Bonus spesa da 940 euro, chi ne ha diritto e cosa si può acquistare

Due aiuti per un totale di 940 euro per gli italiani col bonus spesa, ma rispettando determinati requisiti per ottenerli e su cosa poter acquistare

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 30 Maggio 2024 16:32

Nel 2024 gli italiani possono arrivare a percepire un bonus spesa che potrebbe arrivare fino a 940 euro. Si tratta di una cifra frutto della somma di due diverse misure che il Governo ha pensato per sostenere la spesa alimentare delle famiglie in difficoltà, contributi che potranno essere richiesti soltanto in base a dei requisiti precisi. Ma quali sono e cosa si può acquistare grazie alla misura statale?

Bonus spesa, due aiuti per 940 euro

Il bonus spesa, come detto, è un aiuto che è stato rinnovato anche per il 2024 dal Governo, istituito per aiutare le famiglie italiane nell’acquisto di beni di prima necessità. Con la normativa di quest’anno è possibile ottenere fino a 940 euro totali annui, ma non tutti con un’unica procedura.

Si tratta, infatti, di una somma derivante da due aiuti che, uniti, permettono di arrivare fino a 940 euro. Parliamo della Carta Acquisti e la carta Dedicata a te, quest’ultima misura che non è ancora operativa ufficialmente perché manca ancora il decreto attuativo del governo che le darebbe il via.

Il contributo con la Carta Acquisti 2024

Il primo importante contributo è quello della Carta Acquisti, rinnovata nel 2024. Si tratta di una prepagata che viene caricata ogni due mesi con 80 euro, per un totale di 480 euro annui. La misura è pensata per essere un sostegno delle spese alimentari e sanitarie, nonché per il pagamento delle bollette della luce e del gas. Si possono ottenere anche sconti in negozi convenzionati.

A poterne usufruire sono le famiglie al cui interno è registrata la presenza di un minore di età inferiore ai tre anni o anziani d’età uguale o superiore ai 65 anni. Unsieme alla cittadinanza italiana e all’iscrizione all’Anagrafe comunale, i richiedenti non devono avere Isee e importo complessivo dei redditi percepito superiore a 8.052,75 euro. Unica eccezione per gli over 70, il cui tetto sale a 10.737 euro.

Limitatamente agli over 65, questi non devono essere intestatari, da soli o insieme a un coniuge, di più utenze elettriche o del gas, così come non devono essere proprietari di più di un autoveicolo e di quote oltre il 25% di un immobile a uso abitativo o titolari di un patrimonio mobiliare superiore a 15mila euro.

La Carta Acquisti può essere richiesta presentando domanda presso gli uffici postali compilando e presentando il modulo di richiesta con la relativa documentazione

Dedicata a te, cresce l’attesa

Non è ancora operativa, ma è attesa con trepidazione da tanti, la carta Dedicata a te che invece vale 460 euro una tantum. Per ottenerla non è necessario presentare una domanda perché chi ne ha diritto verrà contattato direttamente dall’Inps e dal proprio Comune. Ma ci sono dei requisiti, poiché non può essere destinata a chi riceve già un altro tipo di sussidio statale, come Naspi, Dis Coll o indennità di mobilità.

L’importo può essere speso per beni alimentari di base come pane, pasta, carne e uova, ma anche per rifornimenti alle stazioni di servizio (dato il caro carburanti) e per pagare abbonamenti ai mezzi pubblici. Escluse invece bibite zuccherate o alcoliche e le marmellate, medicinali da banco e prodotti per l’igiene personale

E il reddito alimentare?

Oltre a questi aiuti, va specificato che in alcune Regioni d’Italia c’è un altro interessante contributo che alcuni Comuni versano ai propri cittadini. A Genova, Firenze, Napoli e Palermo, infatti, è attivo anche il cosiddetto Reddito Alimentare, finanziato in via sperimentale dall’ultima legge di Bilancio.

Si tratta di un aiuto rivolto alle famiglie in condizioni economiche difficili e consiste nel ricevere pacchi alimentari realizzati con prodotti invenduti dalla grande distribuzione. Per ottenerlo, bisogna rivolgersi direttamente ai Comuni dove la misura è attiva.