Bonus mobili, occhio alla data: cosa cambia nel 2024

Restano pochi mesi per usufruire del tetto massimo di spesa previsto dalle norme attuali. Da gennaio 2024 gli importi scenderanno, e non di poco

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Come avvenuto per altre agevolazioni fiscali, anche per il cosiddetto Bonus mobili si assisterà a un cambiamento in corsa delle regole attuali (qui avevamo parlato di tutti i bonus ancora attivi nel 2023 e di come muteranno l’anno prossimo). E alcune novità non sono propriamente positive.

Il futuro della detrazione del 50% è già stato stabilito con la Legge di Bilancio 2023, che introduce una riduzione del limite massimo di spesa sul quale calcolare il bonus. Intanto bisogna prestare attenzione alle date, poiché restano gli ultimi mesi per beneficiare dell’agevolazione con gli attuali limiti di spesa.

Quanto vale il Bonus mobili

Il Bonus mobili ed elettrodomestici riconosce una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione edilizia.

Stando alle norme previste dall’ultima Manovra finanziaria, l’importo dello sconto fiscale si calcola su un limite di spesa di 8.000 euro fino al 31 dicembre 2023. Come per altri bonus fiscali, anche per questa agevolazione è arrivata la stretta del Governo: già nel 2022 il limite massimo di spesa era sceso a 10.000 euro dai 16.000 fissati invece nel 2021. E si prospetta un ulteriore taglio nel 2024 (qui abbiamo parlato invece del ritorno del sostegno al reddito fino a 1.000 euro).

Date e scadenza: come funziona il bonus nel 2023

C’è tuttavia ancora tempo per usufruire dell’agevolazione prima del prossimo colpo di scure sulla detrazione. I contribuenti che hanno inaugurato lavori di ristrutturazione nel corso del 2023 possono infatti massimizzare il beneficio fiscale completando tutte le opere entro il 31 dicembre. Il Bonus mobili si basa infatti sui lavori di recupero del patrimonio edilizio inaugurati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni ammessi a detrazione.

Ecco perché, come specificato dall’Agenzia delle Entrate, per accedere al bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori sia precedente a quella dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici. Dall’altro lato non è invece obbligatorio sostenere le spese di recupero del patrimonio edilizio prima di quelle sostenute per l’arredo dell’immobile. I contribuenti potranno dunque godere della soglia di spesa più alta possibile con le norme attuali anche se non hanno ancora pagato concretamente le spese per ristrutturazione: basta aver avviato le procedure burocratiche preventive all’effettuazione dei lavori.

Cosa cambia nel 2024

Come accennato, dal 1° gennaio 2024 gli importi ammessi a detrazione sono destinati a calare. Si passerà dagli 8.000 euro previsti attualmente a un nuovo tetto di 5.000 euro. Parte dunque la “corsa” agli acquisti di arredi ed elettrodomestici entro la fine dell’anno.

Anche perché dall’anno prossimo la sequenza di tagli al bonus non si fermerà. L’ammontare massimo dello sconto fiscale passerà infatti da 4.000 a 2.500 euro. Ricordiamo che la detrazione Irpef del Bonus mobili è prevista anche nel caso di beni acquistati e destinati all’arredo di un ambiente differente da quello oggetto di intervento edilizio. Lo stesso discorso vale nel caso in cui si voglia arredare una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata come autonoma.

La comunicazione a ENEA

C’è infine un’ultima questione sollevata da un gran numero di contribuenti: la comunicazione dei lavori a ENEA, l’Agenzia nazionale per le Nuove tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo economico sostenibile. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’acquisto dei mobili nell’ambito del Bonus vanno comunicati attraverso il sito di ENEA, accedendo alla sezione “Bonus casa”.

Si ricorda inoltre che la mancata o tardiva comunicazione non implica la perdita del diritto alle detrazioni, come stabilito dalla Risoluzione n. 46/E del 18 aprile 2019.