Anche il packaging inquina, parecchio, e sempre più persone scelgono con attenzione i prodotti che acquistano anche sulla base delle confezioni in cui sono venduti. Un’alternativa sostenibile agli imballaggi in plastica e cartone arriva ora dalle bucce di cipolla, grazie alla speciale invenzione di una startup britannica che punta a rivoluzionare il settore degli imballaggi con materiali ecologici e smart.
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La nuova frontiera degli imballaggi è il green packaging
Per quanto siano nettamente più ecosostenibili di plastica, vetro, alluminio e altri materiali, i contenitori di carta e cartone comunque inquinano. Se è vero che causano circa tre quarti di emissioni di CO2 durante il loro intero ciclo di vita rispetto alle altre tipologie di imballaggi, è anche vero che per ogni tonnellata di imballaggio di cartone prodotto in Europa vengono emessi in media ben 326 kg di anidride carbonica.
Ora finalmente qualcosa nell’attenzione dei consumatori sta cambiando. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Packaging del Largo consumo di Nomisma, il green packaging, cioè il packaging ecosostenibile, sta diventando sempre più determinante nelle decisioni di acquisto alimentare degli italiani.
Nell’ultimo anno il 54% di noi ha acquistato una marca di prodotto diversa dal solito perché aveva una confezione più sostenibile e il 18% ha smesso di acquistare un determinato prodotto proprio perché il suo packaging non era sostenibile o riciclabile.
Dalla buccia di cipolla nuovi materiali bio per i cibi
Oggi una nuova invenzione è pronta a rendere gli imballaggi più eco-friendly, nell’ottica di risparmiare, ridurre lo spreco e riutilizzare gli scarti. A Oban, piccola città sulla costa occidentale della Scozia, la startup Huid, fondata dalla giovane imprenditrice Renuka Ramanujam, ha sviluppato una tecnologia in grado di trasformare le bucce di cipolla, considerate finora un semplice scarto, in materiali sostenibili per la creazione di buste per verdure e cartoni per uova.
“Ui” è la parola che si usa in olandese per dire cipolla e “huid” significa buccia di cipolla. Il nome dell’azienda riflette non solo il prodotto innovativo, ma anche il percorso personale della fondatrice, nata proprio in Olanda, cresciuta a Singapore e residente nel Regno Unito da oltre un decennio.
Tutti i benefici della buccia di cipolla
“Le bucce di cipolla sono la forma di imballaggio propria della natura, proteggono la cipolla dai danni e sono un’abbondante fonte di rifiuti. Tuttavia, dopo aver parlato con vari scienziati, mi sono resa conto che nessuno li utilizzava come materiale e ho individuato una lacuna nel mercato per una nuova varietà di imballaggi ecologici”, ha spiegato Ramanujam.
In collaborazione con agricoltori ed enti di ricerca, con il suo team di lavoro è riuscita a sfruttare le proprietà uniche delle bucce di cipolla: i suoi scarti, infatti, oltre a essere abbondanti, contengono anche composti antimicrobici e antiossidanti in grado di prolungare la conservazione, e quindi la data di scadenza, degli alimenti deperibili.
Il processo prevede l’estrazione di cellulosa di alta qualità dagli strati esterni delle bucce di cipolla, combinata con biopolimeri naturali. Il risultato è un materiale versatile. Finora sono stati creati infatti due prototipi: Cellofil, un sostituto della classica pellicola flessibile usata per le buste, e Pyber, simile al cartone per contenitori.
Ogni anno, solo nel Regno Unito, le famiglie smaltiscono circa 90 miliardi di imballaggi in plastica. Questa tecnologia mira a ridurre significativamente l’impatto del packaging, promuovendo un’economia circolare che valorizza gli scarti come risorsa. Se tutto filerà liscio, entro la fine del 2025 verrà lanciata sul mercato una carta realizzata interamente con bucce di cipolla, senza dubbio un ulteriore valido alleato nella lotta al cambiamento climatico.