Il Superbonus al 110% sembra ormai essere un lontano ricordo per gli italiani, ancor di più con l’arrivo del governo Meloni che si è battuto e ha fatto di tutto affinché la misura, pensata com’era, andasse in pensione. E nei prossimi anni sarà soltanto una voce del passato degli aiuti per la ristrutturazione delle abitazioni, perché nel Piano nazionale ripresa resilienza (Pnrr) vengono dettati nuovi criteri e cambia tutto in materia di Superbonus che, come sottolineato più volte nel 2024 scenderà al 70% e successivamente al 60%. Ma quali sono le novità?
A quanto ammontano i fondi
Il primo grande capitolo da leggere con attenzione è quello relativo ai fondi che il Governo intende mettere a disposizione per il nuovo Superbonus. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, infatti, le cifre ricavate dalla revisione del Pnrr proposta dal Governo ammontano a un miliardo e 380 milioni di euro.
Una cifra che, emerge, sarà utilizzata per permettere agli italiani i lavori sulle proprie abitazioni. Ma a differenza del passato i lavori non saranno più finanziati attraverso il meccanismo delle detrazioni fiscali, ma effettuati direttamente dalle Esco, le società di servizi del settore energetico, sulla base di un accordo con un partner operativo, che il governo dovrà individuare per coordinare l’operazione.
Nuove agevolazioni per famiglie povere
Di questo miliardo e 380 milioni un terzo, pari a 460 milioni di euro, sarà messo a disposizione delle famiglie più povere per rinnovare i loro appartamenti nei condomini.
Con le detrazioni per i lavori di efficienza energetica che dal 2024 scenderanno al 70%, e soprattutto senza più lo sconto in fattura e la cessione del credito, per le famiglie a basso reddito il vecchio Superbonus diventa ora inaccessibile rendendo impossibili i lavori anche nelle altre unità immobiliari del condominio.
Quando entrerà in vigore il nuovo Superbonus
Il nuovo sistema, riferisce sempre il Corriere, dovrà entrare in funzione all’inizio del 2025, quando l’aliquota della detrazione fiscale sui lavori scenderà ancora, al 60%. Entro la metà del prossimo anno il governo dovrà aver definito il meccanismo finanziario, i criteri di intervento e aver selezionato il partner operativo che gestirà le risorse. Ma attenzione, perché le richieste di Bruxelles sono chiare.
Le risorse, che possono arrivare sotto forma di garanzie, prestiti o tassi agevolati, che saranno girate alle Esco che realizzeranno gli interventi, dovranno comunque passare al vaglio dell’Ue. Non direttamente, perché negli accordi tra Roma e Bruxelles è previsto che la decisione finale sugli investimenti da finanziare sia presa da un comitato composto da membri indipendenti dal governo.
Insomma, una sorta di controllo super partes che potrebbe essere il primo tassello del nuovo sistema di incentivi per i lavori edilizi di efficientamento energetico e sicurezza sismica che il governo sta mettendo a punto.
Non solo famiglie
L’obiettivo a medio e lungo termine di questa misura resta come sempre la riduzione dei consumi energetici e l’efficientamento del patrimonio edilizio del Paese, motivo per il quale non sarà rivolta soltanto alle famiglie.
Infatti, come avvenuto anche in passato, ci saranno diversi cantieri per la Pubblica Amministrazione, con un nuovo decreto che sarebbe in arrivo dalla presidenza del Consiglio con i primi interventi. Cantieri anche per centri sportivi, di edilizia residenziale pubblica, luoghi culturali, ospedali, caserme, scuole, università e chiese. Si potrà intervenire anche sui grandi condomini nelle case popolari