Rivoluzione Gratta e Vinci: le idee del Governo per cambiare il settore

Sul tavolo del Mef rimane aperto il dossier sul futuro del Gioco e delle concessioni su Lotto e Gratta e Vinci

Foto di Miriam Carraretto

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Si discute al Ministero dell’Economia e delle Finanze del futuro del Gioco in Italia. A far riaprire il fascicolo sul Lotto e il Gratta e Vinci è stato un emendamento al decreto Sostegni presentato da Italia Viva e Forza Italia, che prevede il rinnovo della concessione a Igt per altri tre anni.

L’International Game Technology, multinazionale controllata al 52% dal gruppo De Agostini, non dovrebbe così partecipare ad alcuna gara per assicurarsi, alle vantaggiose condizioni attuali, il monopolio sulle lotterie istantanee.

Che cos’è il Gratta e Vinci

Il Gratta e Vinci, come tutti sapranno, è un gioco d’intrattenimento semplice e coinvolgente che offre la possibilità di vincite immediate in denaro. Ma come? Mediante lo sfregamento dei simboli presenti sul biglietto. Il marchio più riconosciuto del Gratta e Vinci è il classico, il quale identifica le lotterie nazionali caratterizzate dall’estrazione istantanea e rappresenta l’unica lotteria istantanea autorizzata a erogare premi in denaro.

I tagliandi del Gratta e Vinci sono reperibili in diversi luoghi di vendita, come bar, tabaccherie, edicole, autogrill e altri negozi autorizzati che mostrano il logo distintivo. Questi biglietti variano nei prezzi (0,50 euro, 1 euro, 2 euro, 3 euro, 5 euro, 10 euro, 20 euro e 25 euro), nel design grafico, nelle modalità di gioco e nelle somme massime dei premi che possono essere vinti.

Tra le diverse tipologie di biglietti Gratta e Vinci, la famiglia più celebre è senza dubbio quella dei Miliardari. Il primo biglietto di questa serie, chiamato “Miliardario” e venduto a 5 euro, è stato lanciato nel 2004. Grazie alla sua semplice meccanica di gioco, ha ottenuto un successo significativo, tanto che nel corso degli anni sono stati introdotti altri biglietti della stessa famiglia, con prezzi variabili da 10 a 20 euro
e persino un’opzione più economica da 2€ denominata “I Simboli del Miliardario“.

Rivoluzione Gratta e Vinci: si farà sul modello del SuperEnalotto?

La decisione presa per il Gratta e Vinci si differenzia da quella adottata per il SuperEnalotto per una gara a cui hanno partecipato Sisal, la stessa Igt e una società ceca. Al termine di essa, è stato rinnovato il contratto a Sisal per i prossimi nove anni a condizioni molto vantaggiose per lo Stato.

La società ha versato nelle casse pubbliche il doppio di quanto previsto dal bando, 220 milioni di euro, e tratterrà dai proventi di vendita delle schedine solo un decimo di quanto preventivato, solo lo 0,5%.

Bisogna comunque ricordare che fino al 1° dicembre 2021 è stata rinnovata la precedente concessione, causa Covid, che prevede un aggio del 3,7% delle entrate per Sisal, comprese tra 1,5 e 2 miliardi di euro all’anno.

Quanto guadagna la società Igt

Ricordiamo che al momento le percentuali che Igt applica a Gratta e Vinci e Lotto sono diverse. I due giochi insieme valgono 9 miliardi di euro all’anno, con i “grattini” che da soli valgono circa 7 miliardi e sono il gioco più diffuso in Italia. Per il primo la controllata De Agostini ne incassa il 3,9% e per il secondo il 6%.

La proroga della concessione, secondo le stime del Messaggero, costerebbe poco più di 500 milioni di euro. Al netto di questa spesa, rimarrebbero dunque in mano alla società oltre 1,7 miliardi di euro per i prossimi tre anni. Un’enormità, considerando la totale assenza di concorrenti e i bassi rischi d’impresa.

Le ipotesi anti monopolio e negoziato

Non è ancora stato definito il futuro di Gratta e Vinci e Lotto, considerando anche che l’emendamento al decreto Sostegni bis presentato da Italia Viva e Forza Italia non è stato accolto.

Il dossier sul Gioco rimane aperto sul tavolo del Mef, e tra un nuovo bando e una concessione automatica spuntano anche altre ipotesi, tra cui una rinegoziazione degli accordi con Igt e una riforma totale del settore, anche in funzione antiludopatica, con un’apertura a più attori per eliminare il monopolio.