Che fine fa, adesso, il seggio in Senato di Silvio Berlusconi? I rumors si inseguono in queste ore, e spuntano i primi nomi, che potrebbero provocare le prime crepe in seno all’impero dell’ex Cav, a dire il vero non proprio inscalfito. Secondo le anticipazioni date dal Corriere della Sera e rilanciate dalla stampa, a prendere il posto del leader azzurro ci potrebbe essere niente meno che Adriano Galliani. Che, però, per dedicarsi alla politica, dovrebbe lasciare la guida del Monza.
Quel Monza calcio che, racconta lo stesso Galliani, classe ’44, lui propose a Berlusconi “in uno dei tradizionali pranzi di inizio settimana: dissi a Berlusconi che c’era il Monza in vendita. Silvio mi rispose: ‘Vai e fai’. Abbandonai gli spaghetti e chiusi l’accordo al primo incontro”. L’annuncio ufficiale di Fininvest arrivò poi il 28 settembre 2018, finalizzando l’acquisizione del 100% della Società Sportiva Monza 1912. “Arcore è a tre chilometri dal Brianteo, io in quella città sono nato, cresciuto e ho iniziato la mia carriera dirigenziale. Ci siamo sentiti veramente come Ulisse che torna a Itaca” amava dire il fedelissimo di Silvio.
“Con profondo dolore e sincera partecipazione la Fininvest ricorda il proprio fondatore, Silvio Berlusconi. La sua forza creativa, il suo genio imprenditoriale, la costante correttezza dei comportamenti, la straordinaria umanità sono sempre stati patrimonio inalienabile della società, come delle aziende del gruppo. E tale patrimonio resterà alla base di tutte le nostre attività, che proseguiranno in una linea di assoluta continuità sotto ogni aspetto” scriveva come messaggio di cordoglio Fininvest lunedì 12 giugno, poche ore dopo la notizia della morte di Berlusconi.
Il futuro del Monza
Ma l'”assoluta continuità” di cui sopra, in verità, parrebbe relativa. I figli di B. non sarebbero intenzionati a tenere il Monza nel ricco portafoglio di famiglia, mentre sembrerebbero propensi a riportare in politica, tra le fila ammaccate di Forza Italia, che giace con conti in rosso, l’attuale ad del club brianzolo.
Lui, Galliani, ha risposto con un “militaresco” “Obbedisco”. “Per l’amore che nutro nei confronti di Silvio Berlusconi farò tutto quello che mi verrà richiesto in qualunque settore” ha commentato. E non per semplice riconoscenza, ma mosso da un amore puro, incondizionato per l’uomo che 43 anni e mezzo fa gli ha cambiato la vita.
“La premessa è che io sono profondamente addolorato, dopo che ho perso la persona con cui per 43 anni e mezzo mi sono sentito ogni giorno”, racconta Galliani al Corriere con la voce spezzata. “Da mercoledì, giorno del funerale, io non ho avuto contatti con nessuno dei figli del presidente. Ma per il rapporto che ho avuto con lui, sarò sempre legato alla sua famiglia”. Lui, che era parte di quel “cerchio magico” che ruotava attorno al Cav, e che si mobilitava per compiacerlo, con favori vari.
L’amicizia obbediente di Galliani per Silvio
E in effetti il sodalizio tra i due è storia, è Galliani stesso a ricordarlo. L’aneddoto risale al 1° novembre 1979: Galliani gli vendette il 50% della sua azienda di allora, l’Elettronica Industriale, “con una stretta di mano”. Berlusconi gli chiese se sarebbe stato in grado di allestire tre reti televisive per competere con i tre canali della Rai. Davanti alla sua disponibilità, lo invitò a fare il prezzo per cedere metà della azienda. “Dissi 1 miliardo. Ci mettemmo d’accordo così, guardandoci negli occhi e dandoci la mano”.
