Green Deal, novità e ultimi investimenti: programma Life e Ripristino della natura

La Commissione Ue ha concesso più di 380 milioni di euro a 133 nuovi progetti. Al centro c’è la tutela della biodiversità e non solo

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Giulia Bassi

Giornalista

Laureata in Storia, ha un master in Giornalismo d'Inchiesta. Giornalista professionista, si occupa di attualità, green e sport. Tifa Inter, legge di tutto.

Pubblicato: 7 Novembre 2024 18:00

La Commissione europea ha concesso, alla fine di ottobre, più di 380 milioni di euro a 133 nuovi progetti in tutta Europa nell’ambito del programma Life per l’ambiente e l’azione per il clima. La cifra stanziata rappresenta più della metà dei 574 milioni di euro di investimenti totali necessari per questi progetti, mentre il resto proviene da governi nazionali, regionali e locali, partenariati pubblico-privati, aziende e organizzazioni della società civile.

Cosa sono i progetti Life

Il programma Life contribuisce al raggiungimento dell’ampia gamma di obiettivi climatici, energetici e ambientali del Green Deal europeo, tra cui l’obiettivo dell’Ue di diventare climaticamente neutri entro il 2050 e di arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030, garantendo al contempo la prosperità a lungo termine dell’Europa. Questo investimento vuole avere l’ambizioso scopo di risultare come un impatto duraturo sul nostro ambiente, sull’economia e sul benessere di tutti gli europei. Come ha scritto il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Life “svolge un ruolo essenziale nel sostenere lo sviluppo, l’attuazione e l’aggiornamento delle politiche e della legislazione dell’Unione in materia di ambiente”.

Progetti per migliorare la qualità della vita

I progetti copriranno tutti i settori del programma Life, mobilitando 143 milioni di euro (di cui 74 milioni forniti dall’Ue) per contribuire all’economia circolare e migliorare la qualità della vita, con 26 progetti che riducono l’uso dell’acqua, i rifiuti industriali e domestici, l’inquinamento atmosferico e acustico, oltre a creare un business case per la riduzione, il riutilizzo e il riciclaggio.

Biodiversità e resilienza climatica

Circa 216 milioni di euro (144,5 milioni di euro di contributo UE) saranno invece destinati per progetti sulla natura e la biodiversità per ripristinare gli ecosistemi e gli habitat di acqua dolce, marini e costieri e migliorare lo stato di conservazione di uccelli, insetti, rettili, anfibi e mammiferi. Circa 110 milioni di euro (quasi 62 milioni di euro di contributo UE) sono pensati per la resilienza climatica, la mitigazione del clima e la governance e l’informazione. Infine altri 105 milioni di euro (99 milioni di euro di contributo UE) sono per soluzioni di governance e mercato per accelerare la transizione verso l’energia pulita.

Riciclare la grafite dai rifiuti di batterie

Tra i 26 progetti selezionati per promuovere un’economia più circolare e una migliore qualità della vita, il progetto da 7,5 milioni di euro Life Grafhirec mira a riciclare la grafite dai rifiuti di batterie in Italia. Si prevede che genererà 23,4 milioni di euro di entrate e risparmierà 25 milioni di euro sui costi di produzione.

Gli eventi meteorologici estremi

Image Life e Life Vinoshield fanno parte dei 23 progetti di resilienza e mitigazione dei cambiamenti climatici annunciati dall’Ue. Con un budget complessivo di 6,8 milioni di euro, i progetti che si svolgono in Spagna, Francia e Italia aiuteranno i vigneti di fama mondiale e la produzione di formaggi famosi come Parmigiano Reggiano, Camembert de Normandie e Roquefort a diventare più resilienti all’impatto di eventi meteorologici estremi. I progetti mostrano risposte su come l’industria agricola europea più ampia può adattarsi al meglio ai cambiamenti climatici e alla scarsità d’acqua. Altrettanto importante è il progetto Life Blue 420 kV Gis da 6,9 milioni di euro, condotto da Siemens e in corso in Belgio, per ridurre le emissioni di gas serra degli interruttori elettrici.

La legge sul Ripristino della natura

Per quanto riguarda la biodiversità, alla fine dell’estate è arrivata la legge sul Ripristino della natura, che rappresenta uno dei pilastri del Green Deal, e che è entrata in vigore ufficialmente il 18 agosto 2024 (ed è accaduto dopo mesi di stallo politico e il voto contrario di 7 tra i 27 dell’Ue, Italia inclusa). Con questa riforma per la prima volta non solo è prevista la protezione delle aree naturali, ma si mira a ripristinare quelle già degradate.

Come tutelare la biodiversità

La riforma segue lo schema per cui il 30% di ogni ecosistema dovrà essere oggetto di misure di ripristino entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050. La normativa allineerà inoltre l’Ue agli impegni internazionali di Kunming-Montreal. Questo accordo è stato approvato da 190 Paesi (nel dicembre 2022 Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica a Montreal), proprio per tutelare la biodiversità: è il primo accordo globale per garantire la stabilità dei servizi ecosistemici fondamentali per la sicurezza umana, lo sviluppo economico, la tutela della natura, la lotta contro il cambiamento climatico.

La coltivazione dei terreni agricoli

La proposta di destinare il 10% dei terreni agricoli a interventi per la biodiversità come la coltivazioni di siepi, alberi, fossi, muretti o piccoli stagni non è finita nel testo approvato. E’ stato inoltre allentato il requisito della Pac di destinare il 4% dei terreni a caratteristiche non produttive, rendendola volontaria.

Il miglioramento generale della biodiversità

Nel Ripristino della natura, infatti, è diventato volontario anche il ripristino delle zone umide per gli agricoltori e i proprietari terrieri privati (tocca agli Stati renderlo attraente da un punto di vista finanziario). Gli Stati inoltre sono tenuti al miglioramento generale della biodiversità, misurata da tre fattori come presenza delle farfalle delle praterie, stock di carbonio organico nei suoli coltivati o quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità. Sono previste anche sospensioni nel caso di crisi.

Almeno tre miliardi di alberi

Gli Stati sono tenuti ad adottare misure di ripristino in almeno il 20% delle aree terrestri Ue e nel 20% delle sue aree marine entro il 2030. Entro il 2050, poi, queste misure dovrebbero essere in atto per tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino. Lo scopo è ripristinare, entro il 2030, almeno 25mila km di fiumi a flusso libero, invertire il declino delle popolazioni di insetti impollinatori e migliorarne la diversità, oltre a migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e forestali, contribuendo all’impegno di piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello Ue.