Prezzo carburanti, nuove regole per i benzinai: cosa cambia

Multe salatissime per i trasgressori del nuovo decreto che obbliga i benzinai a seguire regole rigide da agosto: cosa prevede il nuovo provvedimento

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Tra i più grandi problemi che l’esecutivo Meloni si è trovato a combattere dall’insediamento dell’ottobre scorso c’è stato di certo il caro carburanti. Una grana non di poco conto per il Governo che da dicembre 2022 ha tagliato definitivamente lo sconto sulle accise riportando nuovamente i prezzi a lievitare alle stazioni di rifornimento.

Sono stati mesi complicati e di caos, con un tira e molla durato parecchie settimane con i benzinai che hanno più volte scioperato per delle decisioni prese dal governo Meloni che sapevano di scarica barile, per poi passare in sordina nell’ultimo periodo. Ma da agosto tutto può nuovamente riaccendersi, con un decreto ministeriale firmato recentemente dal ministro del MIMIT Adolfo Urso che non fa piacere ai benzinai.

Nuove regole per i benzinai da agosto

Il decreto firmato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy riguarda infatti l’obbligo per i distributori di carburanti di esporre i cartelli con i prezzi medi regionali di vendita di gasolio, benzina, metano e gpl. Una regola più volte discussa, criticata e che ora entrerà in vigore in estate portando di certo nuove lamentele da parte dei lavoratori del settore.

Il provvedimento è stato firmato e deve essere ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, ma già fa discutere. Secondo quanto trapela, infatti, da agosto dovranno essere seguite queste nuove regole dai gestori delle stazioni di rifornimento, pena multe salatissime.

Il decreto infatti stabilisce come dovranno essere raccolti i prezzi praticati dai singoli gestori, il modo in cui saranno calcolate le medie dal ministero e le regole per l’esposizione dei numeri, con tanto di misura dei caratteri. Un provvedimento che non sembra essere gradito dai benzinai, i quali lamentano sia troppo complicato applicare le nuove direttive. Il testo stabilisce infatti che “gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione, compresi quelli operanti lungo la rete autostradale, espongono con adeguata evidenza un cartellone riportante i rispettivi prezzi medi, relativi alle tipologie di carburanti disponibili presso il proprio punto vendita, assicurandone l’aggiornamento con frequenza giornaliera”.

Ai gestori vengono quindi dati dei dettagli sul posizionamento del cartellone, che dovrà essere “esposto all’interno dell’area di rifornimento, nel rispetto delle condizioni di sicurezza, in modo da garantirne adeguata visibilità”. Ai lavoratori spetterà dunque l’aggiornamento delle tabelle entro le 10.30 di ogni giorno, anche quando il distributore sarà aperto solo in modalità self service.

Ma non solo questo. Il decreto infatti indica anche alcuni dettagli di “stile”, come la dimensione dei caratteri da utilizzare e soprattutto la disposizione dei prezzi. Si legge, infatti, che le dimensioni dei caratteri “è determinata in modo da garantirne la visibilità in condizioni di sicurezza assicurando una dimensione minima pari a 12 cm in altezza”. I prezzi medi devono quindi essere esposti secondo un criterio specifico, ovvero dall’alto verso il basso “gasolio, benzina, gpl, metano e con pari dimensione le cifre decimali fino alla terza”.

Le sanzioni per i benzinai

Il decreto, oltre a dare tutte le linee guida per le nuove regole da agosto, passa anche alle “minacce”, con sanzioni salatissime comminate a chi verrà colto in irregolarità. Nello specifico chi non rispetterà le nuove regole potrebbe incappare in multe da 200 a 2.000 euro e in caso di violazioni ripetute per almeno quattro volte, anche non consecutive, nell’arco di sessanta giorni, può essere disposta la sospensione dell’attività fino a trenta giorni.

Un decreto che fa già discutere, con la Fegica-Cisl, una delle organizzazioni dei gestori, che definisce le nuove regole “una farsa”. “In sostanza avremo impianti “pavesati” da almeno 12 prezzi (tre per ogni prodotto standard o premium) a cui si aggiungerà un altro cartello con il prezzo medio regionale” dice l’organizzazione, appoggiata da Figisc-Confcommercio che sta valutando l’ipotesi di un ricorso al Tar.