Ue fa marcia indietro: von der Leyen apre al dialogo con gli agricoltori. Cosa cambia

La presidente della Commissione Ue cede alla pressione degli agricoltori, ma la decisione solleva interrogativi sulle strategie ambientali e sulla sostenibilità

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 7 Febbraio 2024 15:06

La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il 6 febbraio il ritiro di una proposta di legge che puntava a ridurre l’uso dei pesticidi in agricoltura. La decisione arriva dopo che il Parlamento europeo aveva già bocciato il testo lo scorso anno.

Presentata nel 2022, la proposta era un elemento chiave del Green Deal europeo, il piano d’azione per la transizione ecologica dell’UE. L’obiettivo era quello di dimezzare l’uso dei prodotti fitosanitari chimici nell’Unione europea entro il 2030, rispetto al periodo 2015-2017.

Cosa conteneva la proposta di regolamento europeo sull’uso sostenibile dei pesticidi

La proposta di regolamento aveva l’ambizioso scopo di ridurre drasticamente l’uso e i rischi dei prodotti fitosanitari chimici nell’UE entro il 2030, è stata ritirata. Il testo prevedeva obiettivi vincolanti e parametri nazionali per garantire una riduzione omogenea su scala europea, promuovendo l’utilizzo di metodi alternativi ed ecologici nella gestione delle infestazioni.

Le misure proposte includono l’obbligo di tenere registri da parte degli agricoltori e altri utilizzatori professionali di pesticidi, nonché norme specifiche per colture che identificano alternative ai pesticidi chimici. Inoltre, il regolamento avrebbe vietato l’uso di pesticidi in aree urbane verdi, parchi, scuole e altre zone sensibili.

La proposta mirava a trasformare la direttiva vigente in un regolamento direttamente applicabile in tutti gli stati membri, affrontando le carenze e le disparità nell’attuazione delle norme esistenti riscontrate nell’ultimo decennio. Tuttavia, il ritiro della proposta solleva interrogativi sul futuro delle politiche ambientali legate all’agricoltura in Europa.

Von der Leyen ritira la proposta di legge sui pesticidi e annuncia un nuovo piano

La presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato durante la Plenaria del Parlamento europeo che proporrà al collegio dei commissari “il ritiro” della proposta legislativa sui pesticidi. Nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza di ascoltare le preoccupazioni degli agricoltori riguardo al futuro dell’agricoltura e ha riconosciuto la necessità di un passaggio verso modelli di produzione più sostenibili. Von der Leyen ha descritto la proposta come un “simbolo di polarizzazione” e ha annunciato che verrà presentata una nuova proposta più matura in futuro. La presidente ha dedicato parte del suo discorso alle sfide affrontate dagli agricoltori, compresi i cambiamenti climatici, le proteste e le difficoltà economiche legate alla guerra in Russia, all’inflazione e all’aumento dei costi energetici e dei fertilizzanti. Ha enfatizzato l’importanza di riconoscere il duro lavoro degli agricoltori e di esprimere gratitudine e rispetto nei loro confronti.

Verso un futuro agricolo sostenibile: il dialogo strategico dell’Ue

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha accolto con favore l’annuncio della Commissione europea riguardante il ritiro della proposta legislativa sui pesticidi. Ha sottolineato il ruolo attivo dell’Italia nel promuovere un approccio più concreto e sensato verso la produzione agricola, il rispetto del lavoro e la sostenibilità ambientale a livello europeo.

Nel contesto di tale discussione, la Commissione europea ha lanciato il “Dialogo Strategico sul Futuro dell’Agricoltura“, invitando rappresentanti di vari settori, inclusi agricoltori, comunità rurali, industria delle sementi e dei fertilizzanti, settore alimentare, finanziario, consumatori, gruppi ambientalisti e scienza. L’obiettivo è analizzare la situazione attuale, condividere idee e sviluppare scenari futuri, superando le polarizzazioni nel dibattito e costruendo fiducia. Von der Leyen ha enfatizzato l’importanza della fiducia come base fondamentale per soluzioni praticabili, considerando che il sistema alimentare europeo è unico e di grande rilevanza per tutti.

