Tredicesime più ricche a Natale 2023: il piano del Governo

Il Governo potrebbe anticipare la detassazione della tredicesima che, se inserita nei decreti attuativi della legge delega, arriverebbe solo a Natale 2024

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Già da Natale 2023 i lavoratori potrebbero trovare sotto l’albero una tredicesima più consistente. La detassazione dell’ultima mensilità dell’anno, annunciata dal Governo Meloni tra le maggiori novità della delega fiscale, potrebbe arrivare in anticipo.

La detassazione delle tredicesima

Come spiegato dallo stesso titolare del dossier fiscale, il viceministro Maurizio Leo, dopo l’approvazione della legge delega nello scorso 14 agosto il Mef vuole accelerare i tempi sulla riforma e valuta di applicare gli sconti sulla tredicesima già dall’anno in corso.

Fino ad oggi bonus e detrazioni fiscali non possono essere applicate per legge alla tredicesima, facendo sì che le tasse sull’ultima busta paga siano sempre più elevate rispetto al resto dell’anno.

Il piano del Governo è quello di detassare la mensilità ricevuta a Natale dai redditi medio-bassi per contrastare l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto degli stipendi, almeno in questa fascia di popolazione.

Per i decreti attuativi della legge delega il Governo avrebbe a disposizione un anno di tempo, ma sulla base dell’attuale tabella di marcia, i lavoratori non vedrebbero gli effetti sulla tredicesima fino a dicembre del 2024. Per questo l’esecutivo avrebbe deciso di accorciare i tempi (qui avevamo parlato delle novità sulla delega fiscale).

Il taglio delle tasse sulla tredicesima si inserisce all’interno dell’obiettivo generale della riforma fiscale di ridurre da quattro a tre gli scaglioni Irpef.

Nella delega non c’è alcun riferimento specifico al passaggio da quattro a tre scaglioni di reddito, ma nella relazione tecnica di accompagnamento si legge che “i criteri relativi all’imposta personale sui redditi appaiono ancora indefiniti e non consentono di effettuare una puntuale valutazione in termini di gettito. Al riguardo, si osserva che i criteri direttivi si limitano a indicare un graduale percorso finalizzato a ridurre gradualmente il numero e il livello delle aliquote e degli scaglioni. In una prima fase, il legislatore potrebbe ridurre le aliquote a tre e successivamente a due” (qui tutti i provvedimenti inseriti nella legge Delega).

All’interno della revisione dei principi e dei criteri direttivi delle aliquote, si prevede anche la flat tax su straordinari sopra una determinata soglia, premi di produttività e sulla mensilità aggiuntiva di dicembre.

Al posto delle aliquote attuali alla tredicesima verrebbe dunque applicata un’imposta sostitutiva agevolata che andrebbe ad abbattere la tassazione dell’importo erogato in busta paga, consentendo così ai dipendenti di incassare per le Feste natalizie una somma più alta.

Dalle aliquote Irpef, che variano dal 23% al 43% sulla base del reddito percepito, si passerebbe quindi ad una tassa piatta del 15% per l’ultima mensilità i lavoratori dipendenti, sul modello delle norme già previste per le partite Iva.

Il nodo delle risorse

Per poter anticipare la misura, però, il governo dovrebbe trovare fondi sufficienti per sostenere la misura entro la fine del 2023 e fuori dalla legge di Bilancio.

Al ministero dell’Economia dunque il compito di cercare tra le maglie del bilancio risorse previste per altre misure e ma rimaste inutilizzate, o spese in quantità minore rispetto a quanto preventivato, come successo, ad esempio, l’anno scorso per l’Assegno unico.

Una ricerca per nulla semplice visto che, come spiegato dallo stesso responsabile del Mef, Giancarlo Giorgetti, l’esecutivo farà fatica a finanziare la Manovra stessa (qui abbiamo riportato le parole del ministro Giorgetti sulla “complicata” Legge di Bilancio).