La mobilità sostenibile è una delle numerose risposte in termini di strategie eco-compatibili per ridurre l’inquinamento, salvaguardare la salute e lo spazio pubblico tramite un nuovo modo di spostarsi con i mezzi e, più in generale, di vivere il territorio.
La mobilità sostenibile ha una definizione adottata nella strategia internazionale in materia di sviluppo sostenibile approvata nel 2006 dal Consiglio Europeo, ossia garantire che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, portando al minimo storico le ripercussioni negative nei tre sistemi.
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Perché adottare la mobilità sostenibile?
Dati alla mano, il trasporto in Italia è responsabile delle emissioni totali di gas serra per il 23% (di cui il 60% proveniente dalle automobili), delle emissioni di ossidi di azoto per circa il 50% e delle emissioni di particolato per circa il 13%. I numeri sono allarmanti e già alla fine degli Anni Novanta erano stati messi in campo idee e progetti che prendono vita, in pratica, nel 2017, anno che sancisce l’entrata in vigore obbligatoria dei Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (PUMS) per le città sopra i 100mila abitanti.
Si tratta di un progetto in cui gli enti locali accedono a dei finanziamenti con cui ricalibrare l’assetto territoriale e urbanistico applicando delle linee guida emesse dal decreto, così da migliorare l’usabilità dei mezzi e delle strade da parte dei Comuni per una migliore qualità della vita: minor inquinamento atmosferico, ma anche acustico (solo quest’ultimo può incidere negativamente su riposo, aumento della pressione e malattie cardiovascolari, assieme a una continua sollecitazione a cui l’intero sistema del corpo umano è quotidianamente sottoposto).
Smart road e mobilità integrata
Muoversi in modo sostenibile vuol dire anche valutare le cosiddette Smart Road, ovvero l’interconnessione tra veicoli grazie alle nuove tecnologie per ricevere informazioni in tempo reale sugli incidenti, il meteo, la presenza di lavori in corso e ogni fattore che possa essere utile a consigliare il tragitto più veloce per decongestionare il traffico. Numerosi Paesi, tra cui l’Italia, ha da tempo dato il via alla sperimentazione di mezzi innovativi che dispongono di una quasi totale autonomia grazie ai quali potrebbero non servire più il pedale o il volante.
Una serie di provvedimenti che mirano a cambiare drasticamente il rapporto con la vettura e che consistono nel raccogliere più dati possibili per facilitare e migliorare l’esperienza di guida in termini di sicurezza e velocità. L’Italia sta investendo ultimamente sulle strade del futuro tanto da aver dato vita all’Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road. Il centro studi si occupa di sperimentare su strada i veicoli a guida automatica, punto di approdo di un interesse già testimoniato da numerosi modelli di autovetture da tempo in commercio in grado di svolgere allora singole menzioni, tra cui il parcheggiarsi da sole. Ma oggi si è di fronte ad una svolta epocale in grado di rivoluzionare la quotidianità.
La politica sta studiando le sue prossime mosse in materia, ma ad oggi sono tante le buone pratiche che si possono prendere in considerazione senza attendere alcun lasciapassare. Mobilità sostenibile fa rima con mezzi di trasporto, car sharing e privati che si inseriscono all’interno della cosiddetta mobilità integrata, fenomeno che dovrebbe interessare non solo le città e che mira ad assimilare e accorpare modelli alternativi per spostarsi secondo esigenza.
I mezzi che dicono sì alla mobilità sostenibile: le bici
La mobilità sostenibile ha mezzi di trasporto sempre più efficienti grazie ad una platea sempre più convinta che l’azione operata dal singolo abbia un effetto boomerang che, dopo aver toccato gli altri, torna al punto di partenza. Mobilità sostenibile significa ambiente, ma anche benessere psico-fisico, riduzione dell’investimento economico e del tempo. È necessario diffondere i giusti mezzi a seconda dell’uso e delle caratteristiche peculiari del territorio, per questo nelle città si vedono sempre più spesso biciclette (soprattutto elettriche) sponsorizzate da realtà private e di condivisione che sollecitano a raggiungere il posto di lavoro in modo economico e stimolante.
Le nuove piste ciclabili testimoniano quanto la platea sia in continuo aumento, anche se tuttavia in alcune metropoli italiane come Roma il servizio di bike sharing mostra dei punti critici (ad esempio per quanto riguarda le rastrelliere). Disporre di punti di deposito mappati faciliterebbe il servizio: gli addetti potrebbero infatti mettere a nuovo la bici e ricollocarla senza che questa venga abbandonata a se stessa. A questo si aggiunge la possibilità di poter tracciare l’identità in caso di uso irresponsabile della bici, rilevando i dati dell’ultimo noleggiatore che l’ha depositata nell’apposita rastrelliera, contribuendo a un sostanziale miglioramento del servizio per tutti: dagli utilizzatori al comune cittadino che non vede deturpato il suo quartiere, passando per l’investitore.
