Giornata mondiale dell’acqua, l’acqua come strumento di pace

La scarsità d'acqua a livello globale incombe, l'Italia è fra i Paesi a maggior rischio per l'impatto del cambiamento climatico e sono necessarie misure urgenti

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Quando l’acqua scarseggia o è inquinata, o quando l’accesso è disuguale o assente, le tensioni tra comunità e nazioni aumentano. Più di 3 miliardi di persone nel mondo dipendono da acque transfrontaliere, ma solo 24 paesi vantano accordi di cooperazione per gestirle.

Con il clima che cambia e la popolazione che cresce, la necessità di collaborazione, sia all’interno che tra i confini nazionali, diventa impellente. La salute pubblica, la prosperità, i sistemi alimentari ed energetici, la produttività economica e l’integrità ambientale poggiano su un ciclo idrico ben funzionante e gestito equamente.

Acqua per la Pace” è il tema della Giornata Mondiale dell’Acqua 2024. La cooperazione su questa risorsa vitale innesca un effetto domino positivo: promuove armonia, genera prosperità e costruisce resilienza alle sfide condivise. Per questo è necessario agire con la consapevolezza che l’acqua non è solo una risorsa da sfruttare e per cui competere: è un diritto umano, intrinsecamente legato ad ogni aspetto della vita.

Messaggi chiave per la Giornata Mondiale dell’Acqua 2024

  • Acqua, strumento di pace o miccia di conflitti: quando scarseggia, è inquinata o non è accessibile, le tensioni tra comunità e nazioni aumentano. La cooperazione sulla gestione dell’acqua può garantire un equilibrio sostenibile per tutti e contribuire a stabilizzare il mondo
  • Prosperità e pace radicate nell’acqua: affrontando il cambiamento climatico, le migrazioni di massa e i disordini politici, le nazioni devono mettere la cooperazione idrica al centro delle loro strategie
  • Dall’emergenza alla rinascita attraverso l’acqua: promuovendo un uso equo e sostenibile di questa risorsa vitale, a livello internazionale (attraverso le convenzioni ONU) e locale, possiamo costruire armonia tra comunità e paesi

Sette azioni per contrastare la carenza idrica

In vista della Giornata mondiale dell’acqua, l’UNEP ha presentato sette azioni che i i Paesi e i singoli possono fare per arginare le carenze idriche.

