche il sistema di biglietteria ferroviaria, frammentato e poco trasparente. In molti casi, per viaggi internazionali servono due o più biglietti distinti, con un aggravio economico e minori tutele in caso di ritardi o cancellazioni.
Non sorprende, quindi, che milioni di viaggiatori continuino a scegliere l’aereo anche quando il treno sarebbe una scelta più comoda e decisamente meno inquinante.
I Paesi peggiori e quelli più virtuosi
Dal report emergono forti differenze tra Paese e Paese.
Francia, Spagna, Regno Unito e Italia sono i più penalizzanti per chi sceglie il treno: rispettivamente nel 95%, 92%, 90% e 88% delle tratte internazionali analizzate il viaggio in ferrovia costa più dell’aereo.
All’opposto, nei Paesi baltici, in Polonia e in Slovenia i collegamenti ferroviari risultano quasi sempre più economici, grazie a tariffe più accessibili e a una maggiore integrazione dei servizi.
Treni sempre più convenienti
C’è però anche un dato incoraggiante. Rispetto al 2023, la quota di rotte in cui il treno batte l’aereo sul prezzo è salita dal 27% al 41%.
La crescita è dovuta alla maggiore offerta di treni diretti e al calo dei voli low cost con scali artificiosamente convenienti. Ma, avvertono gli autori del rapporto di Greenpeace, i progressi sono ancora troppo lenti per incidere davvero sulla crisi climatica.
Come è messa l’Italia: le tratte più care
L’Italia, purtroppo, si conferma tra i fanalini di coda.
Lo studio rileva che l’88% delle tratte internazionali da e per il nostro Paese è più caro in treno che in aereo.
La differenza è spesso enorme: per la tratta Lussemburgo-Milano il biglietto ferroviario costa oltre 11 volte quello aereo (214 euro contro 18,49). Lo stesso accade con i collegamenti verso la Francia: viaggiare da Parigi a Roma o a Milano in treno comporta una spesa nettamente superiore rispetto all’aereo.
L’unica eccezione positiva è la tratta Milano-Lubiana, dove il treno risulta stabilmente più conveniente.
Una nota di speranza arriva anche dal mercato interno: grazie all’Alta velocità e alla concorrenza tra operatori, collegamenti come Milano-Roma e Palermo-Torino mostrano tariffe più equilibrate rispetto all’aereo. Ma il quadro complessivo resta scoraggiante per chi vuole viaggiare green oltre confine.
Le proposte di Greenpeace per cambiare rotta
Greenpeace chiede interventi concreti per riequilibrare il sistema.
In primo luogo, l’introduzione di un climate ticket europeo, un abbonamento ferroviario accessibile e valido in più Paesi, che permetta di viaggiare senza dover affrontare costi proibitivi.
Parallelamente, l’eliminazione dei sussidi alle compagnie aeree e l’introduzione di una tassazione sul kerosene e sui voli business. Quelle risorse potrebbero essere reinvestite nel potenziamento delle ferrovie, con particolare attenzione ai collegamenti notturni e transfrontalieri.
Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, un volo emette in media quasi 5 volte più gas serra rispetto a un treno, con picchi fino a 80 volte in base alle tratte. Ma oggi un europeo che vuole fare la scelta giusta per il pianeta deve mettere in conto di spendere tantissimo.
Senza interventi coordinati tra i vari Paesi europei, c’è il rischio che la transizione ecologica rimanga solo sulla carta. Il treno può e deve diventare la spina dorsale della mobilità europa, realizzando il sogno di una metro continentale. Per farlo deve essere competitivo sui prezzi, o le low cost continueranno a vincere e l’ambiente pagherà il conto.