eSim, le nuove schede virtuali nei telefoni per smettere di inquinare

Per provare ad inquinare un po' meno possiamo provare a installare nei nostri smartphone delle eSim, schede virtuali che sostituiscono le vecchie. I veri vantaggi per l'ambiente

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 18 Febbraio 2025 14:16

Quanto inquina la tecnologia che utilizziamo ogni giorno? Sempre e comunque troppo. In occasione della XXI edizione di M’Illumino di meno, pensiamo alla plastica, giusto per dare un dato: produciamo 400 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ogni anno. Se volessimo visualizzarlo, praticamente tanto quanto l’area della California o del Giappone. Tra le tantissime cose che potremmo iniziare a fare per cambiare una piccola parte delle nostre abitudini, assolutamente senza accorgercene peraltro, c’è un uso diverso dei nostri cellulari: sicuramente, potremmo iniziare a dire addio alle vecchie Sim dei telefoni e passare alle più evolute eSim.

Tra vantaggi e qualche perplessità, sono una frontiera interessante del vivere green, ancora molto poco mainstream però. Senza dubbio, la loro diffusione è destinata a crescere nei prossimi anni, quindi è bene capire come funzionano e quanto davvero impattano sull’ambiente.

Cosa sono le eSim

Iniziamo col dire che le eSim (embedded Sim) sono delle schede per telefoni ma virtuali, integrate direttamente nei dispositivi: consentono quindi di attivare un’offerta per telefoni e internet anche senza una Sim fisica.

Secondo i dati di Counterpoint Research, nel 2021 sono stati prodotti oltre 686 milioni di dispositivi con queste schede virtuali, e si prevede di raggiungere 1,2 miliardi entro la fine del 2025. E come sappiamo, gli italiani rinuncerebbero a tutto, anche al cibo, ma non ai telefoni di ultima generazione.

L’Unione europea a oggi ha adottato una regolamentazione che richiede l’inclusione di queste tessere per i cellulari in tutti i nuovi cellulari a partire dal 2023, accelerando la transizione ecologica e dando un contributo importante al Green Deal. Negli Usa, sempre entro il 2025, il 75% dei dispositivi venduti ne sarà dotato. In Cina, Giappone e Corea del Sud si pensa di raggiungere il 70% degli smartphone venduti.

Quanto consuma una Sim tradizionale

Secondo il Gsma, si producono oltre 5 miliardi di Sim all’anno, contribuendo a una quantità significativa di rifiuti di plastica e di emissioni di carbonio. Nel 2020 sono state prodotte 4,5 miliardi di schede in plastica: se fossero messe insieme, coprirebbero 11.250 chilometri, cioè la distanza tra Nuova Delhi (India) e Montreal (Canada).

Uno smartphone normale genera all’incirca 79 kg di CO2 durante la sua vita: due quinti di questi vengono creati addirittura prima ancora di essere utilizzati.

La produzione di Sim produce, da sola, qualcosa come 20mila tonnellate di rifiuti plastici. Inoltre, la produzione e la distribuzione delle “vecchie” schede causa l’emissione di 15mila tonnellate di anidride carbonica all’anno. Facile quindi immaginare quanto ridurremmo il nostro impatto sull’ambiente se passassimo a una scheda virtuale per i nostri cellulari.

I vantaggi delle schede virtuali per l’ambiente

Dal punto di vista strettamente ambientale, i vantaggi sono diversi. Prima di tutto, il passaggio dalle schede fisiche alle eSim riduce fortemente l’utilizzo di plastica, metalli e altri materiali utilizzati nella produzione delle schede fisiche, e di conseguenza consente di evitare tutte le problematiche legate al loro smaltimento.

Secondo le stime di Counterpoint Research, si potrebbero risparmiare oltre 9mila tonnellate di plastica all’anno entro il 2025, una quantità sufficiente a riempire oltre 1.800 camion.

Inoltre, essendo digitale e quindi eliminando la necessità di produrre, confezionare e distribuire fisicamente le schede, la tecnologia eSim riduce parecchio le emissioni di CO2.

Riducendo poi la domanda di materie prime, richiede molta meno energia legata a estrazione e lavorazione. Secondo uno studio condotto da Gsma, l’adozione delle tessere virtuali potrebbe ridurre le emissioni legate alle schede tradizionali di oltre 143mila tonnellate all’anno entro la fine del 2025: questo numero equivale alle emissioni annuali di oltre 30mila auto.

Guardando alla catena di approvvigionamento, le eSim richiedono meno produzione in fabbrica e minori trasporti, soprattutto voli, con evidente impatto positivo sulle emissioni. Questa novità potrebbe contrarre le emissioni legate al trasporto di oltre 15mila tonnellate all’anno entro la fine di quest’anno.

Collegato a questo c’è che diminuiscono al minimo i rifiuti elettronici, visto che eliminano la necessità di sostituire le vecchie schede quando si cambia operatore, non c’è il problema delle carte rotte o scadute, che vengono spesso scartate, e, non essendoci packaging, diminuiscono i rifiuti smaltiti in discarica.

La tecnologia eSim supporta poi la gestione e gli aggiornamenti da remoto, il che a sua volta contribuisce alla sostenibilità. Con le carte tradizionali, invece, l’aggiornamento o la modifica delle impostazioni di rete spesso richiede un intervento fisico, come lo scambio delle carte o la visita a un centro servizi. Pensiamo a quanto questo impatta per le aziende: semplifica la gestione dei telefoni distribuiti in varie sedi, riducendo le operazioni di logistica e l’impatto ambientale derivanti dalla manutenzione.

C’è infine da considerare il fatto che, quando viaggiamo all’estero, anche si riduce l’inquinamento che generiamo, perché non abbiamo bisogno ogni volta di acquistare una nuova Sim del Paese in cui ci troviamo.

L’impatto ambientale della vita online

Non dimentichiamo che, Sim a parte, l’impatto della nostra vita online è tutt’altro che leggero. Tutto ciò che facciamo sul web – dalla lettura di un messaggio all’ascolto di musica all’acquisto su un sito – ha delle conseguenze ambientali.

I dati dicono che ciascuno di noi,  quando utilizza prodotti e servizi online, produce in media oltre 400 kg di anidride carbonica all’anno, che in totale significa circa 1,6 miliardi di tonnellate di gas serra.

Interessante che il mondo degli operatori telefonici si stia iniziando a muovere verso un sistema che riduca al minimo i rifiuti elettronici, promuovendo un’economia circolare in cui sia le Sim classiche che le eSim siano progettate per durare, superando un po’ quel concetto di obsolescenza programmata che accompagna da sempre la dottrina consumista del nostro tempo.

Questo significa ad esempio incoraggiare i consumatori a restituire le loro carte obsolete, che poi saranno recuperate, riattivate o riciclate, andando a implementare un sistema a circuito chiuso che riduce la pressione ambientale.