Fisco, ecco il super algoritmo che ci controllerà tutti

Grazie alla tecnologia, l'Agenzia delle Entrate sarà in grado di controllare le posizioni di tutti i contribuenti ed evitare l'evasione

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

È stato annunciato già da tempo, e ora potrebbe diventare finalmente realtà. Sono infatti in scadenza i termini per attuare gli ultimi punti del Pnrr che ancora non sono diventati realtà, come la riforma dell’amministrazione fiscale. Parliamo del nuovo super algoritmo che controllerà redditi e dichiarazioni attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Manca solo l’atteso via libera del Garante della Privacy allo schema di decreto ministeriale sulle procedure per la pseudo anonimizzazione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Perché l’Agenzia delle Entrate vuole usare la tecnologia per i controlli fiscali

L’AdE intende infatti smaltire la burocrazia attraverso l’uso della tecnologia, ma per farlo è necessario adottare la massima attenzione per la protezione dei dati personali.

L’Unione Europea sta finanziando il progetto “A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy” ideato e presentato dal Fisco, che potenzierà le attività di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione fiscale con nuove metodologie e strumenti finora mai utilizzati nel nostro Paese.

L’obiettivo dell’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate, portata avanti con il partner tecnologico Sogeni, mira a innovare i processi di valutazione del rischio, introducendo, sperimentando e usando tecniche innovative di network analysis, di machine learning e di data visualization.

La riforma si inserisce nel più vasto progetto di rendere le economiche dei Paesi comunitari più sostenibili, resilienti e preparate alla sfide della transizione green e della transizione digitale.

Come funzionano i nuovi controlli fiscali digitali dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate assicura che l’uso di nuove tecnologie per le verifiche fiscali non si tradurrà automaticamente nell’emanazione di atti impositivi, ma fa parte di un processo più ampio che si fonda sul rispetto del principio del contraddittorio e della collaborazione e buona fede tra l’amministrazione fiscale e il contribuente, come fissato nello Statuto dei diritti del contribuente. Tre le aree di intervento.

  • Network science. Ovvero la rappresentazione dei dati sotto forma di reti, che permette di far emergere con maggiore facilità relazioni indirette e non evidenti tra i vari soggetti, sia persone fisiche che società. In questo modo sarà possibile visualizzare con facilità anche schemi di evasione ed elusione fiscali, difficilmente inquadrabili con le tecniche di analisi tradizionali.
  • Analisi visuale delle informazioni. Con nuove interfacce innovative “uomo-macchina”, con modalità visuali fluide e intuitive di navigazione dei dati, la tecnologia permetterà agli analisti un accesso più veloce alle informazioni dei contribuenti. Si abbattono così i costi e i tempi dell’acquisizione e del trattamento delle informazioni rilevanti.
  • Intelligenza artificiale. L’apprendimento automatico, o machine learning, permette inoltre di accelerare i processi decisionali da parte degli analisti, aumentandone accuratezza ed efficacia. L’utilizzo dell’IA nel dominio economico e fiscale fa parte dell’atto di indirizzo del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Perché ancora non viene usato il super algoritmo anti evasione ed elusione fiscale

L’Agenzia delle Entrate possiede già un vasto patrimonio informativo. Con il progetto “A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy” sarà possibile gestire al meglio i 42 milioni di dichiarazioni dei redditi che arrivano al Fisco ogni anno, insieme a 750 milioni di informazioni comunicate da soggetti terzi ed enti esterni (contributi, bilanci, utenze, assicurazioni, per fare alcuni esempi), 400 milioni di rapporti finanziari attivi, 197 milioni di versamenti F24, 2 miliardi di fatture elettroniche e i documenti di oltre 150 milioni di immobili censiti.

Come già detto, è atteso il via libera del Garante della Privacy, che ha già espresso il parere favorevole per la riforma digitale del Fisco, a patto che siano risolte tutte le criticità che riguardano la tutela dei diritti dei contribuenti.