La scadenza per il saldo dell’Imu si avvicina, ma quest’anno si può approfittare di due giorni in più e delle novità sulle esenzioni. La data ordinaria di chiusura dei termini cade di sabato 16 dicembre, dunque per il versamento dell’imposta municipale unica sugli immobili c’è tempo fino a lunedì successivo, il 18 dicembre. Inoltre si allarga la platea dei soggetti esonerati dal pagamento del saldo 2023.
Le esenzioni
L’Imu deve essere corrisposta per gli immobili diversi dalla prima casa e pertinenze collegate come box o posto auto, cantina, solaio, sempre che siano ad uso diretto del proprietario. Ma i casi di applicazione dell’esenzione sono diversi:
- terreni agricoli ubicati nei Comuni classificati come montani (circolare ministeriale n. 9 del 14 giugno 1993)
- terreni agricoli posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali ubicati in qualsiasi altro Comune
- unità immobiliari di proprietà delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale degli assegnatari o destinate a studenti soci assegnatari, a prescindere dalla residenza;
- alloggi regolarmente assegnati dagli Iacp e ai fabbricati di civile abitazione destinati agli alloggi sociali (housing sociale);
- abitazione (non locata) degli appartenenti a Forze armate, Polizia, Vigili del fuoco o alla carriera prefettizia, anche se risiedono altrove;
In forza della sentenza della Corte Costituzionale del 2022, possono beneficiare dell’esenzione sulla prima casa anche i coniugi con due appartamenti e residenze differenti, ma sempre a condizione che i proprietari possano dimostrare l’uso l’effettivo del proprio immobile come abitazione principale.
L’esonero è dunque previsto anche in caso di abitazione concessa al coniuge separato o divorziato assegnatario dell’ex casa familiare (anche se non proprietario) e anche in assenza di rapporto coniugale. In caso di nudo proprietario e usufruttuario, oppure di coniuge superstite con il diritto di abitazione, il nudo proprietario non deve pagare nulla (qui abbiamo spiegato come fare per effettuare il ravvedimento operoso sull’Imu).
Sono esonerati anche i fabbricati dichiarati inagibili a causa dei terremoti del 2012, che hanno colpito Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, del 2016 in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e del 2017, nell’isola di Ischia.
Una delle novità di quest’anno è l’esenzione per gli immobili occupati abusivamente e quindi non utilizzabili né disponibili, a condizione che sia stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria per violazione di domicilio o sia iniziata l’azione giudiziaria penale per occupazione abusiva (qui abbiamo spiegato per chi potrebbero scattare gli aumenti Imu nel 2024).
Quando si paga l’Imu
Anche per quest’anno il saldo Imu deve essere versato per le seconde case e in generale da tutti i proprietari di immobili e coloro che sono titolari di un diritto reale di godimento, come l’usufruttuario o chi ha il diritto di uso, enfiteusi e di superficie (qui abbiamo riportato i dati dell’evasione Imu in Italia).
L’imposta va pagata anche dalle società per gli immobili posseduti di qualsiasi categoria catastale, anche se utilizzati nell’esercizio della propria attività, salvo l’esonero per gli immobili-merce, costruiti o ristrutturati per la vendita e rimasti invenduti, se non locati per l’intero anno.
Anche in caso di abitazione principale, se ci sono più proprietari, l’Imu non è dovuta soltanto per chi ne ha dimora e residenza anagrafica: se queste due condizioni non si verificano in concomitanza si deve versare l’imposta.
Non c’è esenzione nemmeno se l’appartamento rientra nelle categorie “di lusso”, ossia immobili accatastati A/1 (case signorili, A/8 (ville) e A/9 (castelli), l’imposta è comunque dovuta ma con uno sconto in cifra fissa di 200 euro.
Infine, l’Imu è ridotta del 50% sull’immobile dato in comodato gratuito dal genitore al figlio o viceversa, se in possesso di determinati requisiti di legge.