Gli altri mezzi sostenibili
Oltre alla bici, fanno capolino anche il car pooling e il car sharing tra i protagonisti della mobilità rispettosa dell’ambiente assieme ai mezzi elettrici. Il car pooling permette la condivisione dell’auto tra privati. La stessa politica è adottata anche dal car sharing, ma l’accordo non avviene tra proprietari: in questo caso si ha a disposizione una flotta di vetture sbloccabili da app con costi accessibili e si fa riferimento a una realtà aziendale che fornisce un servizio d’assistenza.
Quali sono i contro? Gli spostamenti fuori città in generale a lungo metraggio sono sconsigliati a causa dei costi maggiorati oltre un tot di chilometri; inoltre se si abita in zone periferiche che non rientrano nel perimetro virtuale non conviene. Le auto e gli scooter elettrici si configurano come la sfida del trasporto privato. La tecnologia a batteria non è ancora abbastanza potente, ma la direzione futura è questa, considerando anche i bonus disponibili, la sospensione del pagamento del bollo e delle strisce blu in alcuni Comuni italiani. Anche i modelli ibridi da anni stanno prendendo piede soprattutto in città.
Interventi in Italia
Bici e monopattini elettrici sembrano oggi competere l’uno con l’altro nel mercato della sostenibilità verde. Sono tante le realtà che sponsorizzano la mobilità sulle due ruote non solo per le bici, ma anche per i monopattini come l’app BIT Mobility, che consente in pochi click di noleggiare il mezzo in città, o Lime ed Helbiz, per citarne solo alcuni.
Numerose attività hanno investito sul trasporto sostenibile reso sempre più agevole grazie alle app che permettono di pagare con carta di credito collegata al momento in modo facile, sicuro e veloce. Milano e Roma sono state preso d’assalto da monopattini e bici condivise, sia da un target giovanile che sfrutta l’idea per spostarsi in modo divertente, sia dagli adulti, saturi dei tempi di attesa per spostarsi e trovare parcheggio e che hanno compreso appieno tutti i vantaggi.
Mobilità sostenibile: progetti dal mondo
Idee e progetti di mobilità sostenibile si sono resi ancor più necessari dopo l’incubo della pandemia Covid, che ha avuto un duro impatto anche sul settore dei trasporti pubblici e individuali. Durante i lockdown si è assistito per esempio a un ritorno dell’auto di proprietà, fino a poco tempo prima data “in agonia”, e alla frenata del car sharing, ma contemporaneamente a un’impennata della micromobilità nei grandi centri urbani. Penalizzato anche il bike sharing, calato sia a causa dell’emergenza pandemia sia per la crescente concorrenza dei monopattini elettrici in condivisione.
Stoccolma, Singapore e Amsterdam appaiono come i centri più virtuosi nel campo della mobilità sostenibile. Lo certifica il City Mobility Index di Deloitte, che prende in esame la qualità della mobilità urbana in 36 centri urbani sparsi per il mondo. Tokyo è invece “leader globale” in tema di sicurezza dei trasporti: gli abitanti della metropoli giapponese viaggiano molto di più sui mezzi pubblici (47%) e molto meno in auto (12%). Sorprendentemente, il 24% degli abitanti cammina, contro solo il 4% di chi vive a Amsterdam.
Esempi di mobilità sostenibile di respiro internazionale sono inoltre il traghetto norvegese, il primo 100% elettrico nato dal progetto Ampère e il test di trasporto super veloce avviato da Elon Musk. Nel primo caso si tratta di un mezzo già operativo nato da un concorso per la mobilità sostenibile creato dal Ministero dei Trasporti norvegese per collegare le città di Lavik e Oppedal, nel Sognefjord. Il successo iniziale che ha visto il trasporto tra le due città ben 34 volte al giorno, accogliendo 360 passeggeri e 120 veicoli, ha posto le basi per sperare nella creazione di una vera e propria flotta di navi elettriche. Il secondo esempio riguarda invece un modello innovativo di treno composto da capsule galleggianti su un cuscino d’aria pressurizzata in tubi d’acciaio sospesi su piloni in cemento a sei metri da terra. Un test che necessita di un investimento importante, si parla di circa una decina di miliardi di dollari o più.
Dalla Cina, Paese la cui popolazione utilizza i mezzi di trasporto pubblico per quasi il 50%, arriva un progetto che mira a debellare il traffico delle grandi megalopoli. Si tratta del progetto del Transit Explore Bus (TEB), un enorme veicolo su rotaie rialzato da terra, basso e largo, simile ad una galleria in movimento che passa sopra le auto ad una velocità fino ai 60 km/h. Il numero delle persone che può accogliere il modello è sorprendente: fino a millequattrocento, andando in tal modo a rimpiazzare tramite un singolo corpo l’azione di 40 autobus convenzionali.