Arriva la flat tax per negozi e uffici: quanto si paga

La misura è fortemente voluta dalla maggioranza, ma rimane il tema di come finanziarla: ecco chi verrebbe beneficiato e quale sarebbe lo sconto fiscale

Foto di Federico Casanova

Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Tra le tante grane che il governo di Giorgia Meloni sta affrontando nella scrittura della prossima legge di Bilancio c’è anche quella che riguarda la flat tax per i negozi e gli uffici. Come sempre accade in questi casi, il tema sul tavolo è quello delle coperture necessarie per sostenere la misura, annunciata a più riprese durante la campagna elettorale che ha portato al voto dello scorso settembre 2022.

Infatti, come sottolineato in diverse occasioni dallo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non sarà possibile realizzare tutte le promesse già in questa prima parte della legislatura, vista la congiuntura molto complicata che si sta verificando a livello di crescita e fondi a disposizione. L’esecutivo dovrà per forza fare delle scelte, individuando ciò che si può fare ora e ciò che invece andrà rinviato al prossimo futuro.

Nuova tassazione per negozi e uffici? Tutti i dettagli sulla flat tax pensata dal governo

Tra le voci ritenute di massima urgenza sembra però rientrare proprio l’attivazione della tassa piatta per coloro che gestiscono gli spazi commerciali e gli ambienti professionali. Il disegno della maggioranza di centrodestra sarebbe quello di abbassare l’aliquota al 21% per quei soggetti che affittano i propri locali ad artigiani, commercianti e altre figure professionali simili. Un livello di tassazione molto agevolato rispetto a quello attuale, ma che addirittura potrebbe scendere di un ulteriore scaglione al verificarsi di determinate condizioni.

In particolare, la percentuale individuata dai tecnici del Tesoro verrebbe ridotta al 15% se l’attività lavorativa in oggetto si trovasse collocata all’interno di un comune molto minuto, ossia con meno di 5mila abitanti residenti all’interno del territorio municipale. Un vero e proprio choc (in positivo) per quei piccoli proprietari e gestori in difficoltà che oggi, con la normativa attualmente vigente, si ritrovano a sostenere una pressione fiscale che arriva a toccare quota 43%.

Chi potrà usufruire della flat tax per negozi e uffici? Cosa dice la nuova legge

In attesa di scoprire con quali soldi il governo intende finanziare questo cambiamento, dal dicastero di via XX Settembre hanno già iniziato a circolare le prime puntualizzazioni. Innanzitutto, secondo quanto riportato da diversi quotidiani nelle ultime ore, l’istituzione della flat tax al 21% (o, come detto, al 15%) riguarderebbe solo i nuovi contratti che verranno sottoscritti da qui in avanti. Dunque, per le situazioni già delineate e avviate, non sarebbe possibile usufruire dell’agevolazione fiscale.

Inoltre, per evitare che i soliti furbetti ricorrano ad uno stratagemma ormai consolidato, sarebbe stata data l’indicazione di escludere dal novero dei beneficiari quei proprietari di negozi e uffici che decidono di disdire i contratti attualmente attivi con gli affittuari, con l’intento di sottoscriverne uno identico dopo l’approvazione della Manovra 2024, in modo da rientrare nella platea dei destinatari. Una specifica ad excludendum – per utilizzare una terminologia cara all’ambiente forense – pensata per combattere l’ipotetica elusione fiscale che si verrebbe a generare.

Tutto però è ancora da definire e le prime certezze sull’argomento potranno arrivare solamente una volta depositati i decreti attuativi della delega fiscale. Al momento, quindi, guai a cantare vittoria, sia da parte del governo (che vorrebbe piantare una nuova bandierina di fronte agli elettori e alle opposizioni), sia da parte dei cittadini potenzialmente interessati dall’abbassamento delle tasse.