Incentivi per la natura: l’appello di von der Leyen agli agricoltori

La presidente della Commissione Ue ha sottolineato la necessità di fornire agli agricoltori incentivi convincenti per adottare misure di miglioramento della natura. Ha ammesso che forse non è stata presentata un’argomentazione commerciale valida e ha proposto l’idea di utilizzare sussidi pubblici per offrire veri incentivi che vanno oltre la semplice perdita di resa. Von der Leyen ha lanciato l’idea innovativa di “etichettatura premium“, in collaborazione con rivenditori e trasformatori, come possibile strumento.

La presidente ha evidenziato la criticità del terreno fertile per il sostentamento degli agricoltori, notando che una percentuale significativa di suoli in Europa versa attualmente in cattive condizioni. Ha sottolineato la necessità di invertire questa tendenza, riconoscendo gli sforzi di molti agricoltori ma sottolineando che occorre fare di più. Von der Leyen ha enfatizzato che la conservazione della natura può avere successo solo attraverso un approccio incentrato sugli agricoltori, basato sull’incentivazione, perché solo garantendo loro la possibilità di vivere della terra si potrà investire veramente nel futuro.

Bruxelles annuncia piano climatico e fa marcia indietro sulla riforma agricola

La Commissione europea ha ritirato il suo progetto di riforma della Politica agricola comune (Pac), che prevedeva una maggiore responsabilizzazione degli Stati membri nella gestione dei fondi e una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale. La decisione è stata presa dopo le forti critiche e le proteste degli agricoltori, che temevano una riduzione delle loro entrate e una maggiore burocrazia.

Il ritiro del testo è avvenuto lo stesso giorno in cui la Commissione ha presentato il suo piano climatico per il 2040, che mira a ridurre del 90 per cento le emissioni di gas serra rispetto al 1990. Il piano prevede una serie di misure per decarbonizzare i settori dell’energia, dei trasporti, dell’industria e dell’edilizia, ma lascia ampio margine di manovra al settore agricolo, che rappresenta l’11 per cento delle emissioni europee.

Per placare le tensioni con gli agricoltori, la Commissione ha anche proposto alcune misure di sostegno, come una deroga parziale agli obblighi di messa a riposo dei terreni, dei limiti alle importazioni dall’Ucraina e una semplificazione della Pac. Inoltre, ha ammesso che non ci sono le condizioni per firmare un accordo commerciale con il Mercosur, che avrebbe esposto gli agricoltori europei alla concorrenza dei prodotti sudamericani.

Pesticidi: tra norme europee, innovazioni tecnologiche e impatto ambientale

I pesticidi, o fitofarmaci, sono prodotti fitosanitari che servono a proteggere le colture da malattie e parassiti. Esistono diversi tipi di pesticidi, come erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi, fitoregolatori e repellenti. L’uso eccessivo di pesticidi può causare problemi ambientali e sanitari, come l’inquinamento delle acque, la perdita di fertilità del suolo, la scomparsa degli insetti impollinatori, l’alterazione della biodiversità vegetale e i rischi per la salute umana.

L’uso dei pesticidi in Italia è calato negli ultimi anni, ma l’agricoltura ricorre ancora spesso a sostanze chimiche sintetiche. Dai dati europei sull’impiego di pesticidi nell’agricoltura, emerge che la maggior parte sono fungicidi e battericidi (40%), mentre gli erbicidi rappresentano circa il 33% e gli insetticidi e acaricidi il 13%.

