Meta crolla in borsa, a rischio Facebook e Instagram?

Il valore delle azioni alla borsa di Wall Strett è sceso ai minimi dal 2016: davvero Mark Zuckerberg potrebbe chiudere i suoi social network più popolari?

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Molti analisti americani lo hanno ribattezzato “il gigante dai piedi di argilla“. Questo l’ennesimo soprannome per un colosso dell’imprenditoria mondiale che in questi anni ha saputo ritagliarsi il ruolo di leader indiscusso all’interno di un mondo – quello dei social network e della realtà virtuale – che sembra destinato ad occupare le nostre vite in maniera sempre più imponente.

Un primato che Mark Zuckerberg, fondatore di Meta (ex Facebook), ha rivendicato anche nelle ultime ore, nonostante siano ormai diversi i segnali che certificano un progressivo e costante sgretolamento del suo primato nel mondo digitale. Come se non bastasse il clamoroso successo riscontrato dalla piattaforma TikTok a discapito della sua creatura più pregiata, ossia Instagram, Zuckerberg ora deve fare i conti con una situazione economica sempre più fragile, confermata da quanto accaduto negli ultimi giorni.

Forte ribasso delle azioni Meta a Wall Strett: la crisi costringerà Zuckerberg a chiudere i social network?

Infatti per la prima volta dal 2016 le quotazioni di Meta alla borsa americana di Wall Street sono scese sotto il valore di 100 dollari ognuna. Il titolo della multinazionale ha perso oltre il 25% in un solo giorno dopo la presentazione agli azionisti degli ultimi conti aziendali, avvenuta nella giornata di mercoledì 26 ottobre proprio da parte dello stesso Zuckerberg. I numeri del terzo trimestre del 2022 hanno confermato come i colossi del BigTech stiano attraversando una fase assai delicata, divisi tra le certezze che avevano caratterizzato il successo dell’ultimo decennio e le sfide ancora molto incerte su cui dovranno concentrarsi nel prossimo futuro.

L’economia non è una scienza esatta, ma quasi sempre può aiutare a definire i contorni della situazione. E quelli di Meta sono senz’altro molto preoccupanti. Infatti non sono solo i dati relativi al settore finanziario a fotografare uno stato di profonda crisi. A finire in negativo sono anche gli utili netti registrati nell’anno corrente, scesi a quota 4,4 miliardi di dollari, con un calo del 52% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Infine gli introiti, che vedono una discesa (-4% complessivo) per il secondo trimestre consecutivo, assestandosi a quota 27,7 miliardi di dollari.

Dagli introiti pubblicitari alla raccolta dei dati degli utenti: tutte le grane del fondatore di Meta

Se uno dei principali fattori che stanno determinando la crisi – ossia il calo di appeal di Facebook e Instagram tra gli utenti del web, a vantaggio delle piattaforme concorrenti come TikTok – risulta evidente anche ai frequentatori meno esperti dei social, ci sono altri motivi (meno visibili ad occhio nudo) che giustificano il crollo dei numeri di Meta. Uno di questi è relativo alle modifiche imposte da Apple al sistema operativo dei suoi dispositivi per limitare la raccolta dei dati degli iscritti: una mossa per la tutela della privacy che influisce in maniera negativa sulle potenzialità dell’algoritmo con cui le BigTech indirizzano i contenuti da sottoporre agli utenti in base alle loro tendenze di navigazione.

Inoltre, il crollo dei profitti ricavati dalle sponsorizzazioni pubblicitarie online è un fenomeno che sta investendo non solo Facebook e Instagram, ma tutti gli attori del comparto. Quest’anno, ad esempio, per la prima volta YouTube ha visto scendere le sue entrate legate alla pubblicità a 7,1 miliardi di dollari, con un calo annuo del 2%. Stessa cosa sta succedendo a Google e alla sua casa madre Alphabet. In attesa di scrivere il futuro, il presente delle BigTech è più grigio che mai, ma almeno Mark Zuckerberg può vantare una nutrita compagnia.