A partire da quel novembre del 1979, Galliani lavorò sempre e solo in esclusiva per Silvio: da allora è stato socio, ad di Mediaset, nel comitato esecutivo di Telecinco, ad del Milan e del Monza, senatore di Forza Italia per una legislatura, e di recente nel board di Fininvest “perché me lo ha chiesto lui”. “La mia vita è stata intrecciata indissolubilmente a quella di Silvio Berlusconi, perciò mi metterò a disposizione per il ruolo che la sua famiglia mi chiederà di ricoprire. Non chiedo niente, piango solo il mio amico”.
Il futuro del seggio di Berlusconi in Parlamento
Il “battesimo” politico di Galliani – a dire il vero il secondo, visto che era già sceso in campo con Silvio nelle elezioni del 2018 e poi, proprio per seguire il Monza, aveva deciso di non ricandidarsi più – potrebbe essere dato dalle elezioni suppletive che si terranno verosimilmente prima di ottobre: a lui, amico fedelissimo e silente quanto basta per stare a fianco del Cav, spetterebbe dunque occupare il seggio vacante in Senato.
Galliani, eletto tra le fila di Forza Italia con le votazioni del 4 marzo 2018, aveva ricoperto la carica di vicepresidente di FI dal 9 novembre 2018 al 12 ottobre 2022. E’ stato poi parte della 3ª Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione) dal 3 febbraio 2022 al 17 maggio 2022, membro della 10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) dal 21 giugno 2018 al 3 febbraio 2022 e infine nominato nella 14ª Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea) dal 17 maggio 2022 al 12 ottobre 2022.
“Al momento nessuno mi ha proposto di candidarmi nel collegio elettorale di Monza né mi ha parlato del futuro del Monza calcio” ha voluto comunque chiarire lo storico ad del Milan, ma i giochi sembrano già parecchio avanti.
Già alcuni mesi la famiglia Berlusconi era alla ricerca di possibili investitori disposti a entrare in società come partner di minoranza. Come ricorda La Gazzetta dello Sport, Evangelios Marinakis, che già possiede quote dell’Olympiakos e del Nottingham Forest, era stato ricevuto ad Arcore da Silvio, ma l’eventuale trattativa di cessione all’armatore greco sarebbe ancora un rebus. Più probabile, invece, un maggior coinvolgimento di Paolo Berlusconi, fratello di Silvio.
Il testamento di Berlusconi verrà aperto il 26 giugno
Intanto, è stato reso noto che il testamento del Cav verrà aperto lunedì 26 giugno. L’incarico spetta al notaio Arrigo Roveda. Non è un caso la data, visto che tre giorni dopo, il 29, si terrà l’assemblea ordinaria di Fininvest convocata per l’approvazione del bilancio 2022. L’apertura del testamento sarà soprattuto l’occasione per lo scioglimento del nodo della legittima. Il fondatore di Forza Italia può disporre di un terzo dei suoi beni, gli altri due terzi andranno divisi in parti uguali tra i figli.
Il patrimonio totale è stimato attorno ai 4 miliardi. Il perimetro dei beni destinati agli eredi è sconfinato: oltre alle società, ci sono investimenti, ville, barche, opere d’arte, intestati a lui direttamente o alla società Dolcedrago. Il 61% di Fininvest, sulla base del patrimonio netto della capogruppo, è stimabile in 3 miliardi. Poi ci sono le case, da Arcore a Villa Certosa in Sardegna, che potrebbero avere un valore complessivo di 650-700 milioni di euro.
Ciò che si sa al momento è che un “ricordo” per la 33enne compagna Marta Fascina c’è (qui quanto è costato il “quasi matrimonio” tra i due e qui cosa farà lei): secondo le fonti più attendibili, si tratterebbe di un tesoretto che va dai 50 ai 120 milioni di euro, più alcune ville, Arcore forse.
Per quanto riguarda i figli, a Luigi, Barbara ed Eleonora, figli di Veronica Lario, spetterebbe complessivamente il 46% del patrimonio di Berlusconi. A Marina e Piersilvio, figli della prima moglie Carla Elvira Dall’Oglio, toccherebbe “appena” il 32% della cassaforte di papà. Il quale, però, potrebbe aver deciso di destinare il 20% di quota di cui può disporre a Marina, cioè colei che ha guidato le redini dell’azienda fino ad ora.