Cambia la scuola, studenti sospesi ai lavori socialmente utili

Il ministro Valditara ha parlato ampiamente del nuovo sistema scolastico che vorrebbe. Pronta una proposta per gli istituti tecnico-professionali

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Non è la prima volta che esponenti del governo Meloni prospettano modifiche radicali al sistema scolastico vigente. Se a parlare è però il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, il discorso cambia radicalmente.

Ha rilasciato delle dichiarazioni in occasione della festa della Lega Romagna a Cervia, spiegando d’avere intenzione di apportare cambiamenti notevoli sul fronte dei provvedimenti previsti in caso di sospensione degli studenti, ma non solo. Sarà rivisto anche il concetto di voto in condotta.

La nuova scuola di Valditara

Non sono di certo poche le caratteristiche attuali della scuola italiana che non convincono affatto il ministro dell’Istruzione Valditara. Iniziamo col sottolineare come voto in condotta e sospensione necessitino di una trasformazione alla base.

Il voto in condotta deve tornare a fare media, anche alle medie. Dev’essere poi utile per i crediti alla maturità. Uno studente che prende sei in condotta, inoltre, dev’essere rimandato a settembre, spinto a studiare i valori della cittadinanza e dello stare insieme”.

Passando alle sospensioni, invece, non è di certo d’accordo sul fatto che questa misura disciplinare si traduce nello stare a casa. Dovrebbe invece comportare uno studio maggiore, e non solo: “Dovrebbe prevedere anche dei lavori socialmente utili, di cittadinanza solidale”.

Proposta a settembre

Il governo Meloni ha già pronta una proposta a tema scuola, che Valditara sottolinea essere stata già a lungo discussa. Tutto pronto per la presentazione a settembre, in concomitanza di fatto con l’inizio del nuovo anno scolastico. Un tema da affrontare rapidamente, ha sottolineato, al fine di avviare una “sperimentazione nel campo dell’istruzione tecnico-professionale“.

Un passo per garantire un futuro ai giovani, forti di una specializzazione che possa facilitare l’inserimento in specifici ambiti aziendali. Nello sguardo generale delle cose, Valditara sottolinea come tale proposta consentirà inoltre, nel prossimo futuro, alle compagnie nostrane di lavorare per tornare competitive sul mercato internazionale.

“C’è bisogno di una riforma, così come di un percorso che consenta di prendere tecnici e manager dal mondo del lavoro. Puntiamo a un percorso che potenzi inoltre le materie di base. Saranno le Regioni a essere protagoniste di questa fantastica operazione, costruendo anche campus che coinvolgano la formazione”.

Ridare rilevanza ai percorsi scolastici che mirano a un diretto inserimento nel mondo del lavoro. Una svolta cultura obbligata, sottolinea Valditara, che vada a sovvertire il modello piramidale di Gentile. Il tutto nel rispetto dei vari tipi di intelligenza, perché non si vive di sola letteratura e matematica.

Smartphone in classe

Per ottenere tutto ciò, però, da una condotta migliore a un’applicazione adeguata negli indirizzi tecnico-professionali, uno dei nemici da sconfiggere è senza dubbio lo smartphone. In breve questo è divenuto un tema alquanto rilevante sul fronte delle discussioni a tema scolastico. Si è infatti espressa anche l’Unesco in merito.

I display dei cellulari, così come tante altre strumentazioni tecnologiche non essenziali che oggi affollano le classi, andrebbero rimossi. La pensa così anche Valditara: “È mai possibile che in classe gli studenti possano filmare un docente e deriderlo sui social? Un conto è usare smartphone e tablet a scopi didattici, un altro è sfruttarlo per minare l’autorevolezza dell’insegnante. Si dovrebbe poter usare soltanto sotto la guida del docente. Un esempio seguito anche da Olanda e Ocse”.