Le città più “green” secondo Legambiente: cosa c’è di nuovo, e di vecchissimo

A trent'anni dalla prima edizione, il rapporto di Legambiente mostra ancora emergenze urbane croniche: smog, auto circolanti, trasporti, perdite della rete idrica

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il rapporto Ecosistema Urbano, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, compie trent’anni. Il rapporto presenta le performance ambientali delle città italiane e la classifica 2023 delle città italiane in base alle loro performance ambientali. Trento, Mantova e Pordenone sono le città che guidano la classifica, mentre Roma si trova al 89° posto. Il rapporto evidenzia che nonostante lievi miglioramenti, le emergenze urbane come lo smog, le auto circolanti, i trasporti e le perdite della rete idrica restano le stesse da 30 anni a questa parte. Tuttavia, ci sono stati progressi nella raccolta differenziata e nella costruzione di piste ciclabili.

Ecosistema Urbano 2023: Trento prima, Roma fanalino di coda

Nell’edizione di quest’anno del rapporto “Ecosistema Urbano”, viene fatto un bilancio di decenni di studi e monitoraggi sulle città, avviati nel lontano 1994. La classifica 2023 rivela che Trento è in testa per le performance ambientali, seguita da Mantova e Pordenone. Al settimo posto si colloca Cosenza, rappresentando la prima città del Sud, con Cagliari al 16º e Oristano al 22º posto. Roma si trova solo all’89º posto, con Caltanissetta (103º), Catania e Palermo (entrambe 105º) alle sue spalle. Al contrario, Milano scivola al 42º posto, in diminuzione rispetto alla scorsa edizione quando era al 38º posto, mentre Firenze si piazza al 53º posto e Genova al 58º posto.

Interventi troppo frammentari

Nei trent’anni di attività di Legambiente, è emerso che l’accelerazione verso una crescita sostenibile delle città è stata rallentata da interventi insufficienti e comportamenti stagnanti. Questa situazione ha impedito di conseguire il progresso rapido tanto necessario nelle aree urbane, dove attualmente si combatte una sfida cruciale.

Parallelamente ai miglioramenti costanti, come l’aumento della percentuale di raccolta differenziata (cresciuta dal 4,4% in media nel ’94 al 62,7% nel 2022, ma solo in alcune città principali) e dell’estensione delle piste ciclabili (salite da una media di 0,16 metri equivalenti per 100 abitanti nel ’98 a una media di 10,59 metri equivalenti per 100 abitanti nel 2022), ci sono stati ritardi e stasi in questi tre decenni.

Alcuni indicatori non hanno registrato miglioramenti significativi, come il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani, che rimane ai livelli tra i più alti in Europa con 66,6 auto ogni 100 abitanti, invariato rispetto a trent’anni fa. La produzione complessiva di rifiuti è aumentata (passando da una media di 455 kg pro capite all’anno nel ’94 a 516 kg pro capite nel 2022), e il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee, scendendo da 97 viaggi pro capite all’anno nel 1995 a 65 viaggi pro capite all’anno nel 2022.

Per città più sostenibili servono strategia, risorse e buone pratiche

La sfida di rendere le città più sostenibili e abitabili rimane un obiettivo lontano, nonostante alcune realtà locali e buone pratiche stiano andando nella giusta direzione. Per accelerare questa trasformazione urbana, in grado di affrontare anche la crisi climatica in corso, Legambiente ritiene fondamentale adottare tre strategie chiave:

  1. Definire una strategia urbana nazionale e istituire una cabina di regia che coinvolga il Governo, i sindaci e le comunità locali
  2. Implementare interventi innovativi e a lungo termine, con risorse adeguate e senza ulteriori ritardi. È importante notare che la recente rimodulazione dei fondi del PNRR ha comportato un taglio di circa 13 miliardi di euro destinati ai comuni e alle città metropolitane
  3. Replicare le buone pratiche già esistenti nei territori, come quelle documentate da Legambiente nei suoi trent’anni di attività, inclusi i dati raccolti da “Ecosistema Urbano”

La sfida per città più sostenibili

La presentazione a Roma del rapporto Ecosistema Urbano 2023 ha visto confrontarsi esperti del settore, esponenti politici e istituzionali e amministrazioni locali. Il rapporto quest’anno raccoglie anche le storie dei “cantieri della transizione ecologica” anti litteram, raccontati dagli amministratori locali che da tempo hanno iniziato a cambiare in chiave sostenibile le principali città.

