Ok dall’Ue per scaricare le acque contaminate di Fukushima nel Pacifico

Dopo il disastro del 2011, la centrale nucleare di Fukushima ha richiesto l'utilizzo di circa 1,3 milioni di tonnellate di acqua per raffreddare il suo nocciolo

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 17 Luglio 2023 11:12

L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha approvato il piano del governo giapponese di rilasciare nell’oceano Pacifico le acque contaminate della centrale nucleare di Fukushima. Il via libera è arrivato dopo due anni di monitoraggio e un rapporto di 140 pagine che ha valutato la sicurezza del progetto.

Il disastro nucleare di Fukushima è avvenuto nel 2011, a seguito di un terremoto e di uno tsunami che hanno danneggiato la centrale nucleare. L’incidente ha causato la fusione di tre dei sei reattori dell’impianto e l’emissione di grandi quantità di radiazioni nell’ambiente.

Le acque contaminate sono state raccolte e immagazzinate in enormi serbatoi nella centrale nucleare. Il governo giapponese ha deciso di rilasciarle nell’oceano Pacifico perché non è in grado di trattarle in modo sicuro.

Il rilascio delle acque contaminate è stato fortemente contestato da ambientalisti e comunità locali. Tuttavia, l’Aiea ha affermato che il progetto è sicuro e che non ci saranno rischi per l’ambiente o per la salute umana.

Via libera allo sversamento delle acque contaminate di Fukushima

Dopo il disastro nucleare di Fukushima, per raffreddare il nocciolo dell’impianto e ridurre il rischio radioattivo, furono utilizzate 1,3 milioni di tonnellate di acqua, successivamente aspirate e filtrate attraverso il sistema ALPS (Advanced Liquid Processing System) per rimuovere quasi tutti i 64 elementi radioattivi assorbiti dal combustibile nucleare. Questo sistema utilizza una sequenza di filtri chimici per trattenere le diverse sostanze presenti nell’acqua. Tuttavia, l’acqua trattata non è completamente priva di contaminazioni, poiché alcuni elementi non possono essere rimossi tramite ALPS o altre tecnologie attualmente disponibili.

Il principale elemento di preoccupazione è il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno presente in modo naturale nell’acqua marina e nell’atmosfera. La separazione del trizio dall’acqua è estremamente difficile dal momento che ha una composizione chimica molto simile all’idrogeno, uno dei due elementi che costituiscono l’acqua.

Il trizio viene considerato poco pericoloso per la salute umana, in quanto non può penetrare attraverso la pelle, sebbene possa avere effetti sulle molecole del DNA. Tuttavia, può essere inalato o ingerito se presente nell’acqua o nel cibo. Dal momento che gli scienziati ritengono che possa essere dannoso in grandi quantità, sono stati stabiliti limiti sulla quantità di trizio che può essere presente nelle acque potabili in tutto il mondo. Tali limiti variano significativamente da paese a paese, in base al livello di precauzione adottato.

Limiti di concentrazione del trizio nell’acqua potabile

In Italia e negli altri paesi dell’Unione Europea il limite di concentrazione del trizio nell’acqua potabile è stabilito a meno di 100 becquerel per litro, mentre negli Stati Uniti il limite è inferiore a 740 becquerel per litro. Tuttavia, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha fissato un limite significativamente più elevato, pari a 10.000 becquerel per litro. È importante notare che il becquerel rappresenta l’unità di misura dell’attività di un radionuclide, che corrisponde a un decadimento al secondo.

Il piano di diluizione dell’acqua contaminata di Fukushima

Il governo giapponese intende ridurre la quantità di trizio nell’acqua contaminata di Fukushima mediante la diluizione con acqua di mare, fino a raggiungere un livello inferiore a 1.500 becquerel per litro, prima di scaricarla nell’oceano. L’acqua sarà ulteriormente diluita nell’oceano, in modo tale da non influire in modo significativo sulla concentrazione naturale di trizio presente. Attualmente, in Giappone il limite legale consentito per la presenza di trizio nell’acqua è di 60mila becquerel per litro.

Concentrazione di carbonio-14

L’elemento radioattivo che non può essere completamente rimosso dal sistema ALPS è il carbonio-14. Secondo TEPCO, la sua concentrazione nei serbatoi di Fukushima è pari al 2% del limite stabilito dalle regole internazionali. La società ha inoltre dichiarato che la concentrazione sarà ulteriormente ridotta diluendola con acqua di mare.

Il rapporto rilasciato il 4 luglio, frutto di due anni di studi condotti da esperti di sicurezza nucleare provenienti da 11 paesi, afferma che la dispersione dell’acqua contaminata di Fukushima secondo il piano di TEPCO avrà un effetto trascurabile sull’ambiente e sulle persone, come dichiarato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA).

Preoccupazioni sulla dispersione dell’acqua contaminata di Fukushima

La sicurezza della dispersione dell’acqua in Giappone e le possibili conseguenze dell’accumulo di sostanze radioattive negli organismi marini sono state oggetto di dubbi da parte di alcuni paesi vicini e di vari biologi. Non sono tanto preoccupanti le quantità di sostanze radioattive che un singolo pesce può assorbire dall’acqua, ma piuttosto l’accumulo in animali più grandi attraverso la catena alimentare. Questo nonostante l’area entro un raggio di 3 chilometri intorno alla centrale non venga più pescata.

Motivi della dispersione dell’acqua contaminata di Fukushima nell’oceano

La TEPCO e il governo giapponese avevano deciso nel 2021 di disperdere l’acqua contaminata di Fukushima nell’oceano per diversi motivi. Uno di essi era la mancanza di spazio per nuovi serbatoi nel sito della centrale, poiché l’area occupata dai serbatoi esistenti sarebbe stata utilizzata per costruire nuovi impianti per il trattamento dei materiali radioattivi della centrale. Era quindi necessario trovare una destinazione alternativa per l’acqua. L’opzione presa in considerazione era quella di lasciare evaporare l’acqua nell’atmosfera, come era stato fatto nel 1979 dopo l’incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island negli Stati Uniti. Tuttavia, questa opzione avrebbe comportato un minore controllo sui livelli di sostanze radioattive disperse nell’ambiente.

L’AIEA garantirà una supervisione costante del processo di dispersione dell’acqua contaminata di Fukushima per un periodo di almeno quarant’anni al fine di monitorare in modo continuativo i livelli di radioattività. Inoltre, verrà istituito un ufficio permanente dell’AIEA a Fukushima per facilitare la gestione e il monitoraggio delle attività legate all’acqua contaminata.