Tasse e imposte più alte, quanto ha incassato lo Stato nel 2025 finora

Fisco italiano: entrate tributarie a +2% nei primi nove mesi del 2025. L'aumento è trainato dall'Iva e dalle imposte finanziarie, mentre la riforma Irpef frena la crescita del gettito diretto

Foto di Federica Petrucci

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato:

Nei primi nove mesi del 2025 lo Stato italiano ha incassato 426,951 miliardi di euro di entrate tributarie erariali. È quanto emerge dal Bollettino mensile pubblicato il 5 novembre 2025 dal Dipartimento delle Finanze, corredato da una nota tecnica e da appendici statistiche.

Il quadro generale mostra un’economia in graduale consolidamento, con un gettito in lieve aumento trainato soprattutto dalle imposte indirette, mentre le imposte dirette crescono a un ritmo più contenuto.

Di quanto sono aumentate le entrate dello Stato

Tra gennaio e settembre 2025 le entrate tributarie hanno toccato quota 426,9 miliardi di euro, in aumento di 8,396 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2024.

Rispetto cioè ai 418,5 miliardi dei primi nove mesi del 2024, c’è stata una crescita del 2%, frutto di due tendenze contrapposte:

  • un aumento delle imposte dirette di 807 milioni di euro (pari al +0,4%);
  • un aumento delle imposte indirette di 7.589 milioni di euro (pari al +3,4%).

Nel solo mese di settembre, le entrate sono cresciute di 48 milioni di euro, con una variazione quasi nulla (+0,1%). Tuttavia, si nota una divergenza. Le imposte dirette hanno registrato un calo di 545 milioni (-2,5%), mentre le indirette sono aumentate di 593 milioni (+3,6%).

Il peso della riforma dell’Irpef

La crescita modesta delle imposte dirette è dovuta principalmente all’effetto della riforma delle aliquote Irpef prevista dalla Legge di Bilancio 2025.

La riduzione delle aliquote da 4 a 2, l’innalzamento della detrazione fissa per i redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro e l’introduzione di nuove detrazioni e bonus per i redditi medio-bassi hanno ridotto in modo strutturale le ritenute fiscali operate sui salari.

Il risultato si traduce in un calo di 338 milioni di euro nelle ritenute sui redditi da lavoro dipendente nel settore privato. Questa flessione, pur incidendo sul gettito, rappresenta l’effetto previsto delle misure a favore del potere d’acquisto dei lavoratori.

Gli effetti dell’aumento dei lavoratori

C’è da dire, però, che nel frattempo il mercato del lavoro ha mostrato segnali incoraggianti. Secondo i dati Istat, l’occupazione tra i dipendenti è aumentata dello 0,7% su base annua, mentre le retribuzioni contrattuali orarie sono cresciute del 2,4% nel privato e del 3,3% nella Pubblica amministrazione.

Ciò significa che, nonostante le minori ritenute fiscali, il gettito Irpef potrebbe beneficiare nel medio periodo di una base imponibile più ampia.

Crescono le ritenute sul lavoro autonomo e i redditi da capitale

Un andamento opposto si registra per le ritenute sui redditi da lavoro autonomo, che aumentano di 547 milioni di euro (+5,1%). La crescita è legata ai maggiori versamenti effettuati dai sostituti d’imposta che trattengono il 20% a titolo di acconto Irpef sui compensi dei professionisti e dei lavoratori autonomi.

Molto più marcato, invece, l’aumento delle imposte sostitutive sui redditi da capitale e plusvalenze, cresciute di 1,772 miliardi di euro (+12,9%).

A determinare questo risultato è stato l’andamento positivo del mercato del risparmio gestito, che a fine 2024 ha raggiunto la cifra record di 2.509 miliardi di euro, in aumento rispetto all’anno precedente.

Anche l’imposta sostitutiva sul valore attivo dei fondi pensione ha contribuito in misura rilevante: il gettito è cresciuto di 1,238 miliardi di euro, grazie al versamento del saldo annuale relativo all’anno d’imposta 2024.

Nel complesso, quindi, la stabilità delle imposte dirette è frutto di dinamiche contrastanti. Da un lato le minori ritenute dovute alla riforma Irpef, dall’altro la crescita dei redditi finanziari e autonomi.

Imposte indirette: l’Iva traina la crescita

Decisamente più vivace è l’andamento delle imposte indirette, aumentate complessivamente di 7,589 miliardi di euro rispetto ai primi nove mesi del 2024. A spingere la crescita è soprattutto l’Iva, che da sola porta un contributo di 3,521 miliardi di euro in più, pari a un incremento del 2,8%.

La componente relativa agli scambi interni è salita del 3%, segnalando una domanda interna in graduale ripresa, mentre quella sulle importazioni è cresciuta dell’1,8%, in linea con l’aumento dei volumi di acquisto di materie prime ed energia.

Al netto dello split payment, i settori che hanno contribuito maggiormente sono quelli dei servizi privati, dell’industria manifatturiera e del commercio al dettaglio e all’ingrosso.

Imposta di bollo e accise in crescita

Tra le altre imposte indirette, spicca il forte incremento dell’imposta di bollo, cresciuta di 2,023 miliardi di euro (+28,8%).

L’aumento è dovuto al maggiore utilizzo di strumenti digitali e finanziari soggetti al bollo, come conti deposito, titoli di Stato e servizi bancari online. Positivo anche l’andamento dell’imposta di registro, aumentata di 189 milioni di euro, e del gettito delle accise sui prodotti energetici, salito di 304 milioni di euro.

Questa crescita riflette un parziale recupero dei consumi energetici e l’adeguamento delle aliquote sui carburanti, dopo il calo registrato nel 2024.

In controtendenza, invece, l’imposta sulle assicurazioni mostra una contrazione di 109 milioni di euro, segnale di un mercato assicurativo ancora prudente, probabilmente influenzato dalla riduzione dei premi medi Rc Auto e dall’aumento delle franchigie.

Più entrate dagli accertamenti fiscali

Un altro capitolo importante è quello delle entrate derivanti da attività di accertamento e controllo, che hanno registrato un incremento complessivo di 1,138 miliardi di euro rispetto al 2024.

L’aumento dovuto ai controlli fiscali riguarda soprattutto le imposte dirette, che contribuiscono per 951 milioni di euro in più, mentre le imposte indirette aggiungono 187 milioni di euro.