Crescono le rinnovabili in Italia (+ 5,79 GW), ma obiettivi 2030 ancora lontani

A scattare la fotografia è la 19esima edizione del rapporto Comuni rinnovabili di Legambiente che mette in luce come il 2023 sia stato l'anno del fotovoltaico

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 29 Maggio 2024 16:08

Nel 2023, l’Italia ha registrato un significativo aumento delle installazioni di energie rinnovabili, con 5,79 GW di nuova capacità. Questo segna un ritorno alla crescita delle rinnovabili dopo 12 anni, con un incremento di 4,2 GW rispetto al 2012 e di 2,6 GW rispetto al 2022. Il solare fotovoltaico ha trainato questa crescita, contribuendo con 5,23 GW di nuova potenza installata, seguito dall’eolico che, sebbene con un ritmo più lento, ha aggiunto 487 MW.

Questi dati rappresentano un importante progresso, suggerendo che l’Italia sta finalmente dirigendosi nella giusta direzione. I primi dati del 2024 confermano questa tendenza, mostrando un incremento del 52% della capacità rinnovabile in esercizio rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, nonostante questa crescita significativa, le nuove installazioni non sono ancora sufficienti per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030.

Considerando la media delle installazioni degli ultimi tre anni, l’Italia raggiungerà i 90 GW di potenza rinnovabile installata solo nel 2046, con un ritardo di ben 16 anni rispetto all’obiettivo del 2030. Pertanto, sebbene i progressi siano evidenti, è necessario accelerare ulteriormente il ritmo delle installazioni per rispettare le scadenze previste e garantire un futuro energetico sostenibile.

Crescita delle fonti rinnovabili in Italia nel 2023 secondo il rapporto di Legambiente

La 19ª edizione del rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente, presentata il 28 maggio a Roma presso la sede del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), partner del rapporto, offre una dettagliata fotografia della diffusione delle energie rinnovabili in Italia. L’associazione ambientalista, attraverso l’analisi dei dati forniti da Terna, mette in luce non solo l’avanzamento delle rinnovabili, ma anche le buone pratiche e le comunità energetiche rinnovabili e solidali emergenti nel Paese.

Durante l’evento, Legambiente e il Gruppo MET hanno premiato diverse realtà e progetti con la prima edizione del premio dedicato alle comunità energetiche. Tra i premiati figurano la Comunità Energetica Rinnovabile Solar ValleyCER Monferrato, in Piemonte, la CommOn Light di Ferla (SR), in Sicilia, e la CERS Tor Fiscale a Roma. Altri progetti degni di nota includono quelli dell’isola di Ventotene e della CERS STIF-ONE (Narni-TR).

Questi esempi rappresentano un’importante spinta verso un futuro energetico sostenibile, dimostrando come le iniziative locali possano giocare un ruolo cruciale nella transizione energetica italiana.

La diffusione delle fonti rinnovabili nei comuni italiani nel 2023

L’Italia testimonia una diffusione capillare delle energie rinnovabili: al 2023, ben 7.891 dei 7.896 comuni italiani hanno adottato almeno una forma di energia pulita, dimostrando un impegno nazionale verso la sostenibilità. Quest’anno segna l’apice per il solare fotovoltaico, con 7.860 comuni che hanno investito in questa tecnologia, evidenziando un incremento di 560 comuni rispetto al 2022, e portando la potenza complessiva a 30,2 gigawatt (GW). Questa crescita notevole di oltre 5 GW in un anno è stata principalmente guidata da piccoli impianti.

Tra le grandi città, Roma spicca con 4.890 impianti solari e una potenza di 32,05 MW, seguita da Padova con 1.918 impianti e 15,03 MW, e Ravenna con 1.519 impianti e 11,07 MW, posizionandosi come le città di maggior rilievo nel sostegno allo sviluppo fotovoltaico nel 2023.

L’energia eolica, sebbene cresca più lentamente, è presente in 1.043 comuni e contribuisce al 7,6% del fabbisogno energetico elettrico del paese, con 101 nuovi impianti realizzati nel 2023 e che coinvolgono 61 comuni in regioni quali Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.

