Superbonus, batosta per lo Stato: quanto ci è costato

Dopo la riduzione dell'aliquota al 90% e lo stop alla cessione dei crediti, è probabile che ci sia una diminuzione dell'interesse e degli investimenti Superbonus

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Alla fine di febbraio del 2023, gli investimenti effettuati per i lavori di efficientamento energetico agevolati dal superbonus hanno portato a detrazioni fiscali a carico dello Stato per un totale di 75,3 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta un aumento rispetto ai 71,7 miliardi di euro registrati alla fine di gennaio dello stesso anno e ai 68,7 miliardi di euro registrati alla fine di dicembre 2022.

Superbonus: detrazioni fiscali per 75,3 miliardi di euro

Il report mensile di Enea sull’utilizzo del superbonus, aggiornato al mese scorso, ha rivelato che gli investimenti finanziati dallo Stato sono stati suddivisi in 32,8 miliardi di euro per i condomini, 25,2 miliardi per gli edifici unifamiliari e 10,5 miliardi per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. In totale, gli investimenti hanno ammontato a circa 68,5 miliardi di euro, il cui 110% corrisponde alle detrazioni fiscali di 75,3 miliardi di euro registrate a fine febbraio. Nel mese di febbraio, in particolare, si è registrato un aumento di 3,3 miliardi di euro rispetto al mese precedente. Tuttavia, negli ultimi tre mesi si è notato un rallentamento dell’andamento generale del superbonus rispetto ai mesi precedenti.

I numeri nel dettaglio

A fine febbraio, le asseverazioni presentate per il superbonus sono aumentate a quasi 385.000, rispetto alle 372.000 registrate a fine gennaio. Tra queste, quasi 54.800 riguardano i condomini (51.200 il mese precedente), 221.000 gli edifici unifamiliari (215.000 a fine gennaio) e quasi 109.000 le unità immobiliari funzionalmente indipendenti (106.000 il mese precedente).

Il report mensile di Enea conferma che l’investimento medio per il superbonus rimane costante per ogni tipologia di edificio: 598.000 euro per i condomini, 114.000 euro per gli edifici unifamiliari e 97.000 euro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

La tendenza dei trend registrati segue l’andamento dei lavori del superbonus, già iniziati o in via di completamento. Tuttavia, nei prossimi mesi si potrebbe notare l’effetto delle restrizioni recentemente imposte sui bonus edilizi e sul superbonus.

Lo stop alla cessione del credito e Superbonus al 90%

Dal 1° gennaio 2023, l’aliquota del superbonus è stata ridotta dal 110% al 90% per i condomini, gli edifici da 2 a 4 unità con unico proprietario e le prime case il cui proprietario ha un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro. Successivamente, dal 1° gennaio 2024, l’aliquota sarà ulteriormente ridotta al 70% e dal 31 dicembre 2025 al 65%.

Chi ha completato i necessari adempimenti burocratici entro le date prestabilite (18 novembre 2022, 25 novembre 2022, 31 dicembre 2022) ha mantenuto il diritto di usufruire del superbonus con l’aliquota del 110%.

La normativa del superbonus è stata modificata di recente con il DL 11/2023. A partire dal 17 febbraio scorso, per ogni nuova spesa per lavori agevolati con superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, sismabonus, sismabonus acquisti, bonus barriere architettoniche, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per le auto elettriche, non è più possibile ottenere lo sconto in fattura né la cessione del credito. Invece, la detrazione fiscale prevista dal bonus può essere recuperata, nella percentuale prevista dal bonus di riferimento, esclusivamente come detrazione dall’Irpef.

La riduzione delle agevolazioni del superbonus è stata criticata da molti come eccessiva e attualmente la questione è ancora in discussione nella fase di conversione del DL 11/2023 in legge. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di iscrivere i crediti maturati sul superbonus sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate non appena vengono presi in carico dalla banca.

Ultima chiamata per l’asseverazione Enea

È importante sottolineare che coloro che hanno effettuato lavori edilizi con il Superbonus e desiderano optare per la cessione del credito per le spese sostenute nel 2022, hanno due importanti scadenze da rispettare. La prima scadenza è quella dell’asseverazione all’Enea, che deve essere completata entro il prossimo 24 marzo. La seconda scadenza è quella della comunicazione dell’opzione di cessione e sconto in fattura, che deve essere inviata all’Agenzia delle Entrate entro il prossimo 31 marzo. È fondamentale rispettare entrambe le scadenze per poter beneficiare della cessione del credito.

È importante ricordare che il decreto Milleproroghe ha prorogato il termine per l’invio alla fine del mese, ossia il 31 marzo 2023, della comunicazione all’Agenzia delle Entrate per l’esercizio delle opzioni alternative alla detrazione fiscale diretta, ovvero la cessione del credito e lo sconto in fattura, riguardanti le spese sostenute nel 2022. Tale proroga vale anche per le rate residue non utilizzate per le detrazioni relative alle spese sostenute nel 2020 e nel 2021.

Estensione agevolazioni per interventi edili e riqualificazioni immobiliari

La proroga si applica ai lavori edili effettuati su singole unità immobiliari o parti comuni degli edifici, includendo le seguenti agevolazioni: Superbonus, ristrutturazioni, Bonus facciate, Ecobonus, Sismabonus, installazione di impianti fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, nonché la rimozione di barriere architettoniche.

Secondo le istruzioni dell’Agenzia, la comunicazione di cessione del credito del Superbonus deve essere inviata “a partire dal quinto giorno lavorativo successivo al ricevimento della ricevuta di avvenuta trasmissione dell’asseverazione dall’Enea”.