L’Unione europea ha stabilito delle regole rigorose per la commercializzazione e l’utilizzo dei pesticidi e dei loro residui negli alimenti. I pesticidi devono essere autorizzati prima di essere venduti o usati. Per questo esiste un’agenzia di controllo, l’Efsa – Autorità europea per la sicurezza alimentare. Il sistema di controllo funziona a due livelli:

  • l’Efsa valuta le sostanze attive dei pesticidi
  • gli Stati membri autorizzano i prodotti a livello nazionale

La Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha proposto di ridurre del 30% l’uso dei pesticidi in agricoltura entro il 2035. Una proposta più severa, che prevedeva un taglio del 50% entro il 2030, è stata scartata. Esistono delle tecnologie genetiche avanzate – non Ogm – che possono diminuire notevolmente l’uso dei pesticidi, ad esempio nella viticoltura. Inoltre, ci sono delle tecniche meccaniche chiamate “precision farming”, che usano droni e foto aeree, che permettono di usare i pesticidi in modo più efficiente e limitato.

Alcuni pesticidi sono stati vietati per i loro effetti nocivi, come il DDT, che in Italia fu proibito nel 1978. Altri esempi recenti sono i fungicidi contro i nematodi e le etossichine, che erano usati per conservare la frutta e prevenire l’annerimento dopo la raccolta.

L’Italia è uno dei paesi più virtuosi in Europa per quanto riguarda il rispetto dei limiti dei residui di pesticidi per l’agricoltura nei prodotti destinati al consumatore. Su un campione di circa 1.500 prodotti, solo lo 0,40% ha superato i limiti stabiliti. Secondo l’Efsa, non ci sono pericoli per la salute dei consumatori.

Coldiretti: “Il ritiro della proposta di regolamento sui fitofarmaci salva le produzioni nazionali”

Secondo Coldiretti, il ritiro della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (Sur) è una vittoria per il 30% delle produzioni che compongono la dieta mediterranea, come il vino e il pomodoro. Queste produzioni erano a rischio a causa dell’obiettivo “irrealistico” di dimezzare l’uso di agrofarmaci.

Tuttavia, ciò non significa che i contadini italiani siano nemici dell’ambiente, anzi. L’Italia vanta il maggior numero di imprese agricole “green” in Europa, che coltivano con metodi biologici su circa un quinto della superficie agricola totale. Inoltre, nel corso di un decennio, l’Italia ha ridotto del 20% l’uso di fitofarmaci, stabilendo così un record.

Il problema della sicurezza alimentare in Italia non è causato dai contadini, bensì dalla massiccia importazione di prodotti stranieri. Secondo il sistema di allerta Rapido (Rassf), più dell’86% dei prodotti alimentari allarmanti proviene dall’estero. Dei 317 allarmi registrati nel 2022, il 33% riguardava importazioni provenienti da altri Stati dell’Unione Europea e il 53% proveniva da Paesi extracomunitari. Solo il 14% degli allarmi riguardava prodotti di origine nazionale.

Slow Food: per l’ambiente e l’agricoltura serve coerenza nelle regole

Francesco Sottile, del Consiglio di amministrazione di Slow Food, sottolinea l’importanza dell’ambiente per gli agricoltori. A suo avviso, il ritiro del regolamento sui pesticidi e la deroga ai terreni a riposo sono solo palliativi che non risolvono i problemi della produzione, aggravati dalla crisi climatica.

Per proteggere le produzioni italiane, Sottile propone di non ricorrere a chiusure di confini e dazi, ma di esigere che gli accordi commerciali rispettino le stesse regole produttive. Non è accettabile, secondo lui, che paesi diversi abbiano regole e costi di produzione diversi, creando una concorrenza sleale a danno di agricoltori onesti e virtuosi che producono secondo il metodo agroecologico.

Legambiente critica il ritiro della proposta Ue sui pesticidi

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha commentato l’annuncio della presidente della Commissione Ue riguardante la proposta di ritiro del regolamento sui pesticidi. Esprimendo preoccupazioni, Ciafani afferma che questa mossa rappresenta un passo indietro sul tema cruciale dell’agrogeologia e del futuro dell’agricoltura, senza benefici per agricoltori, ambiente e salute dei cittadini.

