Pensioni, Giorgetti frena sulla riforma: perché non si può fare

In vista di una Manovra "complicata", il ministro dell'Economia traccia la lista delle priorità, dalla quale la riforma del sistema previdenziale sembra esclusa

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Nella Legge di Bilancio che attende il Governo in autunno “non si potrà fare tutto” e tra i dossier pronti a saltare ci potrebbe essere la riforma delle pensioni. Lo ha spiegato al meeting di Rimini il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quasi mettendo le mani avanti su una manovra definita “complicata”.

L’intervento di Giorgetti

Una Legge di Bilancio con risorse limitate, che potrebbe essere ridimensionata ancora di più dal ritorno del Patto di Stabilità nel 2024, dopo i tre anni di sospensione per la pandemia, per il quale il ministro dell’Economia cercherà di ottenere dal negoziato con Bruxelles regole più favorevoli.

“La situazione è ancora eccezionale – ha sottolineato Giorgetti – l’Europa lo capisca o si rischia l’autolesionismo.

Il Governo punta a ricavare dal dibattito in corso nell’Unione maggiori aperture sull’allentamento delle restrizioni sul rapporto deficit/Pil e debito/Pil, e avere, dunque, più margini di manovra (qui avevamo spiegato cosa potrebbero cambiare per l’Italia le modifiche al Patto di Stabilità).

”Nulla è gratis, quando si fa debito o deficit dobbiamo sempre pensare anche al discorso della sostenibilità. Quindi come governo ci approcciamo a una legge di bilancio che sarà complicata. Certo tutte le Manovre lo sono, siamo chiamati poiché facciamo politica a decidere delle priorità. Non si potrà fare tutto” ha precisato il ministro dell’Economia.

”Si metterà in ordine di priorità gli interventi – ha aggiunto in collegamento con il meeting di Rimini – Certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio-bassi, come abbiamo fatto con la decontribuzione. Ma dovremo anche, in qualche modo, utilizzare le risorse a disposizione per promuovere la crescita e premiare chi lavora. Questo è l’indirizzo”.

Il tema della natalità

Tra le cose che probabilmente non potranno essere fatte nella Legge di Bilancio potrebbe esserci anche la riforma delle pensioni, non soltanto per una questione di risorse e priorità, ma per un problema strutturale della società italiana legato alla crisi demografica (qui abbiamo spiegato a che età rischiano di andare in pensione i lavoratori con meno di 35 anni).

“Quando parliamo di crescita economica o sviluppo è sempre bene aggiungere il termine sostenibile – ha dichiarato Giorgetti – noi lo intendiamo prevalentemente nella dimensione della tutela ambientale, che è fondamentale, ma se si affronta la questione a tutto tondo non si può negare il fatto che il sistema tiene se le generazioni hanno una continuità. Cioè – ha spiegato – è centrale il tema della denatalità. Non esiste riforma o misura previdenziale che possa reggere nel medio e nel lungo periodo con i numeri della denatalità che abbiamo oggi“.

L’orizzonte è piuttosto una proroga di Quota 103, come fatto intendere sempre da Rimini dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, che punta a “un percorso che è iniziato e arriverà a compimento in legislatura”, puntando a un Ape sociale “più ampia” e a rivedere gli anticipi per le donne (qui le ultime sulle pensioni tra rivalutazione e le novità su trattamenti previdenziali per vecchiaia e invalidità).

Sicuramente in Manovra non mancherà il taglio del cuneo fiscale, centrale nel programma del Governo: da capire se verrà prorogato nella versione più corposa introdotta con il decreto primo maggio (7 punti per i redditi fino a 25mila e 6 per quelli fino a 35mila), per la quale servono 9-10 miliardi, o facendo una media con il taglio deciso avviato con la scorsa Legge di Bilancio.