Uno degli argomenti cardine del governo Meloni è l’assoluta necessità di individuare utili risorse per sostenere le manovre in programma. Gli esempi sarebbero svariati, a partire dalla tanto discussa tassa sugli extraprofitti delle banche. L’esecutivo valuta numerose opzioni, come ad esempio la messa all’asta del gioco del Lotto. Si spera così di poter capitalizzare il più possibile, ridistribuendo il guadagno per contribuire alla legge di Bilancio.
Il piano del governo
Da oltre 30 anni il gioco del Lotto è sotto la gestione di Igt. Si lavora ora all’assegnazione anticipata di quest’ambita concessione, in scadenza nel 2025. Il passaggio da un contratto siglato all’altro, però, non sarà così automatico, anzi.
L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni può infatti sorridere dinanzi alla prospettiva d’avere due contendenti per la concessione. Ha infatti deciso di scendere in campo anche Sisal. Quest’ultima che gestisce il Superenalotto, ha infatti inviato una lettera ufficiale al Mef, nelle scorse settimane, dicendosi interessata a prendere parte alla gara.
Non è da escludere che tutto ciò alimenti una vera e propria gara, con l’arrivo potenziale di altri contendenti. Assisteremo dunque a un’asta, con base fissata tra gli 870 e i 900 milioni di euro. Prevedibilmente, dunque, lo Stato riuscirà ad arricchire le proprie casse con non meno di un miliardo.
Differente approccio, è evidente. Non si mira più a incassare gettoni di presenza grazie alle proroghe garantite. L’obiettivo è quello di fare del gioco un vero e proprio asset, con differenti operatori coinvolti e maggiori guadagni. Stessa linea sarà seguita nei prossimi mesi per il rinnovo delle concessioni per il gioco online. Lo stesso dicasi poi per il gratta e vinci. Differente invece il discorso per quanto concerne il gioco fisico. Si dovrà infatti attendere il riassetto dell’intero settore con la riforma fiscale, confrontandosi poi con le richieste delle singole Regioni e Comuni.
Lotto all’asta
Come detto, la gara per quanto concerne il Lotto è stata anticipata. Si terrà infatti nel 2024, al fine di garantire nuove entrate per lo Stato. Soldi che caratterizzeranno anche il 2025, considerando come la ripartizione degli incassi sarà in due tranche. I numeri citati n precedenza non sono ufficiali ma, considerando l’ottimo andamento del gioco del Lotto negli ultimi anni, è facile pensare a un netto avvicinamento della base d’asta ai 900 milioni di euro. Basti pensare al fatto che nel 2015, quando Lottomatica, oggi Igt, ottenne la concessione, versò all’Erario 770 milioni di euro per garantire i propri 9 anni di gestione esclusiva.
Difficile pensare che a distanza di quasi un decennio e con due contendenti in gara, si possa registrare un aumento di 30mila euro o poco più. Facile pensare che il governo di Giorgia Meloni voglia puntare molto in altro, al fine di fare di ciò la base per la nuova legge di Bilancio in preparazione.
In seguito si dovrà poi concretizzare anche la gara per il gioco online. L’ipotesi al vaglio sarebbe quella di fissare l’asticella per ogni singola concessione tra i 6 e gli 8 milioni di euro. Al vincitore andranno così nove anni di gestione del sistema in rete. Una soglia che per alcuni operatori sarebbe fin troppo cara. Il rischio è dunque quello di veder uscire i concessionari più piccoli dal mercato del gioco online legale. Ciò si tradurrebbe, ovviamente, in una piccola finestra aperta sul mercato illegale.