La guerra ai confini Ue: ecco le nuove sanzioni che devasteranno Putin

La Russia ha colpito a pochi chilometri dalla Polonia, cioè dall'Unione europea. Poco prima, Bruxelles ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni, il quarto

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

L’Unione europea inasprisce ancora di più le misure contro la Russia, e lo fa appena prima che il conflitto ucraino giunga a neanche 20 chilometri dai suoi confini. Nella notte tra sabato e domenica la Russia ha colpito con ben 8 missili l’International Center for Peacekeeping and Security (Ipsc) a Yavoriv, vicino al confine con la Polonia, base distante appena 30 chilometri da Leopoli, creata nel 2007 per addestrare le forze armate ucraine, soprattutto per le missioni di peacekeeping. Per la prima volta, questa guerra è arrivata alle porte dell’Unione.

L’invasione russa dell’Ucraina continua senza sosta. I civili vengono attaccati ripetutamente: colpite scuole, palazzi, ospedali, anche pediatrici come tutti abbiamo visto. Nonostante i ripetuti appelli del presidente ucraino Zelensky a fermarsi, Putin non ha mostrato alcuna volontà di impegnarsi davvero nei negoziati per una soluzione diplomatica. Come ha sottolineato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, “i corridoi umanitari o non sono ancora aperti o vengono bombardati dalle forze russe poco dopo che sono stati annunciati”.

L’Europa ha deciso di aumentare la pressione economica contro il Cremlino. Sono già 3 i pacchetti di sanzioni attivati contro Mosca, ma non basta. Le restrizioni hanno colpito duramente l’economia russa, il rublo è precipitato, molte importanti banche russe sono tagliate fuori dal sistema bancario internazionale, le aziende stanno lasciando il Paese, una dopo l’altra, perché non vogliono che i loro brand siano associati al regime di Putin. Ma è ancora troppo poco.

Per questo Bruxelles ha ottenuto dai 27 Paesi membri di approvare un quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia, dopo aver dato il via all’erogazione della prima tranche di aiuti finanziari (ne abbiamo parlato approfonditamente qui). Vediamo cosa prevede nel dettaglio.

Cosa prevede il quarto pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia

Prima di tutto viene ora negato alla Russia lo status di nazione più favorita nei mercati Ue. Cosa che annullerà importanti vantaggi di cui gode la Russia in quanto membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Le aziende russe non riceveranno più un trattamento privilegiato nelle economie europee, dunque.

L’Ue è anche già al lavoro per sospendere i diritti di appartenenza della Russia alle principali istituzioni finanziarie multilaterali, tra cui il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. Questo per fare in modo che la Russia non possa ottenere più finanziamenti, prestiti o altri vantaggi da queste istituzioni. “Perché la Russia non può violare gravemente il diritto internazionale e, allo stesso tempo, aspettarsi di beneficiare dei privilegi di far parte dell’ordine economico internazionale” tuona von der Leyen.

In secondo luogo, L’Ue continuerà a fare pressione sulle élite russe vicine a Putin, alle loro famiglie e ai facilitatori. Questo è il motivo per cui i ministri delle Finanze, della Giustizia e degli Affari interni del G7 si incontreranno la prossima settimana per coordinare la task force istituito contro gli “amici” di Putin (ecco dove stanno scappando, intanto, e mettendo al riparo i loro patrimoni).

Terzo, vengono bloccati tutti i tentativi, nei confronti dello stato russo e delle sue élite, di utilizzare criptovalute per aggirare le sanzioni. “Fermeremo il gruppo vicino a Putin e agli artefici della sua guerra dall’utilizzare questi beni per crescere e trasferire la propria ricchezza”.

In quarto luogo, viene vietata l’esportazione di qualsiasi bene di lusso dell’UE dai Paesi dell’Unione alla Russia, come colpo diretto all’élite russa. “Coloro che sostengono la macchina da guerra di Putin non dovrebbero più essere in grado di godersi il loro stile di vita sontuoso mentre le bombe cadono su persone innocenti in Ucraina” attacca la presidente della Commissione europea.

Quinto, viene vietata l’importazione di beni chiave nel settore siderurgico dalla Russia. Questa mossa ha l’obiettivo, certo, di colpire un settore centrale del sistema russo: lo priverà di miliardi di proventi delle esportazioni e garantirà che i cittadini europei non sovvenzionino, indirettamente, la guerra di Putin.

Infine, scatta il divieto di nuovi investimenti europei nel settore energetico russo. L’Europa vuole porre fine alla dipendenza energetica da Mosca. Questo divieto riguarderà tutti gli investimenti, i trasferimenti di tecnologia, i servizi finanziari, ecc., per l’esplorazione e la produzione di energia, e quindi “avrà un grande impatto su Putin”.

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Da Ue aiuti all’Ucraina: possibile tregua tra Ucraina e Russia

Sul fronte degli aiuti, Bruxelles ha erogato 300 milioni di euro in assistenza macrofinanziaria di emergenza per sostenere le finanze dell’Ucraina. Si tratta della prima tranche del pacchetto di aiuti finanziari da 1,2 miliardi di euro, altri seguiranno a breve.

Intanto si fanno strada alcuni, flebili, spiragli di tregua. Secondo quanto annunciato via Telegram dal consigliere del presidente Zelensky e negoziatore per Kiev, Mykhailo Podoliak, “ci sono varie proposte sul tavolo dei negoziati ora. Comprese quelle sull’accordo politico e, soprattutto, sull’accordo militare”. Podoliak parla di un possibile cessate il fuoco e del ritiro delle truppe. “Tutto ciò viene elaborato dai gruppi di lavoro”.

L’incontro si svolge in videoconferenza lunedì 14 marzo. Sempre oggi, a Roma, si incontrano Cina e Russa per dialogare sulla crisi ucraina, dopo che Mosca avrebbe chiesto aiuto a Pechino.

“Le delegazioni non commenteranno il contenuto dei negoziati in anticipo. I meccanismi compensativi devono essere chiaramente definiti: a spese di quale budget si ricostruirà tutto”. Altro elemento positivo evidenziato dal consigliere del presidente il fatto che i russi “durante i colloqui non ci fanno più ultimatum, ma ascoltano le nostre proposte. L’Ucraina – ribadisce – non rinuncerà a nessuna delle sue posizioni. Le nostre richieste sono la fine della guerra e il ritiro delle truppe russe. Vedo che c’è una comprensione di questo processo e c’è un dialogo”.

Intanto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha ribadito che il presidente russo, Vladimir Putin, in un colloquio con il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, si è mostrato aperto a un possibile colloquio con il leader ucraino, Volodymyr Zelensky.

“Abbiamo ripetutamente affermato che nessuno esclude la possibilità di un incontro tra Vladimir Putin e il presidente Zelensky. Ma dobbiamo capire quale dovrebbe essere il risultato di questo incontro e cosa verrà discusso” ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando in un punto stampa le dichiarazioni del ministro degli Esteri turco. Putin, intanto, è sempre più isolato, tanto che secondo molti analisti sarebbe già fuggito da Mosca (qui dove potrebbe essere nascosto), e cresce l’allerta per un possibile golpe in seno al Cremlino.