Faroe, la mattanza dei delfini sconvolge il mondo: cos’è il Grindagrap

Lo spettacolo raccapricciante dell'oltre migliaio di cetacei trucidati sulla spiaggia ha sconvolto il mondo

Pubblicato: 15 Settembre 2021 23:38Aggiornato: 1 Maggio 2024 15:46

Foto di Miriam Carraretto

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Shock e indignazione da tutto il mondo per le immagini provenienti dalle isole Faroe che hanno fatto il giro del web: il mare tinto di rosso dal sangue di circa 1.500 delfini uccisi brutalmente, con le carcasse dei cetacei esposti come trofei sulla spiaggia. È lo spettacolo raccapricciante del Grindagrap, la caccia tradizionale dell’arcipelago danese nel nord dell’Atlantico, che sconvolge non solo l’opinione pubblica globale, ma anche gli stessi organizzatori.

Faroe, la mattanza dei delfini sconvolge il mondo

Nella controversa caccia alle balene pilota al largo delle Isole Faroe, più di 500 delfini sono stati uccisi nel 2023. Le due ultime battute di caccia, conosciute come “grindadráp” in faroese, hanno portato rispettivamente alla morte di 266 e 180 delfini, secondo quanto dichiarato dal portavoce del governo dell’isola giovedì scorso. Queste sono state le quinta e sesta battute di caccia alla balena pilota dall’inizio dell’anno.

Le balene pilota vengono radunate da imbarcazioni di cacciatori e spinte verso acque basse all’interno di una baia, dove vengono fatte spiaggiare, uccise e macellate dai cacciatori a terra. Questa pratica, conosciuta come grindadráp e descritta come una tradizione culturale centenaria, è approvata e regolamentata dalle autorità locali. Nonostante le richieste delle associazioni animaliste di vietare queste battute di caccia, queste campagne hanno solo rafforzato la determinazione degli abitanti del luogo a mantenere viva la loro tradizione.

La Grindadrap, nota anche come “macello delle balene”, è una pratica antica risalente ai tempi dei Vichinghi, diventata tradizione locale nel corso dei secoli. Sea Shepherd, un’organizzazione impegnata contro la Grindadráp fin dagli anni ’80, ha tentato di fermare questa pratica e ha persino presentato una richiesta alla Commissione europea per azioni contro la Danimarca, accusandola di facilitare la caccia ai cetacei nelle Isole Fær Øer. Tuttavia, le autorità faroesi godono di uno statuto autonomo che le rende indipendenti dalle decisioni dell’Unione europea, consentendo loro di continuare la caccia nonostante le proteste globali.

Nonostante i tentativi di organizzazioni ambientaliste e animaliste di tutto il mondo, la caccia alle balene alle Isole Fær Øer continua, mettendo in discussione non solo la sua etica, ma anche la sua necessità e utilità nel mondo moderno. La lotta per porre fine a questa pratica crudele e disumana continua, ma l’opposizione rimane forte e la strada verso il cambiamento è ancora lunga.

Faroe, cos’è il Grindagrap: la mattanza dei delfini

Come abbiamo visto la Grindadrap, è una caccia di tradizione secolare delle Isole Faroe che ogni anno porta al massacro di circa 600 balene e 35-40 delfini. La pratica consiste nell’incanalare nella baia dell’isola di Eysturoy un gruppo di cetacei, trascinati poi sulla spiaggia di Skálabotnur e trucidati con strumenti tra i più disparati e crudeli come coltelli, arpioni, persino sorte di trapani. Il massacro di domenica avrebbe raggiunto una cifra record: nel 1940 ne furono uccisi 1200.

Secondo l’associazione Sea Shepherd, che da tempo condanna questa pratica quella andata in scena nel 2021 è “la più grande uccisione di delfini o globicefali nella storia delle isole”, con più animali morti che in un’intera stagione nella famigerata “Cove” di Taiji, la mattanza simile che avviene in Giappone. Nnostante lo sgomento, un sondaggio della tv pubblica Kringvarp Foroya ha però rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è favorevole a quella delle balene.