Anche l’idroelettrico mostra segnali positivi, con 1.971 comuni (+398 rispetto al 2022) dotati di almeno un impianto, e 72 nuovi impianti realizzati nel 2023, incrementando la capacità di 30,89 MW. Questi includono un impianto di grandi dimensioni e hanno interessato 68 comuni.

Per quanto riguarda gli impianti a biomassa, il numero di comuni coinvolti sale a 1.680, con un aumento di 29 rispetto al 2022. La geotermia rimane stabile, senza nuovi impianti realizzati, ma con attese per i nuovi progetti a media entalpia già autorizzati.

Questi risultati sottolineano l’impegno dell’Italia nella transizione energetica verso fonti più sostenibili e pulite, con il solare fotovoltaico che emerge come protagonista indiscusso del 2023.

Rinnovabili in Italia, un fermento frenato da ostacoli burocratici e politici

In Italia, un vivace entusiasmo per le energie rinnovabili emerge dal tessuto imprenditoriale, testimoniando una crescente volontà di transizione verso fonti energetiche più sostenibili. Tuttavia, questo fermento incontra notevoli ostacoli che ne rallentano il progresso. La lentezza degli iter amministrativi, complessità normative, barriere culturali e regolamenti datati sono solo alcune delle difficoltà che imprese e progetti affrontano, lasciando molti di essi in sospeso.

Numerosi progetti rimangono fermi, in attesa di valutazioni da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, o si trovano bloccati a causa dell’ostracismo del Ministero della Cultura. Inoltre, ritardi significativi si registrano a causa della difficoltà della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel risolvere i conflitti interministeriali, senza dimenticare l’aumento esponenziale delle richieste di connessione alla rete.

Le politiche del Governo Meloni, orientate verso il gas e il nucleare, aggiungono ulteriori complicazioni, insieme a ostacoli trasversali come la moratoria in Sardegna, le opposizioni locali, e la lentezza nel processo di valutazione e autorizzazione da parte delle Regioni. Tra queste, l’eccezione sembra essere la Regione Campania, che si distingue per una maggiore efficienza.

Questo scenario evidenzia la necessità di un approccio più snello e di un rinnovamento normativo che possa facilitare la transizione energetica del paese verso l’adozione di fonti rinnovabili, eliminando gli ostacoli burocratici e promuovendo una cultura più aperta e favorevole all’innovazione.

Sette priorità per accelerare la transizione energetica in Italia secondo Legambiente

Legambiente indica al Governo Meloni sette priorità di intervento per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili e trasformare l’Italia nell’hub delle fonti pulite:

  1. Testo unico per le rinnovabili: semplificare e velocizzare le autorizzazioni. Legambiente propone un testo unico per le autorizzazioni per le energie rinnovabili, revisionando le norme attuali per semplificare gli iter e definire tempi certi. L’obiettivo è quello di sbloccare la burocrazia e accelerare la realizzazione di nuovi impianti.
  2. Cabina di regia nazionale per imprese e cittadini. Per facilitare il dialogo tra imprese, cittadini e istituzioni, Legambiente propone la creazione di una cabina di regia nazionale che, insieme alle Regioni, funga da punto di riferimento unico per informazioni e assistenza.
  3. Aree idonee: individuazione rapida per un futuro rinnovabile. È necessario accelerare il processo di definizione delle aree idonee alla realizzazione degli impianti di energia rinnovabile, per dare certezza alle imprese e favorire investimenti strategici.
  4. Obbligo di fotovoltaico su tetti e aree dismesse, l’esempio della Francia. Seguendo l’esempio della Francia, Legambiente propone di approvare una norma che obblighi alla realizzazione di impianti solari fotovoltaici su parcheggi, coperture di supermercati e mercati, ma anche su ex cave in disuso. Un modo per sfruttare al meglio i tetti e le aree già compromesse, contribuendo alla transizione energetica.
  5. Partecipazione dei territori: protagonisti informati della transizione. Coinvolgere attivamente i territori è fondamentale per una transizione energetica giusta e sostenibile. Legambiente propone di istituire e regolamentare la partecipazione dei cittadini, rendendoli protagonisti informati del processo decisionale.
  6. 90 GW di rinnovabili entro il 2030: un piano ambizioso per l’Italia. Per centrare gli obiettivi climatici e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, Legambiente propone di elaborare un piano concreto che porti l’Italia a installare 90 GW di nuovi impianti di energia rinnovabile entro il 2030.
  7. Stop alle moratorie: rafforzare il divieto per Comuni e Regioni. In linea con le sentenze della Corte Costituzionale, Legambiente propone di rafforzare il divieto di moratoria per Regioni e Comuni, eliminando gli ostacoli burocratici che frenano la realizzazione di impianti rinnovabili.

