Prezzo del pane da record, allarme Eurostat: mai così alto

Secondo l'analisi dell'ufficio statistico dell'Unione europea il costo del pane ha raggiunto livelli record

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

In Europa il prezzo del pane non ha mai raggiunto livelli così alti. Lo dice l’Eurostat che con una nota rivela il costo record raggiunto da questo bene essenziale, cresciuto ad agosto mediamente del 18% rispetto allo stesso mese del 2021 in tutta l’Unione europea. L’allarme dell’istituto statistico fa eco a quello lanciato qualche giorno fa dal Codacons, secondo il quale nell’ultimo anno il prezzo del pane è cresciuto del 13,6% soltanto in Italia.

Prezzo del pane: l’analisi Eurostat

Da quanto emerge nell’analisi dell’ufficio statistico dell’Unione europea, tra l’agosto del 2020 e l’agosto del 2021 l’incremento medio del prezzo del pane trai Paesi membri era stato soltanto del 3%. Dato che evidenzia ancora di più l’impennata improvvisa del 18% in 12 mesi sul costo di questo alimento primario.

Nel periodo preso in esame tra agosto 2021 e lo stesso mese di quest’anno, gli aumenti maggiori tra i Paesi Ue sono stati registrati in Ungheria (+66%) in Lituania (+33%), in Estonia e Slovacchia (+32%).

Agli ultimi posti della classifica per incremento del prezzo del pane si trovano invece la Francia (+8%), l’Olanda e il Lussemburgo (+10%), con l’Italia che, guardando al grafico diffuso da Eurostat, rimane nonostante tutto al di sotto della media Ue.

Prezzo del pane mai così alto: le cause

L’ufficio statistico dell’Ue rintraccia le ragioni di questi rialzi soprattutto tra le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina: a causa del conflitto in corso, i rincari non hanno colpito soltanto il pane, ma anche altri beni alimentari come verdure, carne e in particolare oli e dei grassi da cucina aumentati in modo particolarmente evidente.

Uno dei motivi principali è che i due Paesi coinvolti nella guerra sono tra i maggiori esportatori cereali, grano, mais, semi oleosi (in particolare girasoli) e fertilizzanti.

Il report Eurostat conferma così la tendenza analizzata nei giorni scorsi dal Codacons, riguardo in generale all’aumento dei prezzi nel comparto alimentare registrata ad agosto.

“Nello scorso mese il prezzo del pane in Italia è rincarato in media del 13,6% – spiega l’associazione dei consumatori – La causa è ancora una volta da ricercarsi nel conflitto scoppiato in Ucraina e nella conseguente escalation dei costi delle materie prima, cui si associa nel nostro paese anche l’emergenza energia”.

“Anche altri prodotti, tuttavia, risentono della guerra in corso – sottolinea Codacons – è il caso della pasta, i cui prezzi, in base agli ultimi dati Istat, sono aumentati in Italia del +25,8% ad agosto, mentre l’olio di semi registra un rincaro del +62,2% e la farina sale in media del +23% – analizza l’associazione”.

“Considerata la spesa annua delle famiglie, nel 2022 un nucleo di 4 persone si ritrova a spendere solo per pane e cereali ben 175 euro in più rispetto allo scorso anno, proprio a causa dei pesanti incrementi dei listini al dettaglio”, è la conclusione di Codacons.

Sulla stessa linea l’analisi di Coldiretti, secondo la quale le famiglie spenderanno 900 milioni di euro in più rispetto all’anno scorso a causa dell’aumento del prezzo del pane.

“Un chilo di grano viene pagato oggi agli agricoltori intorno ai 36 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto a consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città – spiega Coldiretti –. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale pari a circa il 10% in media, come dimostra anche l’estrema variabilità delle quotazioni al dettaglio lungo la Penisola, mentre quelli del grano sono influenzati direttamente dalle quotazioni internazionali”.

Stando all’elaborazione dell’associazione “se a Milano una pagnotta da un chilo costa 4,46 euro, a Roma si viaggia sui 2,92 euro, a Bologna siamo a 4,91 euro, a mentre a Palermo costa in media 3,89 euro al chilo, a Napoli 2,16 euro, secondo elaborazioni Coldiretti su dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico a luglio”.

Per questo secondo Assoutenti, servirebbe urgentemente un taglio dell’Iva sui generi di prima necessità come gli alimentari: “Da mesi denunciamo come i prezzi dei generi alimentari abbiano raggiunto in Italia livelli insostenibili – dice il presidente Furio Truzzi – Un allarme confermato anche dall’Istat che ad agosto registra per la voce ‘alimentari’ una inflazione del +10,5%. Ciò equivale ad una maggiore spesa annua, solo per il cibo, pari a +786 euro per una famiglia con due figli“.