Cuneo fiscale, Manovra, extraprofitti: parla Sandra Savino (Mef)

Mentre Ocse e Commissione europea tagliano le stime di crescita dell’Italia, la sottosegretaria Savino avverte: “I soldi in Manovra andranno spesi bene”

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Tutto continua a ruotare attorno al taglio del cuneo fiscale. Come se stessimo assistendo ad una partita al tavolo da poker, è questa la misura su cui intende puntare tutte le sue fiches il governo di Giorgia Meloni, chiamato a scrivere una legge di Bilancio davvero molto delicata entro il prossimo 31 dicembre. Complici il rallentamento dell’economia, i ripetuti rialzi dei tassi d’interesse da parte della Bce e l’incremento continuo delle spese per sostenere il Superbonus edilizio, le misure a disposizione dell’esecutivo per comporre la Manovra 2023 saranno assai risicate.

Come se non bastasse, nelle ultime ore l’Ocse – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Internazionale – ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’Italia (+0,9% nel 2023 e +0,8% nel 2024) rispetto alle previsioni più ottimistiche formulate nella scorsa primavera. Dati in linea con quelli diffusi nelle scorse settimane dagli uffici economici della Commissione europea, che hanno confermato il peggioramento del quadro complessivo.

E così, a pochi giorni dalla presentazione della Nota di aggiornamento al Decreto di economia e finanza (la cosiddetta Nadef), la sottosegretaria al ministero dell’Economia Sandra Savino è intervenuta in esclusiva ai microfoni di Qui Finanza per fare chiarezza su quali saranno le prossime scelte dell’esecutivo.

Sandra Savino, sottosegretario al ministero dell’Economia, nei giorni appena trascorsi sia la Commissione europea che l’Ocse hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2023. Il Pil dell’Unione europea aumenterà meno di quanto indicato la scorsa primavera. Anche l’incremento relativo ai singoli Stati membri sarà minore rispetto alle attese. Come rappresentante del governo, questa situazione la spaventa?

“La revisione al ribasso delle previsioni di crescita da parte della Commissione europea e dell’Ocse rappresenta senza dubbio una sfida da affrontare senza tirarsi indietro. In questo primo anno di attività abbiamo dimostrato di essere un governo che affronta le sfide con pragmatismo. Questa situazione non ci spaventa e, anzi, ci sollecita ad agire con decisione e fermezza”.

I dati sul nostro Paese non sono rassicuranti: solo un +0,9% nell’anno in corso, mentre nel 2024 cresceremo meno delle altre economie europee (+0,8%). Cosa occorre fare per invertire la tendenza?

“Di fronte a dati non rassicuranti, è necessario adottare misure che stimolino la nostra economia. Il nostro obiettivo è quello di rendere l’Italia più competitiva: occorre puntare sulle agevolazioni per le imprese, su una maggiore attenzione alla formazione e investire sull’innovazione. Infine, confermo che la nostra priorità in questo senso rimane la riduzione del cuneo fiscale”.

Quest’ultima sembra essere proprio la misura cardine della Manovra che dovrete redigere entro la fine dell’anno. Il taglio delle stime avrà ripercussioni anche sulla prossima legge di Bilancio?

“Ogni revisione delle stime impatta in maniera inevitabile sulle decisioni in materia economica. La prossima legge di Bilancio dovrà tenere conto di questo scenario, ma sempre con l’obiettivo di sostenere la crescita. Tra qualche giorno avremo i dati della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza e tutto sarà più chiaro”.

Sia in occasione del Meeting di Comunione e Librazione a Rimini, sia durante l’ultimo Forum di Cernobbio, il ministro Giancarlo Giorgetti ha ripetuto più volte che sarà necessario concentrare le risorse su poche misure mirate. Quali sono le vostre priorità, viste le poche risorse a disposizione?

“La legge di Bilancio sarà incentra su quattro priorità molto chiare, che per noi sono il taglio del cuneo fiscale, l’attenzione alla sanità, misure per incentivare la denatalità e un rafforzamento delle pensioni minime. Inoltre, in merito a quest’ultima voce, pensiamo di introdurre nuove norme per rendere adeguate le pensioni per i giovani che si avviano al lavoro. Il tema previdenziale è sempre stato un cavallo di battaglia del presidente Silvio Berlusconi, il primo a puntare con forza sulle tutele per i lavoratori”.

Nonostante le premesse citate, i partiti che compongono la maggioranza di centrodestra continuano ad avanzare richieste molto onerose: la Lega chiede lo stanziamento dei fondi per lo Stretto di Messina e l’estensione della flat tax, mentre Forza Italia spinge sulla rivalutazione delle pensioni. Come potrete fare tutto?

“Governare richiede equilibrio e bilanciamento delle esigenze. Ascoltiamo le richieste dei partiti, ma come sempre continueremo ad operare in un quadro di sostenibilità finanziaria. Trovare un equilibrio sarà la vera chiave di svolta, dovremo individuare delle priorità e lo faremo osservando quali sono le richieste che rispecchiano davvero le necessità del nostro Paese. Mi permetto di aggiungere che spesso la difficoltà non è quella di individuare le risorse, ma piuttosto quella di spendere bene le risorse che si hanno”.

Il suo partito, per voce del segretario Antonio Tajani, contesta la tassazione degli extraprofitti per le banche. Crede che il provvedimento supererà l’esame del Parlamento, o ne uscirà stravolto? E lei che idea si è fatta in merito?

“In Parlamento avremo modo di migliorare la norma. Ritengo che sia opportuno approfondire gli aspetti dell’attivo ponderato e della possibile deducibilità. Sono aspetti tecnici ma di grande importanza. Personalmente, ritengo che ogni misura debba essere equilibrata e non penalizzare settori fondamentali per la nostra economia”.

Le modifiche al PNRR e il nuovo Patto di stabilità europeo saranno due argomenti cruciali nel dibattito politico dei prossimi mesi, quelli che ci accompagnano alle elezioni europee del prossimo anno. Come dichiarato di recente, la premier Giorgia Meloni sostiene che il commissario europeo Paolo Gentiloni non abbia fatto abbastanza per difendere i nostri interessi nazionali. Anche lei la pensa così?

“Mi auguro che il rapporto con la Commissione europea e le istituzioni comunitarie – a partire dal commissario Paolo Gentiloni – sia sempre costruttivo. L’Italia è un Paese strategico per il presente e il futuro dell’Unione europea, non possiamo certo pensare che da parte di qualcuno ci sia la volontà di penalizzarci in qualche modo”.