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Pompe di calore per decarbonizzare il riscaldamento: la rivoluzione in casa parte dall’Italia

In molti Paesi europei si sta diffondendo il divieto di utilizzo dei sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, sia per i nuovi edifici che per i vecchi in fase di ristrutturazione

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Redazione

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Energia dalla Terra. Ricavare ciò che ci serve per vivere da una fonte inesauribile e pulita. La pompa di calore geotermica è una tecnologia ancora molto poco sfruttata che utilizza il calore gratuito disponibile nel sottosuolo a bassa profondità o nelle acque superficiali come sorgente termica per riscaldare e raffreddare gli edifici e per produrre acqua calda.

Oggi sappiamo che l’obiettivo dell’Unione Europea è eliminare progressivamente l’utilizzo di sistemi di riscaldamento con combustibili fossili, il cui picco arriverà entro il 2030: se sarà definitivamente emanata la nuova direttiva Ue case green, dal 2024 vieterà i sostegni pubblici ai sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, sia per gli edifici di nuova realizzazione sia per quelli in fase di ristrutturazione. Tradotto, significa anche che i Paesi Ue dovranno dire addio a bonus e agevolazioni varie per installare caldaie a gas.

La rivoluzione passa da pompe di calore evolute

“L’abbandono dei combustibili fossili nel riscaldamento è una scelta da buon padre di famiglia, perché è di buon senso, oltre che obbligata” spiega a QuiFinanza Ferdinando Pozzani, AD di Teon, società italiana appartenente al gruppo Veos nata all’inizio del 2015 da un progetto di ricerca realizzato in collaborazione con Area Science Park dell’Università di Trieste, specializzata in soluzioni innovative per il riscaldamento.

“La maggior parte dei Paesi in Europa lo ha capito, anche da tempo ormai, ed è stata coerente nel modificare la normativa d’incentivazione. Da noi, occorre un cambio di passo, che aiuti a portare maggiore efficienza in un patrimonio edilizio per lo più vecchio e inquinante, dove le famiglie spendono i 2/3 della bolletta energetica nel riscaldamento”.

Più di un terzo del consumo energetico in Italia e il 36% di emissioni di gas serra dipendono dalla costruzione, dall’utilizzo, dalla ristrutturazione e dalla demolizione degli edifici. Il settore edilizio ha dunque delle potenzialità enormi sul risparmio energetico e sullo sviluppo di sistemi sostenibili. Per questo, sostiene Pozzani, sarebbe necessario aggiornare il quadro normativo, premiando proporzionalmente le tecnologie presenti sul mercato in base alla loro capacità di offrire da subito risparmio, efficienza energetica e quindi sostenibilità.

Regina indiscussa del green approach è la pompa di calore, che permette di trasferire il calore da una sorgente a temperatura inferiore – sottosuolo, prima falda, aria – all’ambiente da riscaldare. In fase di raffrescamento, l’impianto rappresenta la sorgente fredda dalla quale viene estratto il calore per ottenere temperature ancora più basse, così da immettere aria fredda. La pompa di calore è una tecnologia che permette di riscaldare o produrre acqua calda sanitaria in modo molto più efficiente – da 3 a 5 volte – rispetto alla caldaia.

Le pompe di calore sono molto più efficienti delle classiche caldaie, perché non producono l’energia necessaria a far funzionare l’impianto attraverso la combustione, ma la trasportano. Per rendere disponibili nell’ambiente da riscaldare 100 unità di energia termica, le caldaie bruciano 120 unità di energia chimica del combustibile fossile. La pompa di calore, invece, utilizza 70-80 unità di energia rinnovabile, necessitando solo 20-30 unità di energia elettrica.

L’azienda italiana green che è in grado di abbassare la bolletta del 40-70%

Teon progetta, costruisce e commercializza pompe di calore estremamente innovative” continua Pozzani. “Grazie all’elevata temperatura di produzione del calore, le nostre pompe di calore possono trovare diverse applicazioni: la singola villetta, i condomini con riscaldamento centralizzato, gli uffici, la pubblica amministrazione, il settore terziario e quello industriale – alimentare, tessile, farmaceutico, chimico, sanitario -, in quest’ultimo caso anche per fornire calore di processo”. Obiettivo: decarbonizzare il riscaldamento nelle città, migliorando la qualità dell’aria e la salute delle persone, ridurre il costo delle bollette e incrementare la classe energetica degli immobili.

Teon ha brevettato una tecnologia unica nel suo genere per le pompe di calore, la Water Blaze, che è in grado di recuperare energia termica che diversamente andrebbe dispersa e la rimette in circolo: a parità di consumi elettrici si ottengono maggiori temperature, cioè maggiore riscaldamento cedibile all’impianto e, di conseguenza, un sensibile risparmio economico.