Queste sette priorità rappresentano un quadro completo e ambizioso per fare dell’Italia un hub delle rinnovabili. Le proposte di Legambiente offrono al Governo Meloni un percorso concreto per accelerare la transizione energetica, creare nuove opportunità di sviluppo e tutelare l’ambiente per le generazioni future.

Mancanza di visione e volontà politica frenano la transizione energetica

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, critica l’inerzia della classe politica nel promuovere le energie rinnovabili, mentre i territori mostrano un crescente interesse nel settore. Nel 2023, le comunità locali hanno stimolato nuove installazioni, ma il Governo persiste nelle politiche a favore dei combustibili fossili e del nucleare, trascurando le rinnovabili, gli accumuli, l’efficienza energetica e le reti.

Ciafani sottolinea la necessità di un piano strutturato con norme chiare e tempi definiti per affrontare queste sfide. Mentre nel 2022 l’Italia ha stanziato oltre 52 miliardi per sostenere i combustibili fossili, le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 rimanere in fase di stallo, a causa della mancanza di visione e volontà politica.

Le decisioni nazionali e regionali, influenzate da una scarsa fiducia nelle energie rinnovabili, mettono in discussione l’impegno dell’Italia nel rispettare gli accordi climatici internazionali, evidenziando la necessità di una leadership politica più attiva e orientata al futuro.

Cinque premi per raccontare il cambiamento in atto nella Penisola

Le comunità energetiche rinnovabili e solidali (CERS) sono protagoniste di un cambiamento importante in Italia. Lo dimostrano i progetti premiati da Legambiente e dal Gruppo MET con la prima edizione del premio dedicato a queste nuove configurazioni energetiche.

“Il messaggio che sosteniamo con questo premio”, dichiara Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, “è che le comunità energetiche sono fatte innanzitutto di persone. Persone che scelgono un modello di produzione e consumo energetico più distribuito ed equo”. Un modello che non si limita al risparmio in bolletta, ma che contribuisce alla valorizzazione dei territori e delle comunità, senza lasciare nessuno indietro.

Nella categoria “CERS realizzate“, il primo posto va alla Comunità Energetica Rinnovabile Solar Valley – CER Monferrato, in Piemonte. La comunità, formata da ben dieci Amministrazioni comunali, distribuisce equamente gli incentivi tra i suoi componenti. Seguono CommOn Light, la comunità energetica di Ferla (SR), in Sicilia, e la CERS Tor Fiscale “A otto minuti dal sole” a Roma.

Tra le “CERS in progetto“, vince l’isola di Ventotene (LT), che mira a diventare completamente autosufficiente energeticamente e a creare nuovi posti di lavoro per i giovani. Seconda classificata la CERS STIF-ONE (Sustainable Transition Innovation Framework n.1) nel borgo di Stifone (Narni – TR), che prevede il recupero della storica centrale idroelettrica di Stifone e l’utilizzo di fonti rinnovabili idrica e fotovoltaica.

I progetti premiati dimostrano la validità e la potenzialità delle comunità energetiche. Un modello che può essere replicato in tutto il Paese per accelerare la transizione verso un futuro energetico più sostenibile, equo e partecipativo.

“Le comunità energetiche”, conclude Eroe, “sono un’occasione per ripensare il nostro rapporto con l’energia e per costruire un futuro migliore per tutti”.