Il rapporto evidenzia che le città italiane hanno ancora un lungo cammino da percorrere per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Sono necessari interventi concreti per ridurre l’inquinamento atmosferico, migliorare la raccolta differenziata e favorire la mobilità sostenibile.

La visione del presidente di Legambiente

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, sottolinea l’importanza di ripensare le città come motori di un cambiamento fondamentale, rendendole più abitabili, a misura umana e essenziali laboratori per il percorso di decarbonizzazione. Questo implica una serie di azioni, tra cui l’infrastrutturazione delle città per creare impianti industriali dell’economia circolare, ridurre le perdite nella distribuzione dell’acqua, completare le reti di fognatura e depurazione delle acque reflue, facilitare la permeabilità del tessuto urbano alle acque piovane per affrontare la crisi climatica e ricaricare le falde, e diffondere colonnine di ricarica elettrica nei luoghi pubblici.

Ciafani sottolinea inoltre l’importanza di moltiplicare i cantieri della transizione ecologica nelle città italiane nei prossimi anni. Questa tematica sarà al centro del XII° congresso nazionale di Legambiente, previsto a Roma dal 1 al 3 dicembre 2023, e della campagna itinerante attualmente in corso. Sottolinea che l’Italia ha la capacità di realizzare questo cambiamento, ma ciò richiede una volontà politica a livello nazionale e locale, un aspetto che è stato finora insufficiente ma che diventa sempre più urgente di anno in anno.

Le città del futuro sono a misura d’uomo

Secondo Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano di Legambiente, il modo più efficace per affrontare le sfide urbane degli ultimi trent’anni è prendere esempio da esperienze positive già presenti in Italia, grazie all’operato di alcuni sindaci coraggiosi e visionari. È importante dimostrare che i progetti di transizione ecologica sono esempi concreti da seguire e replicare. Questa è l’unica via sostenibile per rilanciare il Paese, iniziando dalle città. È necessario pianificare le future realtà urbane con una riduzione del numero di auto e mezzi inquinanti, promuovendo una mobilità sostenibile ed un’economia circolare, oltre a potenziare infrastrutture intelligenti e connesse.

Trento è ancora la città più green d’Italia

Trento si conferma la regina delle performance ambientali, posizionandosi al primo posto dopo essere stata seconda l’anno scorso e vincitrice due edizioni fa. Il capoluogo trentino mantiene un elevato livello di qualità dell’aria, migliorando leggermente le medie relative a NO2 e rimanendo entro i limiti sia per il Pm10 che per il nuovo Pm2,5. Tuttavia, si registra un peggioramento nei giorni di superamento dell’ozono.

Inoltre, Trento continua a ridurre i consumi idrici, scendendo da 149,7 litri pro capite al giorno dell’anno precedente a 147,4 litri pro capite attuali (rispetto ai 151,3 litri di due edizioni fa). La produzione totale di rifiuti diminuisce leggermente (da 454 Kg/ab/anno a 446 Kg/ab/anno), ma resta tra le migliori. Anche se c’è un lieve calo nella percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato, Trento si posiziona comunque al settimo posto nella graduatoria specifica delle città più sostenibili.

Mantova sul podio della sostenibilità ambientale

Mantova si posiziona al secondo posto, dopo essere stata decima lo scorso anno e terza due anni fa. Il capoluogo lombardo registra una significativa riduzione dei valori medi di NO2, scendendo a 21,7 microgrammi/mc (rispetto ai 23 della passata edizione).

Inoltre, Mantova continua a migliorare le sue performance ambientali. La produzione di rifiuti scende leggermente, ma la percentuale di raccolta differenziata aumenta notevolmente, passando dall’83,2% dell’edizione precedente all’attuale 84,8%. Questo piazzamento vale a Mantova il quarto posto assoluto, dietro a Ferrara, Pordenone e Treviso, nella graduatoria della raccolta differenziata.

Il servizio di trasporto pubblico vede quasi raddoppiare il numero di passeggeri trasportati, salendo da 36 viaggi pro abitante all’anno nella passata edizione a 66 viaggi attuali, posizionando Mantova al terzo posto tra le piccole città in questo ambito.

