Redditometro, dai farmaci agli abbonamenti fino al parrucchiere: cosa controllerà il Fisco

Sono tante le voci che il Fisco potrà utilizzare per verificare il reddito (presunto) dei contribuenti. L'analisi partirà dai redditi 2016

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Torna il Redditometro. Lo strumento che era stato messo in soffitta nel 2018 sarà la nuova arma a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per controllare le spese degli italiani.

Il Fisco esaminerà le spese a partire dal 2016, utilizzando i dati già presenti nell’anagrafe tributaria. Verranno analizzate tutte le tipologie di spese, dalle bollette ai medicinali, includendo mutui, spese telefoniche, piante, fiori e persino i costi per il mantenimento di un cavallo. Tutto ciò servirà a verificare il reddito presunto dei contribuenti.

Cos’è il Redditometro

Il Redditometro ha una storia che risale al 1993, quando fu introdotto un primo strumento embrionale. Successivamente, nel 2010, il governo Berlusconi implementò una versione più simile a quella recentemente approvata: questa operava attraverso l’assegnazione di coefficienti a beni come immobili e veicoli, per stimare la fascia di reddito dell’individuo.

Tuttavia, nel 2018 l’uso del Redditometro fu temporaneamente sospeso con il “decreto Dignità” del primo governo guidato da Giuseppe Conte. Venne sospeso perché si attendeva un decreto ministeriale che indicasse criteri più precisi per effettuare i controlli sulle spese, con l’intenzione di rielaborare lo strumento dopo un processo di consultazione con l’Istat e le associazioni dei consumatori. Questo ha portato al decreto del viceministro all’Economia Maurizio Leo: un insieme di elementi che supera il concetto di semplice possesso di beni e investimenti delle versioni precedenti, ampliando le categorie di spesa da considerare.

Le spese che controllerà l’Agenzia delle Entrate

Il nuovo provvedimento di Maurizio Leo indica “le informazioni utilizzabili per determinare gli elementi indicativi di capacità contributiva presenti negli archivi in possesso dell’amministrazione finanziaria”. Questo processo condurrà alla “determinazione sintetica del reddito” basata sulle spese presumibilmente attribuibili al contribuente o, nel caso in cui manchino dati nell’anagrafe tributaria su tali spese, utilizzando soglie minime di spesa per garantire un tenore di vita sopra la soglia di povertà assoluta, come indicato dall’Istat, considerando anche la composizione familiare. In sostanza, in assenza di dati certi, si presume una certa quantità di spesa.

Nel provvedimento è allegato un lungo elenco di spese, 56 per la precisione, che spaziano dai beni alimentari all’abbigliamento e le calzature. Vengono quindi considerate le spese relative al mutuo o all’affitto, eventuali canoni per il leasing immobiliare e le spese accessorie per acqua e condominio, nonché quelle per la manutenzione o eventuali commissioni agli agenti immobiliari. Quasi tutti gli investimenti sono scrutati attentamente: dalle azioni ai francobolli. Si considerano inoltre le spese per combustibili ed energia.

L’amministrazione potrebbe analizzare anche se il soggetto è in possesso di un sistema di riscaldamento centralizzato. Anche l’acquisto di una lavatrice nuova potrebbe rientrare nei controlli: infatti, saranno verificate anche le spese relative a mobili, elettrodomestici e servizi domestici. Non sfuggono nemmeno i costi relativi ai collaboratori domestici e ad altri beni e servizi per la casa, come biancheria, detersivi, pentole, lavanderia e riparazioni.

Sotto la lente d’ingrandimento anche le spese sanitarie, come medicinali e visite mediche.

Controlli anche su cellulari e abbonamenti tv

Un altro aspetto considerato riguarda i trasporti: saranno prese in considerazione, ai fini del reddito presunto, le spese per assicurazioni come la responsabilità civile, incendio e furto per auto, moto, caravan, camper, minicar e il pagamento del bollo. Lo stesso vale per aeromobili e imbarcazioni, insieme ai relativi costi di manutenzione (come pezzi di ricambio). Sono incluse anche le spese per mezzi di trasporto pubblico come tram, autobus, taxi e altri.

Anche l’acquisto di un nuovo cellulare e le relative bollette potrebbero essere considerati, insieme alle spese per l’istruzione. In questo caso, si terranno conto delle spese per libri scolastici, tasse scolastiche, rette e simili per asili nido, scuole per l’infanzia, scuole primarie, scuole secondarie, corsi di lingue straniere, corsi universitari, tutoraggio, corsi di preparazione agli esami, scuole di specializzazione e master. Anche i soggiorni di studio all’estero o gli affitti per gli universitari non saranno trascurati.

Per quanto riguarda il tempo libero, la cultura e i giochi, verranno considerate le spese per giochi e giocattoli, apparecchi radio, televisione, hi-fi, computer, libri non scolastici, giornali e riviste, dischi, articoli di cancelleria, abbonamenti a servizi radio, televisione e internet, lotterie e giochi d’azzardo, piante e fiori, oltre alle spese per le riparazioni di radio, televisori e computer. Anche gli abbonamenti a servizi pay-tv, le attività sportive e i cavalli saranno oggetto di verifica: in questo caso, si presumerà una spesa di 5 euro al giorno per i cavalli mantenuti personalmente e 10 euro al giorno per i cavalli pensionati, in base ai giorni di possesso risultanti dall’Anagrafe tributaria. Saranno esaminate anche le spese veterinarie relative agli animali domestici. Il dettagliato elenco include anche gli assegni al coniuge e le spese per bigiotteria e parrucchiere.