Secondo Ciafani, l’annuncio sembra essere una strumentalizzazione politica in vista delle prossime elezioni europee. Il regolamento discusso avrebbe potuto essere un pilastro della nuova Politica Agricola Comune, contribuendo a un ambizioso Green Deal europeo e sostenendo gli obiettivi della strategia Farm to Fork, come la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici entro il 2030.

Legambiente auspica che una nuova proposta di regolamento, se formulata dalla Commissione Ue, segua la stessa direzione di quella ritirata, sostenendo l’agricoltura biologica come prioritaria nella riduzione dei pesticidi. L’obiettivo dichiarato è la difesa della qualità delle produzioni europee, dell’ambiente e della salute di agricoltori e consumatori.

Allarme residui di pesticidi negli alimenti

Angelo Gentile, responsabile nazionale agricoltura di Legambiente, ha denunciato la presenza di residui di pesticidi nella frutta, nella verdura e negli alimenti che consumiamo quotidianamente. Si tratta di una situazione grave che richiede una regolamentazione adeguata. Il SUR, il regolamento sui pesticidi proposto dalla Commissione Ue, era un passo in questa direzione, ma è stato ritirato dalla stessa Commissione, suscitando lo sconcerto di Legambiente. Il regolamento, che aveva incontrato molte difficoltà, era finalmente vicino alla sua approvazione. Legambiente chiede all’Europa di ripensarci, e all’Italia di adottare il PAN (Piano d’azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci) e una legge nazionale contro il multiresiduo, che impedisca la presenza di più principi attivi nei prodotti alimentari.

Legambiente al Governo Meloni: “Sostegno agli agricoltori, sì, ma con la transizione ecologica”

In risposta alle dichiarazioni del Governo Meloni, Legambiente suggerisce alternative per sostenere gli agricoltori, ribadendo che ci sono modi diversi per fornire aiuto. L’associazione ambientalista sottolinea la necessità di interventi a livello nazionale per sostenere la transizione ecologica nel settore agricolo, garantendo al contempo un reddito stabile.

Legambiente propone la semplificazione della burocrazia, l’assicurazione di assistenza tecnica e politiche che incentivino economicamente coloro che adottano pratiche ecologiche come l’agrogeologia e i servizi ecosistemici. La promozione dello sviluppo delle energie rinnovabili nell’ambito agricolo per ridurre i costi energetici è un altro punto chiave, insieme all’approvazione dell’inserimento dei delitti legati alle agromafie nel codice penale per contrastare l’illegalità e la concorrenza sleale nel settore.

Ritiro riforma pesticidi: un passo indietro per l’ambiente e la salute, una vittoria per le lobby

Il ritiro della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi è un passo indietro che delude le aspettative delle cittadine e dei cittadini europei. Secondo un sondaggio Ipsos, l’81% dei cittadini europei è preoccupato per l’impatto ambientale dei pesticidi, mentre il 75% esprime timori sulla salute umana. La decisione della Commissione, quindi, sembra rispondere alle lobby del settore, mettendo a repentaglio la salute ambientale e pubblica.

Un regalo all’inquinamento e al degrado del suolo

Oltre al taglio dei pesticidi, la Commissione ha cancellato altre misure restrittive, come l’obbligo di ridurre del 30% le emissioni del settore entro il 2040 e l’obbligo di mettere a riposo il 4% dei terreni coltivabili. La decisione è sconcertante, considerando che il 60-70% del suolo in Europa è in cattivo stato, con gravi conseguenze sulla sua capacità produttiva e quindi sul futuro stesso degli agricoltori.

Un futuro incerto per l’agricoltura europea

La scelta della Commissione Ue rischia di compromettere il futuro dell’agricoltura europea. È necessario un cambio di rotta verso un modello agricolo più sostenibile, che tuteli l’ambiente, la salute dei cittadini e il futuro del settore. È importante sottolineare che la ricerca e l’innovazione possono giocare un ruolo chiave nello sviluppo di nuove tecnologie e metodologie agricole che riducano l’uso di pesticidi e favoriscano la sostenibilità ambientale.