Il piano per detassare le tredicesime: le simulazioni

Le stime su quanto potrebbero risparmiare i lavoratori sulla tredicesima con il taglio dell'Irpef, in rapporto alle fasce di reddito ancora allo studio del Mef

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Cresce l’attesa dei lavoratori sul taglio delle tasse della tredicesima già per la fine del 2023, come da promesse del Governo Meloni. La misura si inserisce all’interno del piano generale della legge Delega di ridurre da quattro a tre gli scaglioni Irpef. L’esecutivo avrebbe a disposizione un anno di tempo, ma per applicare la detassazione sull’ultima busta paga di quest’anno il ministero dell’Economia avrebbe deciso di stringere i tempi. Gli schemi dei decreti legislativi dovranno essere pronti entro il 20 settembre, per quanto riguarda la tredicesima però sul tavolo del Mef ci sono ancora varie opzioni.

Le ipotesi

All’esame del viceministro Maurizio Leo, titolare del dossier sulla riforma fiscale, ci sarebbe l’opzione di un’aliquota al 15%, dato che questa percentuale sarà difficilmente applicabile ad una generica ‘flat tax’, come stabilito inizialmente negli obiettivi dell’esecutivo.

Al posto delle aliquote attuali, che a seconda del reddito sono al 23%, al 25%, 35% fino al 43%, sulla tredicesima dovrebbe essere applicata un’imposta sostitutiva agevolata che andrebbe ad abbattere la tassazione dell’importo erogato in busta paga, consentendo così ai dipendenti di incassare per le Feste natalizie una somma più alta.

Il piano del Governo è quello di detassare la mensilità ricevuta a Natale dai redditi medio-bassi per contrastare l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto degli stipendi, almeno in questa fascia di popolazione (qui avevamo spiegato il piano del Governo per rendere le tredicesime più ricche già da quest’anno).

Il provvedimento riceverebbe in ogni caso il favore dell’associazione delle piccole imprese Confesercenti, per la quale “la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime è la via maestra da seguire per dare un impulso determinante alla domanda interna”.

Tra le misure fiscali più urgenti allo studio del Mef ci sarebbe anche la rateizzazione il maxi-acconto Irpef di novembre 2023, spalmato fino a giugno 2024. Un intervento che potenzialmente potrebbe interessare 4,5 milioni tra lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati (qui tutti i provvedimenti inseriti nella legge Delega).

Le simulazioni

Secondo le ultime ipotesi, il taglio della tredicesima potrebbe riguardare tutti i lavoratori entro un tetto massimo di reddito di 35mila euro l’anno, ma la misura potrebbe essere estesa anche ai dipendenti che si posizionano oltre questa soglia, senza però andare ad intaccare gli importi previsti per chi sta al di sotto.

Stando alle simulazioni effettuate da ‘Il Messaggero’, ad esempio, un lavoratore con un reddito di 15mila euro l’anno potrebbe ricevere uno sconto sull’Irpef di 80 euro, da 230 a 150 euro.

Chi dichiara 20mila euro annui scenderebbe scenderebbe invece da 400 a 240 euro di Irpef, con un risparmio di 160 euro. E ancora, secondo le stime, coloro che hanno un reddito annuale di 25mila euro beneficerebbe di un taglio da 200 euro, chi ne guadagna 30mila, invece, 480 euro e fino a un risparmio di circa 560 euro per chi si assesta sui 35mila.

Oltre questa soglia lo sconto potrebbe salire progressivamente, fino ad arrivare, ad esempio, a una tredicesima più ricca di 1792 euro netti per i redditi da 80mila euro all’anno.