Vincite al gioco, come vengono tassate e quando vanno inserite nella dichiarazione dei redditi

Come devono essere gestite nella dichiarazione dei redditi le vincite al gioco e in quale modo vengono tassate in Italia

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 3 Aprile 2024 09:28

Le vincite al gioco entrano direttamente nella dichiarazione dei redditi? Come si devono muovere i contribuenti per gestirle nella maniera corretta? Per trovarsi nella situazione di dover giustificare nei confronti del Fisco una vincita, non è strettamente necessario essere un giocatore incallito. È sufficiente acquistare un Gratta e Vinci o puntare su un’unica schedina del Lotto. La mano può essere fortuna e il giocatore si può ritrovare in tasca una buona vincita.

A questo punto la domanda diventa obbligatoria: come si deve comportare il diretto interessato? Come deve essere gestita la vincita al gioco? È necessario inserire direttamente nella dichiarazione dei redditi gli importi che sono stati vinti? E soprattutto, come vengono tassati?

I giocatori devono mettere in conto la cosiddetta tassa della fortuna, ossia quella parte della vincita che l’Agenzia delle Entrate reclama per sé. Ovviamente la parte più delicata, in questo caso, è la gestione delle eventuali vincite al gioco nella dichiarazione dei redditi. Sì, perché anche i colpi di fortuna devono essere gestiti in modo corretto.

Prima di proseguire, però, è bene ricordare che i diversi giochi seguono delle regole diverse, almeno sotto il profilo fiscale. E la loro tassazione, nel corso del tempo è cambiata. Quindi è necessario distinguere le vincite effettuate con il Superenalotto, con il Gratta e Vinci o gli eventuali premi incassati dai casinò online. Ma non solo: la tassazione cambia in basa all’entità del premio.

Scommesse e giochi sotto il controllo dello Stato

In Italia a gestire le scommesse e i giochi legali sono alcune agenzie fiscali, come ad esempio all’Amministrazione delle Dogane e dei Monopoli o delle società convenzionate, come ad esempio Lottomatica e Sisal. Ogni singola vincita maturata al gioco è tassata: le aliquote variano a seconda della somma che il giocatore vince e dal tipo di gioco a cui ha partecipato. Solo per fare alcuni esempi, possiamo ricordare che le vincite percepite con i Gratta e Vinci risultano essere esenti da tassazione fino a 500 euro, mentre oltre questa cifra – solo per la parte dell’importo che eccede i 500 euro – è in vigore una tassazione alla fonte del 20%. Questo significa, in altre parole, che per una vincita di 1.000 euro, il giocatore percepisce solo e soltanto 900 euro, che corrispondono a 500 euro esentasse 500 euro tassati al 20%.

Anche le vincite al Lotto risultano essere fissate direttamente alla fonte: vige una franchigia di 500 euro, ma l’aliquota che viene applicata è diversa rispetto a quella che abbiamo visto per i Gratta e Vinci. Oltre i 500 euro, la tassazione prevista per il Lotto è pari all’8%. Questo significa, in altre parole, che a fronte di una vincita di 1.000 euro, in tasca al giocatore ne rimarranno 960 netti.

La situazione cambia ulteriormente per la tassazione sulle vincite del SuperEnalotto: anche in questo caso è prevista una franchigia di 500 euro. Oltre quella cifra è pari al 20%, così come per i Gratta e Vinci. La tassazione per il 10eLotto – sempre oltre i 500 euro – è pari all’11%.

Premi e giochi: ci sono anche le tasse

Nulla sfugge al Fisco, tutto deve passare sotto lo sguardo vigile dell’Agenzia delle Entrate. Anche i giochi e i premi. In questo caso la legislazione, che definisce i livelli di tasse che è necessario pagare, è variata nel corso del tempo. Ricordiamo che lo Stato è pur sempre un socio di ogni contribuente, non importa se è un lavoratore dipendente, un imprenditore o una persona fortunata al gioco. L’Erario riceve sempre una parte delle vincite.

Le regole che sono state applicate nel corso degli anni sono variate, un tempo, ad esempio, c’era un sistema di flat tax attraverso la quale era stata introdotta un’aliquota identica – in un primo momento del 6%, passata poi al 12% – per tutti i premi, indipendentemente dall’ammontare dello stesso. Le regole venivano applicate alle vincite effettuate presso i casinò online. Adesso, invece, le regole sono leggermente diverse e sono condizionate dal gioco a cui si è partecipato e all’entità del premio.

Ricordiamo, comunque vada, che in questa sede ci limitiamo esclusivamente a parlare del gioco e delle scommesse legali: di quelle attività, in altre parole, che sono controllate da apposite agenzie governative o da società che hanno ricevuto i necessari permessi e sottoscritto le opportune convenzioni. Il gioco illegale e le scommesse clandestine possono portare ad una multa fino a 516 euro e all’arresto fino a 3 mesi. È bene, quindi, per non correre il rischio di passare dei guai che possono diventare seri, evitare di trovarsi in queste situazioni. Soprattutto quando si accede a dei siti online per giocare: è sempre opportuno verificare che siano regolamentati e autorizzati ad effettuare queste operazioni.

Tasse sulle vincite: quando devono essere pagate

Quando si devono pagare le tasse sulle vincite? Il giocatore fortunato non si deve preoccupare: sono tassate alla fonte. Questo significa che il diretto interessato si vedrà consegnare il premio netto. Spetterà al gestore del portale o del gioco effettuare la ritenuta alla fonte e provvedere al suo versamento in qualità di sostituto d’imposta.

Questo significa che – almeno se il giocatore si è rivolto a delle realtà con le opportune licenze – non è tenuto ad inserire i premi all’interno della dichiarazione dei redditi, perché non è necessario dichiarali. Questi importi sono stati tassati alla fonte. È necessario, però, conservare la documentazione relativa all’operazione, in modo da giustificare – a fronte di un controllo dell’Agenzia delle Entrate – la provenienza di queste somme. Soprattutto quando ci sono delle vincite notevoli.

Altro discorso è quello relativo ai gestori non autorizzati in Italia. In questo caso è necessario inserire nella dichiarazione dei redditi le eventuali vincite.

Attenzione alle vincite effettuate nei casinò

Le vincite effettuate nei casinò online prevedono una tassazione che può variare a seconda dell’importo che è stato vinto. Come abbiamo accennato in precedenza, fino ad un po’ di tempo era prevista una flat tax del 12%. Ma oggi la situazione è cambiata. Risultano essere esentasse le vincite fino a 500 euro. Per le cifre che superano questa cifra è applicata una tassazione crescente, che è condizionata dalle cifre:

  • fino a 1.000 euro l’aliquota è pari al 15%;
  • tra i 1.001 euro ed i 10 milioni di euro, la tassazione è al 25%.

Vincite al gioco: gli accertamenti fiscali

Come si devono muovere i contribuenti in caso di accertamenti fiscali, che possono arrivare nel momento in cui i premi incassati siano relativamente importanti. Per evitare dei problemi è necessario conservare la documentazione: la ricevuta della vincita, in modo da poterla esibire in caso di contestazioni.

Sostanzialmente questa regola vale per le vincite effettuate sia nei giochi fisici che in quelli virtuali. A ribadirlo è la sentenza n. 18245 del 7 giugno 20224 della Corte di Cassazione.