Quanti pagano i premi produzione

Quali sono le regioni italiane che hanno fatto maggiore richiesta della detassazione dei premi di produttività

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

I premi di produzione costituiscono un compenso che va oltre lo stipendio base di un singolo dipendente. Nella maggior parte dei casi vengono assegnata a seguito della valutazione della performance individuale. Si effettua, inoltre, una valutazione dei progetti che sono stati completati da un determinato dipendente nel corso di un determinato periodo.

I premi di produzione, nella maggior parte dei casi, vengono erogati nel momento in cui si raggiungono determinati obiettivi che sono relativi a:

  • produttività del lavoro;
  • redditività del lavoro;
  • qualità del lavoro;
  • efficienza del lavoro;
  • innovazione apportata.

Ma alcune novità sono state introdotte dal 2016. Scopriamo quali sono.

Premi di produzione: dal 2016 sono detassati

A partire da marzo 2016, è stata stabilita la detassazione di una parte delle somme destinate ai premi produzione. Nonostante questo sgravio fiscale, ad oggi le imprese che ne hanno usufruito risultano in numero piuttosto basso.

Ma cosa sono i premi di produttività e a chi sono destinati? Si tratta di un compenso monetario che viene aggiunto allo stipendio di base ed è previsto nel caso in cui il lavoratore abbia raggiunto un risultato di produttività dell’azienda. Il compenso viene erogato direttamente sulla busta paga del dipendente. Per le aziende che operano nel settore privato – tra cui imprenditori, associazioni politiche e culturali, enti ecclesiastici – l’aliquota prevista per la detassazione dei premi di produttività è pari al 10% fino a 3.000 euro. Ma può arrivare anche a 4.000 euro qualora l’impresa coinvolga i suoi lavoratori nell’attività di organizzazione.

Ai premi vengono comunque applicati i normali contributi, come sul restante reddito. Tuttavia non possono essere detassati i premi di risultato erogati in base a contratti collettivi nazionali.

Per poter fruire di questa agevolazione, le imprese interessate devono depositare il contratto (entro 30 giorni dal momento della sottoscrizione dello stesso), in cui si prevede l’erogazione dei premi di produzione in misura variabile. A far fede è la procedura telematica come previsto dall’art. 5 del Decreto Ministeriale del 25 marzo 2016.

Quante aziende hanno usufruito della detassazione

Dati alla mano, tra maggio 2016 e dicembre 2018, il numero delle aziende che ha usufruito della detassazione è di 40.693. Di queste, la maggior parte opera sul territorio lombardo: sono infatti 11.480 le imprese che in questa regione hanno richiesto la detassazione dei premi di produttività. Segue subito dopo l’Emilia Romagna – seppure con un distacco sostanziale – dove se ne contano 7.056, a sua volta seguita dal Veneto con 5.335 imprese. Il Piemonte invece conta 3.597 aziende, mentre in Toscana sono 2.794. Si difende bene anche il Lazio con 2.792 imprese e il Friuli Venezia Giulia con 1.189 aziende.

Tuttavia, bisogna considerare che a dicembre dello scorso anno, delle 40.693 dichiarazioni di conformità rilasciate dalle imprese richiedenti, solo 17.680 risultano ancora attive. Ecco in quale ordine.

  • Toscana: 1.217;
  • Lazio: 1.302;
  • Piemonte: 1.643;
  • Veneto: 2.173;
  • Emilia Romagna: 3.063.

Anche in questo caso, Lombardia arriva in testa e batte tutte le altre contando 4.893 dichiarazioni di conformità.

È importante ricordare che i premi di produzione possono essere corrisposti ad un singolo dipendente o a un intero team. A discrezione del datore di lavoro i premi di produzione possono essere distribuiti globalmente a tutti gli impiegati perché sono riusciti a raggiungere determinate metriche. O se il lavoro svolto è stato di particolare qualità.