Il governo guidato da Giorgia Meloni, con il suo emendamento al decreto Superbonus, decide di intervenire anche sul bonus ristrutturazione 2024 con un nuovo taglio non del tutto atteso. Entrando più nello specifico, la misura, che per prima aveva aperto la strada dei bonus edilizi, nel periodo compreso tra il 2028 e il 2033 prevedrà una detrazione delle spese al 30 per cento, diventando così sempre meno conveniente per chi dovesse scegliere di farvi ricorso.
Bonus ristrutturazioni 2024, un nuovo taglio
La strada intrapresa dall’esecutivo Meloni con l’emendamento al decreto Superbonus è quanto mai chiara: restringere quanto più possibile i benefici concessi ai cittadini sotto forma di agevolazioni edilizie. Ecco dunque che la detrazione dall’Irpef prevista dal bonus ristrutturazioni subirà un taglio, consistente va detto, arrivando al 30 per cento per i lavori che verranno svolti nel periodo compreso tra il 2028 e il 2033.
Come funziona il bonus ristrutturazioni 2024
Il bonus ristrutturazioni si sostanzia in una detrazione dell’Irpef pari al 36 per cento delle spese sostenute da riportare in 10 quote annuali e per un ammontare complessivo non superiore a 48mila euro per ciascuna unità immobiliare. Attualmente, tuttavia, la misura ha subito una variazione al rialzo: per le spese di ristrutturazione sostenute dai cittadini nel periodo che va dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, la percentuale di detrazione prevista è al 50 per cento, per un limite massimo di spesa per unità immobiliare pari a 96mila euro.
Bonus ristrutturazioni 2025, come cambia
Alla fine del 2024, così come era già stato previsto, la percentuale di detrazione spettante per il bonus ristrutturazioni tornerà dall’attuale 50 per cento al 36 per cento, con il limite massimo di spesa che da 96mila euro tornerà a 48mila euro. Chi sperava nella conferma delle condizioni attuali, dunque, rimarrà molto deluso, soprattutto considerando la dichiarazione d’intenti del governo su quanto avverrà alla misura a partire dal 2028. Le spese di ristrutturazione sostenute dal 1° gennaio 2028 e fino alla fine del 2033, infatti, potranno essere portate in detrazione Irpef solo nella misura del 30 per cento. I motivi sono legati principalmente al fatto che, proprio in quel periodo, i conti pubblici a causa dello spalma crediti potrebbero risentire maggiormente le detrazioni derivanti del Superbonus edilizio.
Come cambia il Superbonus
Gli interventi più sostanziosi dell’emendamento del governo interessano tuttavia il Superbonus. Più nello specifico si interviene in maniera retroattiva sulla ripartizione delle spese legate al Superbonus sostenute nel 2024, le quali vengono spalmate su dieci quote annuali. Inoltre, a partire dal 2025, le banche, gli intermediari finanziari e le assicurazioni non avranno più la possibilità di compensare i crediti del Superbonus con i contributi previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. In presenza di violazioni di quest’ultimo passaggio, è prevista una sanzione oltre che il recupero del credito indebitamente compensato e dei relativi interessi.
Gli scontri della maggioranza sull’emendamento
L’emendamento al decreto Superbonus sta suscitando grandi conflitti all’interno della maggioranza di governo stessa, con il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che non ha preso di buon grado il fatto che il ministero dell’Economia, guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti, abbia proposto di intervenire in maniera retroattiva sulle detrazioni dell’anno 2024 delle spese sostenute per il Superbonus.