La città presenta anche ampie aree destinate ai pedoni, con 90,8 metri quadrati ogni 100 abitanti, posizionandosi all’ottavo posto in questa specifica graduatoria. Inoltre, Mantova si distingue come prima assoluta per quanto riguarda i metri quadrati ogni 100 abitanti di zone a traffico limitato, con 1.729,5 mq/100 abitanti.

Pordenone conferma il suo impegno per la sostenibilità ambientale

Pordenone conquista la terza posizione, migliorando ulteriormente la sua posizione rispetto al quinto posto di due anni fa e al settimo dello scorso anno. La città dimostra un costante impegno nella sostenibilità ambientale, evidenziandosi in diversi indicatori:

  • Riduzione dei consumi idrici da 175,6 litri pro capite al giorno nella passata edizione a 161,2 litri attuali
  • Minime perdite nella rete idrica, con solo il 9,9% dell’acqua dispersa, piazzandosi al secondo posto assoluto dopo Pavia
  • Diminuzione della produzione di rifiuti urbani, scendendo da 520 kg per abitante all’anno nella scorsa edizione a 493 kg
  • Crescita costante della raccolta differenziata dei rifiuti, con una percentuale che sale dall’85,3% dell’anno passato all’attuale 86,9%, valendole il secondo posto assoluto in questo indice
  • Aumento significativo dei passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico locale (Tpl)
  • Miglioramento nell’infrastrutturazione per le biciclette, con un aumento da 18,06 metri equivalenti ogni 100 abitanti nella passata edizione a 19,11 metri equivalenti attuali
  • Miglioramento dell’indice dell’uso del suolo, passando da 6,5 su 10 a 7,5

Pordenone dimostra un impegno costante nella promozione di una città più sostenibile e amica dell’ambiente.

Metropoli in affanno: le sfide ambientali da affrontare

Nel 2023, le grandi città italiane continuano a faticare a rispondere alle sfide ambientali.

I problemi più urgenti riguardano:

  • L’inquinamento atmosferico: Torino, Milano, Bologna e Firenze sono tra le città italiane con i livelli più elevati di smog
  • Il traffico: Catania e Roma sono tra le città con il traffico più congestionato
  • Il trasporto pubblico: Roma e Catania sono tra le città con i sistemi di trasporto pubblico più inefficienti
  • La gestione dei rifiuti: Palermo, Catania, Venezia, Firenze e Roma sono tra le città con i più alti tassi di produzione di rifiuti
  • La dispersione di acqua potabile: Firenze, Catania e Bari sono tra le città con i più alti tassi di dispersione di acqua potabile
  • L’uso del suolo: Venezia è la città italiana con la più alta densità di popolazione
  • Le energie rinnovabili: Napoli, Palermo, Torino e Roma sono tra le città con la più bassa diffusione di energie rinnovabili.

Questi problemi hanno un impatto negativo sulla salute dei cittadini, sulla qualità dell’ambiente e sul clima.

Per affrontare queste sfide, le città italiane devono adottare politiche più incisive in materia di:

  • Mobilità sostenibile: incentivare l’uso del trasporto pubblico, delle biciclette e delle auto elettriche
  • Gestione dei rifiuti: ridurre la produzione di rifiuti e migliorare la raccolta differenziata
  • Efficienza energetica: ridurre il consumo di energia e aumentare l’uso di energie rinnovabili

Inquinamento atmosferico e mobilità sostenibile: i dati delle città italiane

Nei centri urbani italiani, diversi problemi ambientali rimangono evidenti:

  • Inquinamento atmosferico: elevate concentrazioni di biossido di azoto a Milano, Torino e Palermo, insieme ai giorni di superamento dei limiti dell’ozono a Torino
  • Congestione del traffico: Catania si distingue con un alto numero di auto in circolazione (78 auto ogni 100 abitanti)
  • Raccolta differenziata: a Palermo, la raccolta differenziata aumenta al 16,3% (rispetto al 15,4% dell’anno scorso), mentre Catania raggiunge il 26,2% e Napoli il 37,8% (superando finalmente l’obiettivo del 35% stabilito nel 2006)
  • Trasporto pubblico: a Catania, i cittadini effettuano appena 9 viaggi pro capite all’anno utilizzando il servizio di trasporto collettivo
  • Sicurezza stradale: Firenze e Genova registrano oltre 8 morti e feriti ogni 1000 abitanti per incidenti stradali

Questi dati riflettono sfide significative che le città italiane devono affrontare per migliorare la qualità della vita e la sostenibilità ambientale.