Worldcoin, cos’è la moneta di Sam Altman che ricorda Blade Runner

Worldcoin crea identità digitali tramite scansioni oculari, una tecnologia innovativa che però fa discutere per le sue implicazioni sulla privacy

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 8 Settembre 2024 14:57

Il 24 luglio 2023, dopo tre anni di sviluppo, Worldcoin è stato lanciato ufficialmente. Nato dall’ingegno di Sam Altman, co-fondatore di OpenAI, il progetto ambisce a creare una rete globale di identità digitali verificate, collegata a una criptovaluta omonima.

Lo scorso luglio sono stati arruolati pesi massimi della Silicon Valley provenienti da Google, X (ex Twitter) e Apple. Il team di altissimo profilo mira a trasformare una delle iniziative più controverse e ambiziose nel mondo crypto.

Nonostante l’associazione con il mondo delle cripto, ciò che rende davvero particolare Worldcoin è il suo strumento di verifica dell’identità basato su scansioni oculari, che sembra uscito da un film di fantascienza.

La tecnologia che sembra ispirarsi a Blade Runner

L’immagine di uno scanner che ti osserva negli occhi per registrare la tua identità richiama subito le atmosfere cyberpunk di Blade Runner. Anche se qui non ci sono replicanti da scovare, la tecnologia di Worldcoin fa esattamente questo: ti scansiona l’iride. Il dispositivo, chiamato Orb, genera un codice crittografato unico basato sulla struttura dell’iride, utilizzato per creare un’identità digitale sicura. Una volta scansionato, l’immagine oculare viene cancellata, lasciando solo il codice a garantire che l’utente sia una persona reale e non possa creare più di un’identità.

Secondo Sam Altman, l’obiettivo è ambizioso ma chiaro: creare un sistema globale in cui ogni persona possa dimostrare la propria identità in modo semplice, sicuro e anonimo, grazie a una tecnologia all’avanguardia.

La “prova di umanità” nell’era dell’Ai

Tools for Humanity, la società dietro Worldcoin co-fondata da Sam Altman, ha sviluppato un sistema basato sulla scansione dell’iride chiamato Orb. Questo dispositivo biometrico crea un’identità digitale unica per gli utenti, garantendo che ogni persona possa essere verificata come individuo reale.

Una volta completata la scansione, gli utenti ricevono un “ID digitale” e un token criptovalutario, che possono essere utilizzati per effettuare pagamenti. Questo consente, tra l’altro, di distinguere gli umani dalle macchine, e ci immerge in un mondo quasi fantascientifico.

Un sistema su tre pilastri: world id, app e wld

Il cuore del progetto è il World Id, un’identità digitale verificata attraverso la scansione oculare. Non serve più dipendere da password o documenti: basta il tuo IrisCode per accedere a piattaforme digitali in sicurezza. Il World Id, una volta generato, viene conservato su una blockchain decentralizzata, dove non è legato a dati personali dell’utente, ma esclusivamente a questo codice crittografato.

Ad accompagnare il World Id c’è la World App, che funge da wallet e da strumento di gestione per le credenziali digitali. L’app non solo permette di gestire il World Id, ma supporta anche criptovalute come Bitcoin ed Ethereum, con l’intenzione di espandere ulteriormente le sue funzionalità.

Infine, c’è il token Wld, la criptovaluta associata a Worldcoin, che è stata distribuita durante la fase beta e ora è disponibile su diversi exchange. Con un’offerta pianificata di 10 miliardi di token in 15 anni, Worldcoin punta a diventare una componente chiave del mondo crypto.

Worldcoin: 119 orb distribuiti in 18 paesi

Stando alle informazioni reperite da Datacoin e da Cointelegraph, Worldcoin  ha posizionato 119 orb per la scansione dell’iride in 18 paesi diversi. Questi dispositivi, chiamati “orb,” sono stati strategicamente collocati in aree ad alta frequentazione come centri commerciali, stazioni della metropolitana e spazi di coworking. Ogni orb consente agli utenti di verificare la loro identità umana tramite una scansione oculare, permettendo loro di ricevere gratuitamente token di criptovaluta Worldcoin.

Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, India, Germania, Giappone, Kenya e Brasile ospitano questi dispositivi, che puntano a creare una rete globale di identità digitali. Tra le città che ospitano questi orb troviamo Miami, Londra, Tokyo, Nairobi e Berlino, ciascuna con più punti di scansione per facilitare l’accesso​.

Gli Orb di Worldcoin sono dispositivi biometrici progettati per scansionare l’iride degli utenti e creare un’identità digitale unica. Dal punto di vista estetico, si presentano come sfere futuristiche, realizzate con un mix di materiali che richiamano l’alluminio e il vetro. Le dimensioni dell’Orb sono compatte, per consentirne la collocazione in vari ambienti ad alta frequentazione, come centri commerciali e coworking.

Assunzioni che fanno tremare la Silicon Valley

Adrian Ludwig, ex Google e figura chiave nella sicurezza di Android, guiderà la sicurezza di Worldcoin. Ludwig, che ha messo le mani su alcuni dei sistemi più vulnerabili al mondo, non è nuovo alle sfide tecnologiche complesse. Il suo curriculum include ruoli da protagonista in aziende come Atlassian, Adobe e persino il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Non meno interessante è l’arrivo di Ajay Patel, che ha passato anni a occuparsi di identità digitali in Google Payments. Ora prenderà le redini di World Id, cercando di rendere questa nuova tecnologia accessibile e utilizzabile su larga scala.

