Auto aziendali, con il nuovo sistema di tassazione ci guadagnano le grosse cilindrate

Da quest'anno è cambiato il sistema di tassazione delle auto aziendali. Le nuove regole premiano le auto di grossa cilindrata

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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Le auto aziendali sono dei fringe benefit che i datori di lavoro mettono a disposizione dei loro dipendenti. A partire dal 1° gennaio di quest’anno il legislatore ha modificato alcune regole sulla loro gestione: questo è il motivo per il quale l’Agenzia delle Entrate, lo scorso 3 luglio, ha diffuso una circolare attraverso la quale ha fornito una serie di chiarimenti sulla tassazione dei redditi da lavoro dipendente che scaturiscono dall’uso promiscuo di:

  • autoveicoli;
  • motocicli;
  • ciclomotori.

Il legislatore ha sostanzialmente messo mano alle auto aziendale concesse ai dipendenti in uso promiscuo, stiamo parlando di quei mezzi che vengono utilizzati per lavoro e per esigenze personali.

Fringe benefit, cosa sono e come funzionano

Cerchiamo di capire, prima di tutto, cosa siano i fringe benefit e come funzionano. Con questo termine vengono indicati quei vantaggi o quei servizi supplementari che un datore di lavoro fornisce ai propri dipendenti e che si vanno ad aggiungere al normale stipendio. Come il compenso che viene erogato in denaro, anche i fringe benefit concorrono alla formazione del reddito da lavoro del lavoratore.

Generalmente i vantaggi che vengono offerti dai lavoratori rientrano nelle politiche di welfare aziendale. I beni e i servizi possono essere erogati a tutti i lavoratori o solo a delle specifiche categorie: è una scelta dell’azienda. Costituiscono, in un certo senso, un bonus aggiuntivo al normale stipendio, che arriva attraverso dei beni e dei servizi.

Come sono regolamentate le auto aziendali

Tra i fringe benefit che le aziende possono erogare ai lavoratori dipendenti ci sono anche le auto aziendali. Generalmente le spese di gestione relative al veicolo – incluso il suo acquisto – sono a carico dell’azienda, che attraverso questo benefit riesce ad ottenere una serie di agevolazioni fiscali: i costi impattano sulla base imponibile su cui l’azienda calcola le tasse al lavoratore.

Cosa si intende per uso promiscuo

Ma cosa significa che un veicolo è a uso promiscuo? È, molto semplicemente, l’auto che l’azienda ha messo a disposizione del dipendente sia per scopi lavorativi – come possono essere le trasferte – che per uso personale.

Come vengono tassati i veicoli

Ma come vengono tassati questi beni erogati ai lavoratori? La Legge di Bilancio 2024 ha modificato l’articolo 51, comma 3 del Tuir portando il valore dei beni e dei servizi offerti dalle aziende ai propri dipendenti escluso dal reddito dal lavoro a 1.000 euro (in precedenza era 258,23 euro), con la possibilità di aumentare il tetto a 2.000 euro nel caso in cui il lavoratore avesse dei figli a carico e rispettasse delle condizioni ben precise. Attraverso la Manovra 2025 il trattamento è stato esteso fino al 2027.

Le auto aziendali concorrono alla formazione del reddito le lavoratore dipendente. In quale modo si quantifica il valore di questo bene e lo si conteggia come reddito? Per determinarlo si prendono in considerazione i chilometri che il lavoratore effettua nel corso dell’anno con l’auto aziendale e viene attribuito un valore – che si basa su delle tabelle Aci – a quanta strada è stata fatta con il veicolo. Il dato fornito dall’Automobile Club d’Italia viene applicato solo al 50%, al netto di eventuali somme che sono state erogate al dipendente. Per i veicoli elettrici la percentuale scende al 10%, mentre per quelli ibridi plug in sale al 20%. La disciplina deve essere applicata alle auto aziendali che sono state immatricolate a partire dal 1° gennaio 2025 e che sono oggetto di contratti di concessione in uso promiscuo e sono state consegnate al dipendente.

È importante dimostrare che il dipendente abbia accettato consapevolmente l’auto aziendale: non deve essere un atto unilaterale del datore di lavoro. Questo è il motivo per il quale deve essere sottoscritto un atto di assegnazione.

Da quando si applica la nuova disciplina

Le auto aziendali che sono state immatricolate nel corso del 2024 o prima seguono ancora le regole basate sui livelli di emissione di Co2, anche quando l’assegnazione al dipendente dovesse essere avvenuta dopo il 1° gennaio 2025.

La Legge di Bilancio 2025 ha previsto che per i veicoli che sono stati ordinati entro lo scorso 31 dicembre 2024 rientrino nella tipologia di veicoli che godono della delle percentuali di agevolazioni più elevate.

L’Agenzia delle Entrate, inoltre, rammenta che trova applicazione la disciplina più favorevole introdotta dal comma 48: i requisiti per accedere alla nuova disciplina si sono venuti a verificare nel corso del 2025. Attraverso la circolare n. 10/E del 3 luglio 2025, l’AdE ha quindi ribadito che le nuove percentuali di tassazione si applicano esclusivamente alle immatricolazioni che sono state finalizzate dopo il 1° gennaio 2025. Con la risposta n. 192 del 22 luglio 2025, l’Agenzia ha aggiunto che un veicolo aziendale ordinato e concesso ad uso promiscuo, il cui contratto è stato stipulato entro lo scorso 31 dicembre 2024 ed è stato assegnato al dipendente in una data successiva al 30 giugno 2025, deve essere trattato con il criterio di tassazione dei fringe benefit basato sul valore normale al netto dell’utilizzo aziendale.

Un confronto tra le vecchie e le nuove regole

È bene rammentare un attimo quali fossero le regole in vigore per i contratti stipulati fino allo scorso 31 dicembre 2024. Le norme in vigore fino allo scorso anno prevedevano che le percentuali sulle quali venisse formato il reddito dovessero essere calibrate sulle emissioni Co2.

Nel 2024 venivano applicate le seguenti aliquote di calcolo del compenso in natura:

  • 25% per i veicoli con emissioni minori o uguali a 60 g/km;
  • 30% per i veicoli con emissioni maggiori di 60 g/km e minori di 160 g/km;
  • 50% per i veicoli con emissioni maggiori di 160 g/km e minori di 190 g/km;
  • 60% per i veicoli con emissioni maggiori di 190 g/km.

Le regole in vigore a partire dal 1° gennaio 2025, rispetto a quelle dello scorso anno, permettono di ottenere un maggiore vantaggio nel caso in cui l’auto aziendale sia elettrica o ibrida. Nella categoria che contempla i veicoli con emissioni tra 160 g/km e 190 g/km, la tassazione sostanzialmente è rimasta la stessa. Vengono premiate, in modo paradossale, le auto di grossa cilindrata che hanno delle emissioni che superano i 190 g/km: grazie alle nuove regole la percentuale è scesa dal 60 al 50%.