A differenza delle pompe di calore tradizionali, che producono acqua calda a temperature massime di 55-60 gradi, queste raggiungono e superano gli 80 gradi e possono essere quindi applicate a edifici con riscaldamento centralizzato e dotati di radiatori, oppure anche per usi industriali. Operano, inoltre, in maniera efficiente sfruttando circa tre quarti di calore dalla natura (aria, acqua o terreno) e la parte residua da energia elettrica utilizzata per comprimere il fluido presente all’interno della macchina. In termini di costi, questo significa ridurre la bolletta del 40%-70%, azzerare le emissioni di CO2 e aumentare il valore immobiliare della propria casa.

Un futuro energetico possibile? La geotermia

Nel panorama delle possibili alternative, la geotermia rappresenta senza dubbio una delle frontiere più interessanti. A partire da 15 metri di profondità, la temperatura del sottosuolo è costante e non dipende più dal clima esterno, dunque le risorsa geotermica è una fonte di energia sempre disponibile, per questo infinita, rinnovabile e gratuita, fonte che può pertanto offrire grandi vantaggi al riscaldamento degli edifici residenziali e industriali.

Se adottata in abbinamento alle pompe di calore, gli edifici possono disporre di ben 4 volte la quantità di energia assorbita dalla macchina, evitando poi che i prodotti della combustione delle caldaie siano immessi in atmosfera, con danni alla salute delle persone nelle aree urbane. Insomma, una rivoluzione a portata di natura.

La geotermia a bassa/bassissima entalpia rappresenta un potenziale enorme perché consente, senza particolari limiti, di sfruttare il calore presente nel sottosuolo e utilizzarlo come sorgente termica, arrivando peraltro a profondità piuttosto modeste – da poche decine di metri fino a 150 metri di profondità -, da non confondere quindi con la geotermia ad alta temperatura, come ad esempio il famoso impianto di Larderello in Toscana.

Questo calore a bassa profondità è disponibile in ogni luogo e, pur essendo calore a bassa temperatura (tra i 10 e i 15 gradi), è utilizzabile e valorizzabile proprio attraverso l’uso delle pompe di calore geotermiche, in sostituzione della tipica e inquinante caldaia a gas. Peraltro, questa stessa tecnologia, oltre che riscaldare, è anche in grado di raffrescare l’edificio nel periodo estivo, nel caso in cui l’impianto di distribuzione del calore nell’edificio lo permetta.

Il dato ancor più interessante è che, solo in Italia, il potenziale di energia geotermia a bassa entalpia estraibile è enorme. Ipotizzando di sfruttarlo solo nelle zone climatiche più fredde e quindi a maggior richiesta di riscaldamento del nostro Paese (ad esempio tutta la Pianura Padana, particolarmente inquinata) parliamo di un valore compreso fra i 50 ed i 100 terawattora (TWh) all’anno di energia termica in grado di coprire la richiesta di riscaldamento di un numero di abitazioni compreso tra 6 e 10 milioni.

I benefici sarebbero enormi sotto diversi profili: occupazionali, con una crescita stimata in oltre 33mila nuove assunzioni, ambientali, con una riduzione di emissioni di CO2 equivalenti comprese tra 12 e 20 milioni di tonnellate (superiore a quelle oggi evitate grazie alla produzione rinnovabile degli impianti fotovoltaici in esercizio), ed economici, con un risparmio in bolletta per le famiglie compreso tra 6 e 10 miliardi di euro all’anno.

Da ultimo, questo tipo di soluzione tecnologica, grazie all’uso prevalente di una fonte rinnovabile quale calore contenuto nell’acqua o nel terreno, consente di migliorare di almeno 3 classi energetiche l’edificio oggetto dell’intervento, eventualmente ulteriormente incrementabili in abbinamento a un impianto fotovoltaico o ad altri interventi su involucro e/o infissi, con conseguente incremento del valore degli immobili: una soluzione quindi in grado quindi di valorizzare il principale patrimonio delle famiglie italiane.

Un nuovo stabilimento per l’Europa all’insegna della sostenibilità

Teon opera principalmente in Italia ma ha di recente avviato attività anche in Francia, Germania, Olanda e Spagna e a breve verrà inaugurato un nuovo sito produttivo, a Collegno, provincia di Torino, con un investimento importante pari a circa 10 milioni di euro, che consentirà di passare dall’attuale produzione di massimo 200 unità per arrivare a regime ad una capacità produttiva di 4mila pompe di calore, e che darà lavoro a 100 persone.

Il nuovo stabilimento sarà 100% green e circular, grazie alle pompe di calore, a un impianto fotovoltaico che consentirà di produrre l’energia elettrica necessaria e all’utilizzo nella costruzione delle macchine di materiale riciclato.