Italia a rischio “recessione tecnica”: cosa sta per accadere

Secondo l'analisi congiunturale della Confcommercio, per il secondo trimestre di fila il nostro Paese ha registrano una contrazione del Pil, seppure moderata

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il Pil italiano conferma la contrazione attesa nella primo trimestre del 2023, che fa entrare la nostra economia in “recessione tecnica”, seppure in modo contenuto sia per intensità che per durata. È quanto emerge dall’analisi congiunturale di marzo del centro studi di Confcommercio, che registra un -0,3% del Pil rispetto al mese precedente in linea con i dati dell’ultimo quarto del 2022. Su base annua si registrerebbe una flessione dello 0,2%.

Italia a rischio “recessione tecnica”: cosa sta per accadere

Come commentato dal direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, i dati rilevati da Confcommercio indicano come le incertezze economiche ereditate dall’anno passato non si siano ancora risolta: “Si conferma lento il rientro delle dinamiche inflazionistiche e si conferma altrettanto serio l’impatto di queste sui consumi” ha dichiarato.

“Il rallentamento dell’attività produttiva – ha spiegato ancora Bella – si deve alla contrazione della domanda delle famiglie. A ciò non si è associato, per il momento, un peggioramento del mercato del lavoro”.

Nel complesso il primo quarto del 2023 si chiuderebbe, infatti, con una contrazione dello 0,3% mensile, confermando la “recessione tecnica”.

Le stime segnalano anche un calo dei consumi alimentari (-3,9%) a causa dell’aumento dei prezzi e una riduzione dello 0,1% a febbraio, rispetto allo stesso mese del 2022. “Il dato è sintesi di un aumento della domanda per i servizi (+3,7%) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,4%) – spiegano da Confcommercio. La minore dinamicità della domanda rilevata nell’ultima parte dello scorso anno e in questi primi mesi del 2023 allontana ancora il ritorno dei consumi delle famiglie in volume ai livelli pre Covid-19”.

Segnali positivi sono attesi a marzo sul versante inflazionistico, con un’accelerazione del processo di rientro iniziato a dicembre 2022″ si legge ancora nella nota della Confederazione di imprese.

“La nostra stima – affermano – è di una variazione nulla dei prezzi al consumo su base congiunturale e di una crescita dell’8,1% nel confronto annuo, conseguenza della riduzione dei prezzi dell’energia e del gas. Permangono, invece, elementi di tensione nell’alimentare. Non vanno, comunque, trascurate le difficoltà del percorso di rientro della dinamica dei prezzi, visto che anche a febbraio l’inflazione di fondo è stata in crescita”.

Lo scenario della recessione tecnica era stato previsto dal Fondo monetario internazionale già ad ottobre scorso, riguardante non solo l’Italia ma buona parte dell’Europa per almeno due trimestri a causa dell’influenza della guerra in Ucraina sul costo delle materie energetiche e dell’inflazione alta (qui avevamo invece parlato delle stime dell’Ue che vedevano allontanarsi la recessione tecnica dall’Italia).

Italia a rischio “recessione tecnica”: cos’è

Si parla di recessione tecnica quando il Pil di un Paese fa segnare per due trimestri consecutivi una variazione congiunturale negativa, mettendo a confronto il trimestre precedente. La variazione tendenziale, che pure ha un rilievo statisticamente importante per valutare l’andamento economico di un Paese, fa riferimento, invece, allo stesso trimestre dell’anno precedente.

Si tratta però di un indicatore che non offre risposte certe su durata, gravità e implicazioni del rallentamento economico. Per essere considerata una recessione vera e propria e non transitoria, servirebbe prendere in considerazioni altri indicatori oltre al Pil, come l’occupazione, il reddito di famiglie e imprese, la produzione industriale, i consumi, ma anche fattori come l’andamento demografico della popolazione (qui gli effetti su inflazione e recessione dell‘innalzamento dei tassi di interesse della Bce).