Bonus ristrutturazione al 30% dal 2028: le nuove regole per chi sistema casa

La stretta entrerà in vigore dal 2028, ma lo sconto potrebbe scendere già a partire dal prossimo gennaio andando al 36%

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il bonus ristrutturazione verrà ridotto tra il 2028 e il 2033. Il governo Meloni, con l’ultimo decreto Superbonus già approvato al Senato, ha infatti deciso di tagliare l’agevolazione, attualmente fissata al 50% delle spese sostenute per lavori di ristrutturazione fino alla fine del 2024. A partire dal prossimo anno, il bonus dovrebbe scendere al 36% su un massimo di 48mila euro di spesa, per poi scendere a 30 nel 2028. Appare improbabile che il governo decida di estendere nuovamente l’aumento al 50% come fatto in passato.

Questo bonus si applica a interventi come la sostituzione di caldaie e infissi, l’installazione di ascensori e altri lavori di manutenzione straordinaria, demolizione o restauro.

Come funziona il Bonus ristrutturazione

Il bonus ristrutturazione, introdotto nel 1986, prevedeva inizialmente uno sconto del 36% su una spesa massima di 96 milioni di lire. Nel corso degli anni, questa agevolazione ha subito vari interventi, con aumenti temporanei in determinati periodi. Attualmente, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, il bonus corrisponde al 50% della spesa fino a un massimo di 96mila euro per ogni unità immobiliare, con la detrazione fiscale ripartita in dieci anni nella dichiarazione dei redditi.

A partire dal prossimo anno, si prevede un ritorno alle condizioni originali: il 36% su una spesa massima di 48mila euro. Visti i tagli che sta facendo il governo Meloni, sembra improbabile che l’aumento al 50% venga riproposto nei prossimi anni. Pertanto, il bonus ristrutturazione potrebbe rimanere l’unica misura disponibile per chi intende effettuare lavori in casa, oltre al Superbonus, mentre Sismabonus ed Ecobonus sono destinati a scadere. Infine, dal 2028 al 2033, il bonus verrà ulteriormente ridotto al 30%, secondo le decisioni dell’attuale esecutivo.

I lavori che rientrano nel bonus

Il bonus ristrutturazione può essere utilizzato non solo dai proprietari degli immobili, ma anche da chi ha diritti reali di godimento sugli stessi (chi è in affitto, in usufrutto, i soci di cooperative, gli imprenditori e le società, i condomini). Possono intestarsi le spese anche i familiari conviventi.

I lavori che rientrano del bonus sono molto vari. Lo sconto fiscale si applica a opere di manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, restauro, demolizione e ristrutturazione. Inoltre, sono inclusi gli interventi sugli edifici da ripristinare dopo calamità naturali. Il bonus copre anche i cantieri per l’installazione di ascensori o montacarichi, gli interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche e i lavori che migliorano l’efficienza energetica, come la sostituzione di caldaie, infissi e impianti fotovoltaici, analoghi a quelli previsti dal Superbonus.

Superbonus, le ultime modifiche

Per quanto riguarda le ultime novità sul Superbonus, il decreto approvato al Senato introduce da quest’anno l’obbligo di ripartire le detrazioni edilizie in 10 anni, anziché in 4 come previsto in precedenza, con effetto retroattivo. Tuttavia, è stata eliminata la proposta di estendere a 10 anni la ripartizione delle detrazioni derivanti da spese sostenute fino al 2023 compreso.

Un’altra novità del decreto è che, a partire dal 2025, sarà vietato alle banche compensare i crediti edilizi con i contributi previdenziali. In caso di violazione di questa disposizione, si procederà al recupero di quanto indebitamente compensato, oltre a prevedere sanzioni amministrative.