Rientro a scuola da stangata: è caro-libri, quanto si spende

Il rientro a scuola sa di stangata in questo 2023, con libri e accessori che hanno subito un rincaro: ecco quanto spenderanno i genitori degli alunni

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Agosto è appena iniziato, ma per gli studenti parte già il conto alla rovescia per la fine delle vacanze scolastiche, tra chi non vede l’ora di tornare dietro i banchi per riabbracciare i compagni e chi, invece, è più restio e scontento dell’arrivo di settembre. Manca ancora più di un mese, ma chi è già sull’attenti sono i genitori di milioni di giovani che si apprestano ad affrontare un nuovo anno, consapevoli che la crisi è arrivata anche tra librerie e cartolerie. Ed ecco che superati, per modo di dire, i rincari affrontati per le vacanze, col 2023 che è stato un vero e proprio salasso per le famiglie, arriva una nuova spesa a cavallo tra agosto e settembre, di quelle però inevitabili.

Stangata scuola tra libri e cartoleria

Sì, perché se per il caro-carburanti l’alternativa è girare con il trasporto pubblico e quello per il caro-voli, un altro esempio, è quello di non viaggiare, le spese da affrontare per l’anno scolastico dei figli sono inevitabili. Una volta, sfruttando il cammino di uno dei due figli, veniva in soccorso il “riciclo” del materiale, ma oggi non è più possibile e le spese da affrontare sono esorbitanti.

Soprattutto in questo 2023 in cui, stando a quanto riferito dal Sindacato italiano librai (Sil) di Confesercenti, il prezzo dei libri è cresciuto e ha toccato picchi che variano dall’8 al 12%. Una vera e propria stangata che colpisce le tasche dei genitori, perché i rincari, rafforzati anche dall’inflazione, riguardano tutto il materiale scolastico, dagli zaini ai quaderni, passando per astucci, notebook, abbigliamento e i materiali di laboratorio a carico degli studenti.

A farne le spese sono soprattutto i genitori degli alunni dei primi anni, elementare, medie o di liceo, in cui si inizia un nuovo percorso di studio che necessita l’acquisto di tutto l’occorrente che poi, negli anni, accompagnerà l’alunno nel suo cammino. E i costi fanno rabbrividire, perché si va dai 300 euro per un allievo della prima media ai 500 per chi entra quest’anno alle superiori, cifre che salgono fino ad arrivare a 600-700 euro comprendendo anche i vocabolari.

Come mai? La risposta è ovvia: tutto costa di più. Come riferito da Il Messaggero, infatti, a gonfiare il conto, oltre i libri, sono tutti gli accessori come zaini, diari e astucci. Si parte infatti da un conto che arriva fino a 150 euro per uno zaino griffato, 40 euro per un astuccio di marca completo di penne, pennarelli e matite e oltre 20 euro per un diario all’ultimo grido. A tutto ciò andranno aggiunti i libri, la cui spesa non è quantificabile perché spesso gli insegnati optano per edizioni “vecchie” o nuove, facendo contenere o lievitare la spesa. Insomma, la scuola cambia negli anni, ma i guai per le famiglie restano sempre gli stessi.

Il problema dell’usato

Proprio i libri di testo sono la voce più dispendiosa e che, negli anni, ogni famiglia ha provato a combattere come possibile. Il trucchetto principale è quello di acquistare usato o riutilizzare i libri di testo del figlio maggiore se dello stesso corso del minore, ma è ormai una soluzione resa impraticabile.

Due problemi, infatti, mettono le famiglie con le spalle al muro. Il primo, come detto, è quello legato alla richiesta delle nuove edizioni, con i libri di testo che cambiano ogni 2-3 anni e rendono quasi impossibile l’acquisto di seconda mano. Di conseguenza a perire sono anche i venditori d’usato, che non riusciranno più a racimolare qualche soldo da investire nuovamente per i propri libri di testo.

Il secondo problema, poi, nasce dagli studenti stessi che preferiscono comprare libri nuovi e adottano l’usato solo in rari casi. Questo perché uno su due non riesce a studiare su testi sottolineati da altri e uno su quattro invece ha paura di incorrere in una vecchia edizione, non più utilizzabile.