Damien Kieran, ex capo della privacy di X, sarà il punto di riferimento per gestire la tempesta normativa che già circonda il progetto. La sua uscita da Twitter, dopo l’acquisizione di Elon Musk, lo ha portato a unirsi a BeReal, ma ora torna alla ribalta con un ruolo chiave nel garantire che Worldcoin resista alle crescenti pressioni dei regolatori.

Infine, Rich Heley, ex Apple e Meta, sarà responsabile del design e delle funzioni dell’Orb. Con un passato nel team di ingegneria di Tesla, Heley non è estraneo ai dispositivi tecnologici che cambiano le regole del gioco. Sarà lui a guidare lo sviluppo del dispositivo che, con un semplice sguardo, può aprire le porte al mondo digitale.

Critiche e timori: tra privacy e speculazioni

Questo tipo di tecnologia ha sollevato dubbi e timori tra i grandi nomi delle ctiptovalute. Worldcoin non è solo una trovata futuristica. Gli utenti scansionano la loro iride per ricevere un’identità digitale immutabile. In cambio, ottengono token crittografici che possono essere utilizzati come forma di pagamento. Questo nuovo sistema, basato sulla blockchain, consente di verificare chi sei senza svelare chi sei davvero, garantendo la privacy e prevenendo furti d’identità.

L’Orb, il dispositivo responsabile della scansione oculare, trasforma l’immagine dell’iride in un codice univoco che viene subito cancellato, lasciando solo il codice crittografato sulla blockchain. Una soluzione, secondo Altman, per affrontare l’impatto sempre più pesante che l’intelligenza artificiale ha sulla nostra capacità di distinguere il reale dal digitale.

Date queste premesse, Worldcoin non è sfuggito alle polemiche. Un’inchiesta condotta dal MIT Technology Review ha lanciato accuse pesanti sul progetto, sostenendo che avrebbe adottato pratiche di marketing discutibili nei Paesi in via di sviluppo. Secondo il report, Worldcoin avrebbe incentivato la raccolta di dati biometrici offrendo denaro e dispositivi tecnologici, sfruttando la vulnerabilità economica di queste popolazioni per ottenere facilmente scansioni dell’iride.

A preoccupare non sono solo le modalità con cui il progetto si è diffuso in queste regioni, ma anche i potenziali rischi per la privacy. Figure di spicco come Vitalik Buterin, co-fondatore di Ethereum, hanno espresso preoccupazioni sull’uso di tecnologie biometriche, proprio a causa dei pericoli legati alla gestione di dati sensibili e alla possibilità di abusi.

Non sono mancate critiche da parte di organizzazioni non governative, che hanno messo in discussione la trasparenza del progetto riguardo al trattamento dei dati raccolti. Le autorità di diversi Paesi, tra cui Hong Kong, Spagna, Portogallo e Kenya, hanno risposto avviando indagini o imponendo sospensioni temporanee delle operazioni. Queste iniziative sono una chiara risposta a un crescente malessere internazionale rispetto all’uso di tecnologie biometriche, soprattutto in contesti in cui le garanzie di tutela della privacy sono percepite come insufficienti.

Worldcoin ha respinto le accuse, dichiarando che il progetto non mira a raccogliere dati personali, ma esclusivamente a garantire l’unicità degli utenti. “Worldcoin è interessato solo a verificare che un utente non si registri più volte, non alla sua identità,” ha dichiarato l’azienda. Ma, l’espansione in Paesi con infrastrutture digitali fragili e la distribuzione di incentivi per ottenere dati biometrici non convincono rispetto alla sostenibilità e l’etica del progetto.

Worldcoin: il futuro della cripto rischia di seguire il destino di Libra?

Il progetto Worldcoin, come abbiamo visto, sta attirando critiche non indifferenti. I più attenti ricorderanno il destino poco glorioso di Libra, la criptovaluta di Facebook, che ha visto la sua parabola spegnersi sotto il peso delle regolamentazioni e dei timori di centralizzazione. Worldcoin rischia lo stesso destino?

Mentre Libra è crollata sotto la pressione di governi preoccupati dal potere di Facebook, Worldcoin non è da meno quando si parla di controllo centralizzato. L’uso di dispositivi biometrici per raccogliere dati personali attraverso la scansione oculare ha innescato, come anticipato nel paragrafo precedente, una reazione a catena tra le autorità di diversi paesi, dalla Germania alla Francia, che stanno già mettendo sotto esame il progetto. Il rischio che la gestione di un’enorme banca dati di questo tipo possa sfuggire di mano o essere sfruttata a fini poco chiari è concreto.

C’è però una differenza tra Libra e Worldcoin. Il progetto di Altman mira a sfruttare la blockchain per garantire trasparenza e decentralizzazione, elementi che potrebbero convincere i più scettici.

Worldcoin sta cercando di raggiungere una scala globale, simile a Facebook, puntando sulla massiccia distribuzione dei suoi dispositivi di scansione e sulla creazione di una rete di identità digitali, ma dovrà affrontare una strada disseminata di ostacoli normativi. Se non riuscirà a risolvere le preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza, potrebbe finire con l’essere confinata nelle pagine dei fallimenti tecnologici, proprio come Libra.