Rinnovabili, buone pratiche per l’Italia sostenibile

Legambiente ha recentemente ampliato la sua mappatura delle iniziative virtuose nel campo delle energie rinnovabili, aggiungendo 13 nuove buone pratiche alle 326 già identificate nei suoi report precedenti. Queste esperienze dimostrano come l’innovazione nel settore energetico possa coniugarsi con il rispetto e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale.

Un esempio notevole viene da Ravenna, dove il Teatro Dante Alighieri, posizionato nel cuore del centro storico e in accordo con le direttive della Sovrintendenza, ha adottato l’energia solare per coprire il 25% del suo fabbisogno energetico. Questo caso evidenzia la potenzialità degli impianti fotovoltaici anche nei contesti urbani più delicati e protetti.

Altro esempio di eccellenza è l’impianto di biometano di Ostra, in provincia di Ancona, capace di trasformare 32,5 tonnellate di rifiuti organici in gas per il riscaldamento di circa 3.000 abitazioni. Questo progetto non solo contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra ma promuove anche un modello di economia circolare.

Nelle aree del Pavese e del Vercellese, la partecipazione delle comunità locali ha giocato un ruolo cruciale nella realizzazione di parchi solari, esemplificando come l’energia rinnovabile possa essere un progetto condiviso e sostenuto attivamente dai cittadini.

Infine, l’impianto agrivoltaico di Tarquinia (VT) rappresenta un modello di come l’energia rinnovabile possa integrarsi rispettosamente con l’ambiente e le vocazioni territoriali, promuovendo al contempo la riqualificazione di aree industriali dismesse, come dimostrato dal progetto nella zona industriale di Villacidro, nel Sud Sardegna.

Questi casi di successo illustrano il potenziale trasformativo delle energie rinnovabili, quando applicate con sensibilità e attenzione alle specificità locali, offrendo soluzioni sostenibili che rispondono alle esigenze di comunità e ambiente.

Record di installazioni, ma ancora lontani dai target

Il 2023 è stato un anno record per l’installazione di capacità di energia rinnovabile in Italia e la conferma arriva anche dal Renewable Energy Report 2024 (RER) redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Ma questa crescita non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030 (9 GW l’anno di installazioni secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima).

Il report del Politecnico di Milano sottolinea le difficoltà incontrate nello sviluppo di impianti di grande taglia, ostacolati dalle preoccupazioni per l’impatto sul consumo di suolo e da un sistema di aste per le tariffe di remunerazione dell’energia prodotta che non rispecchia più i costi reali degli impianti né le dinamiche di mercato. Questi fattori potrebbero minacciare la continuità del boom rinnovabile sperimentato tra il 2021 e il 2023, periodo in cui il settore fotovoltaico ed eolico ha generato un volume d’affari compreso tra 9 e 10 miliardi di euro.

Rallentamento previsto nel settore delle energie rinnovabili in Italia

Davide Chiaroni, co-fondatore di Energy & Strategy e responsabile dello studio, conferma che gli impianti di grande taglia non stanno crescendo né nel fotovoltaico né nell’eolico. Nel 2023, oltre il 95% delle nuove installazioni fotovoltaiche erano di piccola taglia, e l’eolico ha contribuito con soli 500 MW. Le aste fissate dal Decreto ministeriale Fer 1 del 2019 non hanno stimolato adeguatamente il mercato a causa della complessità dei sistemi autorizzativi e dell’inadeguatezza delle tariffe d’asta.

Chiaroni prevede un rallentamento delle installazioni nel 2025-2026, con stime di crescita annuale di solo 1-1,5 GW per il fotovoltaico e 400-500 MW per l’eolico, ben al di sotto dei 7 GW e 2 GW necessari per raggiungere gli obiettivi del Pniec al 2030. Questo rallentamento rappresenta un rischio significativo, dato il contributo economico delle rinnovabili, che nel 2023 hanno generato 9-10 miliardi di euro, con il 60% dei benefici rimasti in Italia.

Oltre 25.000 imprese italiane sono coinvolte nel settore delle rinnovabili, ma senza un impegno continuo e coordinato da parte dei decisori politici e delle istituzioni, l’Italia non realizzerà il suo pieno potenziale nel campo delle energie rinnovabili.