Se il Fisco avvierà degli accertamenti, il contribuente potrà dimostrare che eventuali spese sono state sostenute con redditi diversi o esenti relativamente al periodo d’imposta in questione, o attraverso risparmi accumulati nel passato.

Dalla maggioranza al Codacons, quante critiche al Redditometro

Anche se il decreto era atteso da tempo, le nuove regole hanno scatenato una certa agitazione all’interno del governo in vista del voto europeo dell’8 e del 9 giugno. “Forza Italia è sempre stata contraria al redditometro”, affermano fonti di Forza Italia. La Lega si unisce alle critiche. “Mi sembra che sia un provvedimento del viceministro Leo, quindi chiedete a Fratelli d’Italia”, dichiara all’Ansa il capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo. “Mi sembra una proposta un po’ strana, perché noi del centrodestra siamo sempre stati critici verso questi strumenti”, aggiunge il senatore.

Immediata la replica di Fratelli d’Italia: “Non credo sia una svolta epocale”, afferma il presidente della commissione Finanze, Marco Osnato. “È solo un aggiornamento di alcuni parametri. Non altera né compromette la riforma fiscale né la posizione del governo Meloni.”

“Il Redditometro è un’arma spuntata già introdotta senza successo in passato da precedenti governi, e puntualmente abbandonata per non aver prodotto i benefici sperati”. Lo afferma il Codacons, commentando il nuovo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo. “Più che una misura per colpire l’evasione fiscale, il redditometro serve solo a terrorizzare i contribuenti. – spiega il Codacons – Non a caso lo strumento è stato più volte introdotto nel nostro sistema fiscale e puntualmente abbandonato. Siamo favorevoli alla lotta all’evasione, ma il governo farebbe bene a puntare ai grandi evasori, quelli che creano società di comodo o con sede all’estero, e alle multinazionali straniere che fanno profitti miliardari in Italia, senza minacciare i cittadini onesti con spauracchi come il nuovo redditometro”, conclude il Codacons.

Rabbia Unc: “Non accolte le nostre proposte”

“E’ falso quanto dichiarato ieri e oggi da alcuni esponenti politici, ossia che la nuova versione del redditometro è stata preventivamente condivisa con le associazioni dei consumatori. Noi abbiamo partecipato alla consultazione del giugno 2021 ma le nostre proposte non sono state accolte” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Nel decreto, ad esempio, si insiste nell’errore di considerare le soglie di povertà assoluta come se rappresentassero il livello minimo di sussistenza, mentre non è così. Per questo avevamo chiesto che nelle spese dal contenuto induttivo si includessero gli alimentari ma non le bevande, l’abbigliamento, le calzature o i fitti figurativi, ancor più arbitrari e presunti o i pezzi di ricambio e riparazione auto, troppo variabili a seconda dei chilometri annui percorsi o dell’anno dell’auto” prosegue Dona.

“Per compensare queste criticità, ed evitare il rischio della media del pollo di Trilussa, avevamo poi chiesto di intervenire a monte, modificando l’articolo 38, del D.P.R. n. 600/73 che prevede che sia sufficiente uno scostamento di appena il 20% del reddito dichiarato per far scattare la determinazione sintetica del reddito complessivo” aggiunge Dona.

“Avevamo dato, infine, suggerimenti, come la proposta di considerare anche la frequenza di acquisto come parametro utile per valutare l’incongruità con il reddito dichiarato, dato che alcuni beni si possono anche acquistare una tantum, dalla macchina allo smartphone alla moda, ma se si cambiano troppo spesso allora non sono più spese congrue, oppure come quello che se si consideravano le spese degli altri familiari allora andava valutato anche il reddito complessivo della famiglia” aggiunge Dona.

Nessuna di queste proposte è stata accettata. Diciamo no, quindi, a questo redditometro” conclude Dona.

Critica anche Meloni: “Non introdurrò nessun Grande fratello fiscale”

Il caso Redditometro ha fatto sobbalzare anche Giorgia Meloni, che in un post su Facebook ha affermato che “mai nessun Grande Fratello fiscale sarà introdotto da questo Governo“.

“Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune. L’attuazione della delega fiscale, portata avanti in particolare dal Vice Ministro dell’Economia Leo, è fino ad ora andata nella direzione di migliorare il rapporto tra Stato e cittadino, tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar. Continueremo in questa direzione, sempre dalla parte dei cittadini. Sull’ultimo decreto recentemente varato dal Mef, che negli intendimenti delimita l’azione di verifica dell’amministrazione finanziaria, mi confronterò personalmente con il Vice Ministro Leo, al quale ho chiesto anche di venirne a riferire al prossimo Consiglio dei Ministri. E se saranno necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli”.