  1. Proteggere e ripristinare gli spazi naturali. Gli ecosistemi che forniscono acqua dolce all’umanità sono in pericolo imminente. Le zone umide, le torbiere, i bacini forestali, i laghi, i fiumi e le falde acquifere sono tutti vittime dei cambiamenti climatici, dello sfruttamento e dell’inquinamento. Questo compromette gravemente la loro capacità di fornire acqua alle comunità circostanti.Per affrontare questa minaccia crescente, è essenziale un intervento immediato. È cruciale proteggere urgentemente questi spazi naturali e ripristinare quelli che sono stati degradati su vasta scala. I Paesi devono sviluppare obiettivi specifici e misurabili per questo compito vitale. L’ideale sarebbe integrare questi obiettivi nei piani nazionali per contrastare il cambiamento climatico, proteggere la biodiversità ed evitare la siccità e la desertificazione.Questo lavoro di conservazione è di particolare importanza per garantire un approvvigionamento idrico adeguato alle città, molte delle quali già soffrono di carenze d’acqua. La protezione degli ecosistemi acquatici è fondamentale per assicurare un futuro sostenibile per le comunità umane e per gli ecosistemi stessi.
  2. Usare l’acqua in modo più efficiente, soprattutto per l’agricoltura. L’agricoltura rappresenta circa il 70% di tutta l’acqua dolce utilizzata globalmente. Per affrontare questa sfida, è necessario adottare metodi di produzione alimentare che risparmiano acqua. Tecnologie come la coltura idroponica, l’irrigazione a goccia e l’agroforestazione possono contribuire ad ottimizzare l’uso delle risorse idriche, consentendo alle riserve di allungarsi ulteriormente.Inoltre, incoraggiare il passaggio a diete a base vegetale può essere un’altra strategia efficace. Le diete a base vegetale richiedono generalmente meno acqua rispetto a quelle basate sulla carne. Ad esempio, la produzione di carne bovina è nota per richiedere fino a 15.000 litri di acqua per produrre un chilo di carne, rappresentando una delle impronte idriche più significative.Promuovere l’adozione di pratiche agricole più sostenibili e il consumo consapevole di alimenti può contribuire a preservare le risorse idriche e garantire una gestione più efficiente delle risorse naturali.
  3. Affrontare le perdite d’acqua. Essere efficienti nell’uso dell’acqua implica anche ridurre le perdite causate da infrastrutture obsolete e tubature difettose. Sebbene non esistano dati globali precisi sul volume totale di acqua persa in questo modo, i numeri nazionali evidenziano un’enorme perdita. Negli Stati Uniti d’America, ad esempio, le perdite domestiche ammontano a quasi 1.000 miliardi di galloni d’acqua all’anno.È evidente che soluzioni concrete sono a portata di mano. Tuttavia, per attuare efficacemente queste soluzioni, è necessario un approccio innovativo, un maggiore coinvolgimento e collaborazione politica e, non da ultimo, investimenti finanziari significativi. Solo attraverso un impegno congiunto e una leadership proattiva possiamo garantire che nessuno venga lasciato indietro nel cruciale sforzo di gestire in modo sostenibile le risorse idriche del nostro pianeta.
  4. Sfruttare fonti d’acqua non convenzionali. Con il progressivo esaurimento delle riserve idriche nei laghi, nei fiumi e nelle falde acquifere, i Paesi devono adottare soluzioni “creative” per garantire l’approvvigionamento idrico. Questo implica sfruttare risorse idriche spesso trascurate, come il trattamento e il riutilizzo delle acque reflue. Inoltre, la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua piovana possono fornire una fonte preziosa durante i periodi di siccità.Un’altra opzione da considerare è la desalinizzazione dell’acqua salata, particolarmente rilevante in alcune aree. Tuttavia, è importante affrontare le sfide associate a questo processo. La desalinizzazione spesso comporta lo scarico di salamoia tossica nell’oceano e richiede considerevoli quantità di energia, contribuendo all’aumento delle emissioni di gas serra. Pertanto, la desalinizzazione deve essere realizzata in modo sostenibile, tenendo conto dei suoi impatti ambientali e cercando soluzioni per mitigarli.
  5. Tracciare la qualità dell’acqua. La presenza di acqua abbondante, ma contaminata, rappresenta un grave problema per molte comunità. Misurare la qualità dell’acqua è cruciale per guidare gli interventi di pulizia e ripristino delle fonti idriche.L’integrazione di dati provenienti da varie fonti, come satelliti, intelligenza artificiale e citizen science, offre un quadro completo della situazione. Questi approcci avanzati consentono ai politici di identificare le aree più critiche e di prioritizzare le azioni necessarie per migliorare la qualità dell’acqua.Strumenti come il Freshwater Ecosystems Explorer dell’UNEP forniscono ai decisori dati dettagliati e aggiornati sulla qualità dell’acqua, facilitando la pianificazione e l’attuazione di interventi efficaci per proteggere e ripristinare gli ecosistemi d’acqua dolce. Questo monitoraggio avanzato è fondamentale per garantire un approvvigionamento idrico sicuro e sostenibile per le generazioni future.
  6. Combinare la gestione intelligente dell’acqua con le politiche sul cambiamento climatico. Il cambiamento climatico sta esercitando un impatto significativo sui modelli di precipitazione, sugli habitat acquatici e sulla disponibilità di acqua di qualità. Contestualmente, l’alterazione delle torbiere e di altri depositi acquatici di carbonio contribuisce ad un aumento delle emissioni che alimentano ulteriormente il cambiamento climatico, creando un ciclo di feedback distruttivo.Per invertire questa tendenza dannosa, i Paesi devono concentrarsi sulla protezione e sul ripristino dei pozzi di carbonio, quali le torbiere, per ridurre le emissioni di gas serra. È essenziale armonizzare le strategie di gestione delle risorse idriche con le politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Questo approccio integrato è fondamentale per affrontare in modo efficace le sfide del cambiamento climatico, preservare gli habitat acquatici e garantire la disponibilità di risorse idriche di qualità per le generazioni future.
  7. Applicare approcci integrati nel processo decisionale. Le decisioni riguardanti le risorse idriche devono essere prese considerando l’interconnessione con altri settori. L’acqua riveste un ruolo fondamentale in diversi ambiti, dall’energia all’industria, fino all’agricoltura. Pertanto, è essenziale che i Paesi sviluppino piani d’azione che affrontino l’uso sostenibile e la prevenzione dell’inquinamento dell’acqua in modo trasversale, affrontando il concetto di “nesso acqua-energia-cibo-ecosistemi”.Questo approccio olistico consente ai Paesi di adottare risposte coerenti alle sfide legate all’acqua, massimizzando al contempo gli aspetti positivi come la produzione di cibo e di energia. Integrando gli interessi e le necessità di settori diversi, si possono identificare soluzioni che ottimizzano l’uso delle risorse idriche e minimizzano gli impatti negativi sull’ambiente.

