Accise, niente aumento in Manovra ma Giorgetti annuncia la riforma

La parificazione delle accise non sarà introdotta in Manovra ma in una riforma complessiva del testo unico

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 16 Ottobre 2024 13:24

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che le accise sul gasolio e la loro rimodulazione saranno gestite attraverso il decreto legislativo accise, approvato nel Consiglio dei ministri del 15 ottobre in via provvisoria. Questo significa che la misura non sarà parte della Manovra finanziaria ma rimarrà una discussione interna al Governo, come parte della legge delega sul fisco approvata nel 2023.

Giorgetti, in conferenza stampa, ha anche accennato al fatto che la parificazione delle accise sul gasolio sia un “impegno europeo” che andrà gestito. Nel decreto legislativo sulle accise ci sarà anche una riforma del testo unico in materia che riguarderà gas naturale, elettricità e anche i prodotti alcolici.

Le accise fuori dalla Manovra: cos’è il decreto legislativo di Giorgetti

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato in conferenza stampa che nella Manovra finanziaria per il 2025 non ci sarà alcun accenno alle accise sul gasolio. Il titolare del dicastero ha però anche aggiunto che la questione sarà risolta all’interno del decreto legislativo che è stato messo all’ordine del giorno dello stesso Consiglio dei ministri del 15 ottobre che ha approvato il testo di partenza della Legge di bilancio 2025.

Per capire cosa sia un decreto legislativo bisogna partire da uno dei modi in cui si possono promulgare leggi in Italia: la delega. In casi specifici il Parlamento può delegare al Governo il proprio potere legislativo, quindi quello di scrivere le leggi, tramite una legge delega. Nel testo di questa legge vanno inseriti i temi su cui il Governo potrà legiferare senza più consultare il Parlamento. Si tratta di limitazioni molto specifiche che lasciano all’esecutivo soltanto i dettagli della norma. Il Parlamento, in breve, dice quindi al Governo cosa fare e come farlo ed è il Consiglio dei ministri a legiferare.

I decreti legislativi sono gli strumenti con cui il governo realizza la delega. Sono le leggi che emergono dal lavoro delegato dal Parlamento al Governo. Non sono da confondere con i decreti legge, atti legislativi approvati dal Governo, che entrano in vigore immediatamente senza l’intervento del Parlamento (per questo sono anche detti decreti d’urgenza), ma devono poi essere discussi e approvati entro 60 giorni dalle due camere oppure decadono.

Nel 2023 il Parlamento ha approvato proprio una legge delega in ambito fiscale. L’obiettivo principale di questa delega era dare al Governo il potere di riformare le imposte sul reddito, su tutte l’Irpef. Una parte di questa delega riguardava però anche le accise. In particolare il Parlamento aveva chiesto di intervenire sui sussidi dannosi per l’ambiente. Il Governo avrebbe dovuto prendere provvedimenti per raggiungere questi obiettivi.

  • Rimodulare le accise su gas ed elettricità per ridurre l’impatto ambientale
  • Promuovere le fonti rinnovabili
  • Riordinare le accise sui prodotti energetici eliminando i sussidi dannosi per l’ambiente
  • Riordinare le accise sui prodotti alcolici
  • Rivedere le accise sugli oli lubrificanti

La riforma delle accise, dal gasolio all’alcol

Il Governo ha quindi deciso di inserire il riordino delle accise sul gasolio all’interno del decreto legislativo che riguarda proprio queste tasse. Per accisa si intende infatti un’imposta indiretta sulla produzione o la vendita di determinati prodotti. È indiretta perché lo Stato la impone ai produttori o ai rivenditori e questa ricade poi sui consumatori tramite il prezzo dei prodotti stessi. Si distingue dall’Iva perché quest’ultima non fa distinzione e si applica su tutti i prodotti e i servizi, mentre l’accisa è specifica e non fa riferimento ai prezzi ma alle quantità del bene venduto.

La riforma delle accise non riguarderà soltanto la parificazione di quelle sul gasolio, ma anche le imposte su elettricità, gas e alcolici. Va premesso, come detto dallo stesso Giorgetti, che il testo del decreto legislativo è stato approvato “in via preliminare“.

Il Governo quindi ha un’intesa generale su come dovrebbe funzionare la riforma delle accise, ma si riserva di definirne i dettagli in seguito. Di conseguenza non ci sono ancora cifre precise su eventuali aumenti delle accise sul gasolio ad esempio. Il testo approvato ha quattro punti principali.

  1. La riforma del Testo unico sulle accise. La riforma introduce un sistema di qualificazione per gli operatori del settore energetico, il Soac. Si tratta di un modo per agevolare il lavoro delle aziende nel pagamento delle accise.
  2. La riforma dell’accisa sul gas naturale. Anche in questo caso si tratta di una serie di norme che riordinano il modo in cui le aziende versano e calcolano l’accisa. La distinzione tra gas naturale per uso “Civile” e “Industriale” viene sostituita da una per uso “Domestico” e “Non domestico” per maggiore chiarezza.
  3. La riforma dell’accisa sull’energia elettrica. Sarà simile a quella del gas e, anche in questo caso, riguarderà soprattutto le aziende che operano nel settore.
  4. Le accise sull’alcol. Sarà semplificata la procedura che le attività commerciali che vendono alcolici devono seguire per ottenere la licenza.

A questi punti cardine, che erano presenti nella delega fiscale, si aggiungerà quindi anche la rimodulazione delle accise sul gasolio, come annunciato da Giorgetti.

Le accise sul gasolio sono un impegno europeo?

Il ministro dell’Economia ha anche accennato, durante la conferenza stampa di presentazione della Manovra finanziaria, che la parificazione delle accise sul gasolio è “Un impegno europeo che va gestito“. Nell’ambito del Pnrr effettivamente, l’Italia si è impegnata a realizzare una revisione dei sussidi ambientalmente dannosi, o Sad. Questo impegno è stato preso anche dal Governo di Giorgia Meloni, dato che la sua impostazione è stata rafforzata nel Consiglio dell’Unione europea Economia e Finanza dell’8 dicembre del 2023.

L’Italia ha stilato nel 2022 un catalogo dei Sad, che ha individuato come dannosi i sussidi a autotrasportatori e agricoltori e proprio le minori accise sul gasolio. Nel nostro Paese infatti su ogni litro di benzina pesano 1,041 euro di accise e Iva, mentre su un litro di diesel le tasse sono 0,909 euro. L’obiettivo è quello di parificarle, un’operazione che potrebbe risultare nell’aumento di circa 13 centesimi di euro al litro del gasolio.

Giorgetti ha però premesso nel suo intervento sulla Manovra che “Non ci saranno stangate” per i consumatori italiani. Di conseguenza l’operazione di parificazione potrebbe prevedere un aumento lieve delle accise sul gasolio e una riduzione altrettanto lieve di quelle sulla benzina. Un intervento a costo zero o forse anche con un effetto di cassa positivo per lo Stato, che impatterebbe meno del dovuto sugli automobilisti.