Sale accisa sigarette: di quanto aumenterà un pacchetto

Lo stato batte cassa e, per garantire maggiori risorse all'Erario, ha deciso di aumentare le accise sulle sigarette: dal 2023 ogni pacchetto costerà di più

Pubblicato: 24 Novembre 2022 10:27

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Per mantenere gli impegni presi, il governo Meloni ha deciso di battere cassa, garantendo in questo modo maggiori risorse all’Erario statale. In questo contesto si inseriscono gli aumenti alle accise sulle sigarette: dal 2023, per questo motivo, ogni pacchetto costerà di più.

Di quanto aumentano le accise sulle sigarette

Stando a quanto emerso dopo la presentazione della bozza di testo della prossima legge di bilancio, le accise sulle sigarette saliranno al 40% da gennaio 2023. Nel 2021 la tassa sui tabacchi era pari al 30%, poi è passata al 35% nel 2022 e, come abbiamo visto, aumenterà ancora il prossimo anno.

Il motivo, come anticipato sopra, è semplice: alle casse dello stato serve liquidità, così il nuovo esecutivo di Meloni sta cercando di recuperare risorse laddove lo ritiene opportuno. Dopo lo stop al reddito di cittadinanza, il maxi condono finalizzato al recupero dei capitali non dichiarati e sommersi, adesso tocca all’aumento delle accise.

Di quanto aumenterà il prezzo di un pacchetto di sigarette

I tabacchi lavorati, in base alla normativa unionale e nazionale, sono sottoposti ad accisa. Sono considerati tabacchi lavorati i seguenti prodotti:

  • Sigarette;
  • Sigari;
  • Tabacco trinciato a taglio fino da usarsi per arrotolare le sigarette;
  • Tabacco da fiuto e da mastico;
  • Altri tabacchi da fumo (tabacco da pipa, tabacco per pipa ad acqua, prodotti da fumo a base di piante, erbe o frutta: melassa per narghilè);
  • Tabacchi da inalazione senza combustione.

Sempre con provvedimento dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, i prezzi di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati sono inseriti nelle tabelle di ripartizione, divise per tipologia di prodotti, che evidenziano le singole voci di cui si compone il prezzo, ossia:

  • Accisa;
  • IVA;
  • Aggio;
  • Quota al fornitore.

Per quanto riguarda le Sigarette, a differenza degli altri tabacchi lavorati, l’accisa corrisponde alla somma tra una componente fissa e una proporzionale al prezzo di vendita al pubblico; le componenti sono calcolate a partire da un’aliquota di base fissata al 59,8%.

Gli aumenti prospettati nel 2023, stando agli ultimi calcoli, dovrebbero far salire il prezzo di un pacchetto di sigarette di circa 20 centesimi il prossimo anno.

Come funziona l’applicazione dell’accisa sulle sigarette: quanto guadagna un tabaccaio?

Tutte le categorie sono assoggettate all’IVA nella misura del 22% del prezzo di vendita al pubblico al netto dell’IVA stessa e all’accisa che varia in relazione alla categoria.

Per le sigarette è, altresì, fissato un onere fiscale minimo (IVA + Accisa), pari per l’anno 2022 a 194,72 euro per chilogrammo convenzionale/1000 sigarette. L’aggio spettante al rivenditore al dettaglio (tabaccaio), è pari al 10% del prezzo di vendita al pubblico.

Il compenso del produttore, su cui gravano anche le spese di distribuzione, è dato dalla differenza fra il prezzo di vendita al pubblico e gli importi risultanti da accisa, IVA e aggio.

Il calcolo fondato su apposite procedure tecniche, definite con provvedimento del Direttore dell’Agenzia dogane e monopoli, si basa sul consumo equivalente di sigarette dei tabacchi da inalazione senza combustione, per cui:

  • per i Sigari, l’accisa è calcolata applicando l’aliquota di base del 23,5% sul prezzo di vendita al pubblico (in questo caso è fissata un’accisa minima pari a Euro 35,00 per chilogrammo convenzionale/200 sigari);
  • per il Tabacco trinciato a taglio fino da usarsi per arrotolare le sigarette (RYO), l’accisa è calcolata applicando l’aliquota di base del 59% sul prezzo di vendita al pubblico (è fissata un’accisa minima pari a Euro 130,00 per chilogrammo;
  • per il Tabacco da fiuto e da mastico, l’accisa è calcolata applicando unicamente l’aliquota di base del 25,28% sul prezzo di vendita al pubblico;
  • per gli Altri Tabacchi da fumo (tabacco da pipa, tabacco per pipa ad acqua, prodotti da fumo a base di piante, erbe o frutta: melassa per narghilè, l’accisa è calcolata applicando unicamente l’aliquota di base del 56,50% sul prezzo di vendita al pubblico;
  • in ordine ai Tabacchi da inalazione senza combustione (prodotti di nuova generazione cfr. “tabacchi riscaldati” o “Heat no burn”), l’accisa è pari al 35% dell’accisa gravante su un equivalente quantitativo di sigarette.

L’imposta sul Valore Aggiunto (IVA), l’aggio e la quota di spettanza del produttore sono calcolati secondo i medesimi criteri evidenziati per le sigarette. Lo Stato, quindi, interviene nel settore in modo deciso fissando un livello di tassazione che, per le sigarette, raggiunge il 78% del prezzo finale.