Allarme acqua, l’Europa di fronte al cambiamento climatico

Anche il WWF, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, solleva un campanello d’allarme: l’Europa (e l’Italia) non sono preparate al rischio climatico, e l’acqua è uno dei principali protagonisti negativi di questa sfida. Dopo il VI Rapporto IPCC e numerosi studi, anche italiani, la recente Valutazione del Rischio Climatico dell’Agenzia Europea dell’Ambiente conferma che, a causa del cambiamento climatico, le ondate di calore e le siccità prolungate stanno aumentando in Europa e, in modo particolare, nei Paesi del Mediterraneo. Questo trend potrebbe scatenare incendi diffusi, danneggiare infrastrutture critiche, causare blackout e avere gravi impatti sanitari ed economici. L’intera Europa sta affrontando un crescente rischio di siccità eccezionali che potrebbero coinvolgere regioni estese, portando a danni economici considerevoli in settori chiave come l’agricoltura, l’industria, le centrali elettriche, il trasporto fluviale e alterare l’equilibrio degli ecosistemi.

L’agricoltura, assetata, consuma oltre metà dell’acqua disponibile.

L’agricoltura è il settore che assorbe la maggior parte dell’acqua, con percentuali di utilizzo che oscillano tra il 50 e il 60%. Segue il comparto industriale, spesso sottovalutato, che include anche la produzione di energia fossile, il secondo settore per consumo d’acqua dopo l’agricoltura. Infine, il consumo civile.

Durante i sempre più frequenti periodi di siccità, la competizione per la preziosa risorsa idrica si intensifica: i consumi sono aumentati, la disponibilità è diminuita e non c’è acqua per tutti. Diventa quindi impellente attuare una gestione equa e sostenibile della risorsa idrica, garantendo al contempo la salute degli ecosistemi.

Monitoraggio idrogeologico, la situazione attuale e le azioni necessarie

Grazie al prezioso lavoro dell’IRPI-CNR, in sinergia con le altre strutture scientifiche nazionali ed europee, disponiamo di dati aggiornati sulla situazione idrica in Italia. Se da un lato le recenti precipitazioni hanno portato un certo giovamento, dall’altro emerge un quadro preoccupante: il nostro Paese continua a soffrire di un deficit di umidità nei sottosuoli più profondi (oltre 100 metri), una criticità che colpisce in modo particolare la Sicilia sud-orientale e la Sardegna orientale.

Di fronte a questa realtà, risulta evidente l’urgenza di abbandonare l’approccio emergenziale e di adottare misure strutturali a lungo termine. Aspettare che si verifichino situazioni di crisi per intervenire non è più sostenibile. È necessario pianificare e implementare interventi concreti che favoriscano la ricarica delle falde acquifere, la riduzione dei consumi idrici e la gestione efficiente della risorsa idrica in tutti i settori. Solo attraverso un impegno congiunto e una visione strategica potremo tutelare questo bene prezioso per le generazioni presenti e future.

Un nuovo approccio per un futuro sostenibile

Secondo il WWF, è cruciale adottare un cambiamento di rotta completo e urgente. È essenziale riportare al centro della pianificazione e della strategia governativa delle risorse idriche le Autorità di bacino, seguendo pienamente le direttive europee (Acque 2000/60/CE e Alluvioni 2007/60/CE). È necessario adottare una visione unitaria sia spaziale che temporale. Il bacino idrografico rappresenta l’ambito ideale per un corretto governo delle acque e per garantire un utilizzo sostenibile in base alle reali disponibilità, promuovendo una gestione del territorio che preservi i servizi ecosistemici e promuova azioni diffuse di rinaturazione e soluzioni basate sulla natura per ridurre la vulnerabilità del nostro territorio, che finora abbiamo solo aumentato.

