L’anno 2022 è stato eccezionale per le fonti rinnovabili in Europa, in particolare per l’energia eolica e solare, che hanno fornito un sostegno critico al sistema elettrico europeo durante un periodo di grave difficoltà. Queste fonti hanno coperto il 24% della produzione di energia elettrica europea e hanno evitato l’importazione di 70 miliardi di metri cubi di gas, a un costo di quasi 100 miliardi di euro, secondo lo studio “More renewables, Less inflation” di E3G ed Ember.
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Le nuove installazioni nel 2022
Lo scorso anno si è registrato un forte aumento delle installazioni di fonti rinnovabili in Europa, con 15 GW di nuovi impianti eolici e 41 GW di nuova capacità fotovoltaica. Le installazioni eoliche sono cresciute del 33% rispetto all’anno precedente, come riportato dal rapporto annuale di Wind Europe, con la Germania, la Svezia, la Finlandia, la Spagna e la Francia in testa.
Il problema dei tempi lunghi per le autorizzazioni
Un significativo aumento, nonostante le sfide lungo la catena di fornitura, ma ancora non sufficiente per raggiungere gli obiettivi del programma RePowerEu. Questo è dovuto in modo particolare a causa della lentezza nell’ottenere le autorizzazioni. Al momento, in Europa ci sono 80 GW di progetti eolici bloccati.
Lo scatto in avanti dell’energia eolica
Come affermato da Giles Dickson, CEO di WindEurope, l’aumento del 33% delle nuove installazioni dimostra che l’industria eolica europea è pronta a sfidare le difficoltà. Tuttavia, è necessario semplificare i processi di autorizzazione e promuovere gli investimenti nella catena di fornitura, inclusi fabbriche, lavoratori qualificati, reti, materie prime e navi.
Meglio ancora l’energia solare
La crescita del solare è stata ancora più significativa, con un aumento annuale del 47% rispetto ai 28 GW installati nel 2021, più del doppio rispetto al 2020.
Come affermato da SolarPower Europe, i buoni risultati del 2022 rappresentano solo l’inizio e l’organizzazione è fiduciosa che un ulteriore aumento annuale del settore supererà ogni aspettativa, superando i 50 GW di nuova capacità nel 2023 e raggiungendo gli 85 GW nel 2026.
La Germania si conferma al vertice
Secondo il rapporto, la Germania guida ancora le installazioni con un aumento di quasi 8 GW di capacità fotovoltaica nel 2022. La Spagna segue con 7,5 GW, la Polonia con 4,9 GW, i Paesi Bassi con 4 GW e la Francia con 2,7 GW. L’Italia, invece, continua a procedere con lentezza nel settore delle rinnovabili, specialmente per quanto riguarda l’eolico, che non ha installato nemmeno mezzo GW di nuova capacità l’anno scorso.
La situazione in Italia
Nel 2022, in Italia, la produzione di energia eolica è aumentata solo di 456 megawatt, portando la potenza totale a 11,7 gigawatt, secondo i dati dell’Anev. Il solare, invece, ha avuto una crescita più significativa di 2,6 gigawatt, superando per la prima volta 1 gigawatt di produzione annuale dal 2014, nonostante la incertezza normativa e le difficoltà nell’ottenere autorizzazioni.
Necessario semplificare le autorizzazioni
Il rapporto sottolinea anche che l’Italia ha del potenziale per crescere ulteriormente nel settore delle rinnovabili, soprattutto nel solare, ma è necessario che vengano introdotte misure per semplificare le procedure di autorizzazione e agevolare gli investimenti, così da raggiungere i target europei e diventare un leader nel campo delle fonti di energia pulita. Inoltre, il successo del segmento del fotovoltaico su piccola scala dimostra che incentivi come il Superbonus 110% e i prezzi elevati dell’elettricità possono aiutare a favorire la crescita del settore e migliorare l’attrattiva del modello di business dell’autoconsumo.
Prospettive future per l’Italia
Anev prevede un futuro positivo per il solare in Italia. Secondo i loro calcoli, il paese potrebbe installare tra 16,4 e 34 gigawatt di nuova capacità solare dal 2023 al 2026. Se l’Italia raggiungesse l’obiettivo di 85 gigawatt di rinnovabili previsto dal piano RePowerEU, potrebbe avere una produzione di energia pulita pari all’84% del mix di produzione elettrica (rispetto al 36% attuale), con importanti ricadute ambientali ed economiche.
L’impatto ambientale
In sintesi, se l’Italia raggiungesse l’obiettivo di installare 85 gigawatt di energia rinnovabile entro il 2030, ci sarebbero importanti ricadute positive sia dal punto di vista ambientale che economico. Si avrebbe una riduzione delle emissioni di CO2, una stima di 309 miliardi di investimenti e un aumento di 470.000 posti di lavoro nella filiera e nell’indotto delle rinnovabili. Questo porterebbe anche ad un aumento del valore aggiunto per l’economia del Paese, equivalente al 2,2% del Pil.
Il problema della burocrazia
Le barriere autorizzative sono ancora un ostacolo per i progetti fotovoltaici più grandi che devono essere installati a terra. Nonostante la domanda, le autorizzazioni sono rilasciate con parsimonia e spesso la decisione finale delle sovrintendenze è negativa. In Italia, c’è ancora una barriera culturale che resiste, spesso dovuta alla “sindrome Nimby” e a falsi miti sulle rinnovabili, come ad esempio che esse occupano spazio e tolgono territorio all’agricoltura.