Pertanto, secondo l’organizzazione ambientalista, è fondamentale realizzare e/o aggiornare i bilanci idrici da parte delle Autorità di bacino per valutare la reale disponibilità idrica e monitorare le numerose concessioni d’uso, garantendo il deflusso ecologico nei corsi d’acqua. Le concessioni per l’agricoltura, l’idroelettrico e l’industria devono essere allineate alle effettive disponibilità. È essenziale garantire l’accesso equo e trasparente a una risorsa vitale, promuovendo politiche di risparmio idrico, riduzione degli sprechi e pratiche virtuose, come la promozione di colture e attività a minor consumo d’acqua. La riduzione degli sprechi deve passare attraverso l’adozione diffusa di metodi efficienti di irrigazione in agricoltura e il miglioramento della rete idrica per usi civili, che attualmente registra perdite superiori al 50% (ben oltre il limite “fisiologico” del 12/15%). Inoltre, prima di considerare la costruzione di nuove dighe, è essenziale recuperare la capacità di quelle esistenti, che è considerevole (oltre 8 miliardi di metri cubi), garantendone una manutenzione adeguata, finora trascurata.

Fermare il consumo di suolo e promuovere la rinaturazione

È cruciale fermare il consumo di suolo, che amplifica gli effetti delle precipitazioni intense, e avviare un’ampia azione di rinaturazione, facilitata dalla prevista Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura, che attende l’approvazione degli Stati membri dopo essere stata votata dal Parlamento Europeo. Questa legge dovrebbe fissare l’obiettivo per l’Ue di ripristinare almeno il 20% delle sue aree terrestri e marine entro il 2030, con l’impegno di riqualificare tutti gli ecosistemi bisognosi entro il 2050.

Progetti come “la rinaturazione del Po“, proposto da WWF e ANEPLA e incluso nel PNRR con un finanziamento di 357 milioni di euro per ripristinare lanche, rami laterali e boschi ripariali lungo il nostro principale fiume, dovrebbero essere promossi e attuati lungo tutti i principali corsi d’acqua italiani per restituir loro spazio, ridurre il rischio idrogeologico e favorire il recupero della loro capacità autodepurativa, la tutela della biodiversità, la ricarica delle falde e altri servizi ecosistemici.

Gli strumenti e le leggi necessari per attuare tali interventi sono già disponibili: da anni esiste la possibilità di realizzare “interventi integrati per ridurre il rischio idrogeologico e migliorare lo stato ecologico dei corsi d’acqua, promuovendo prioritariamente interventi a tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità” (L. 133/2014).

Spreco alimentare, 243 miliardi di litri d’acqua sprecati ogni anno

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, Too Good To Go, il marketplace al mondo per le eccedenze alimentari, svela dati sorprendenti che mettono in evidenza il legame tra lo spreco alimentare e l’utilizzo non necessario di acqua. Nuove stime, validate da ricercatori dell’Università di Oxford e WRAP, indicano che ogni pasto salvato tramite l’app di Too Good To Go evita l’uso sprecone di 810 litri di acqua. Questo valore, moltiplicato per i 300.000.000 di pasti salvati da Too Good To Go a livello globale, equivale a 243 miliardi di litri d’acqua, sufficienti a riempire circa 100.000 piscine olimpioniche.

L’impatto dello spreco alimentare sulle risorse idriche

Il CEO di Too Good To Go, Mette Lykke, sottolinea l’importanza di considerare l’enorme quantità di acqua preziosa sprecata nell’ambito dello spreco alimentare. “Molti non sono consapevoli che la produzione di una singola tavoletta di cioccolato da 100 grammi può richiedere fino a 1.700 litri di acqua,” afferma Lykke. Questa rivelazione evidenzia il valore tangibile del cibo non solo in termini economici, ma anche per le risorse meno evidenti coinvolte nella sua creazione. La sfida globale dello spreco alimentare, quindi, si configura come un’opportunità significativa per affrontare il cambiamento climatico. Riducendo gli sprechi alimentari non solo si limitano le enormi emissioni di gas serra associate, ma si evita anche un uso superfluo di suolo e acqua su vasta scala.